Ziliani, il backliner di Calcutta, ci racconta della sua Bar Franca

Classe ’95 e un’attitudine al palco considerevole, Marco Ziliani è un giovane musicista che da qualche anno ha iniziato a seguire, nella veste di Backliner, i tour di noti artisti italiani, primo fra tutti Calcutta. In effetti, proprio dalla collaborazione con il Cantautore di Latina, durante il tour nei Palazzetti del 2019, Ziliani sì è trovato protagonista di un episodio alquanto particolare.

Siamo ad Acireale, nel gelo di una notte di febbraio. Calcutta, nel bel mezzo del Live, chiama al microfono Marco, introducendolo ad un pubblico di 7000 persone. Ziliani approfitta con successo dei tre minuti da Frontman, abbraccia la chitarra ed incanta il pubblico con la sua “Bar Franca”. Un siparietto da A Star is Born dell’indie italiano. Il video dell’esibizione caricato su youtube, ad oggi ha raggiunto le 50 mila visualizzazioni, mentre il Singolo è già disponibile su Spotify.

Se, come noi, vi siete domandati chi sia Marco, perché porti quel taglio di capelli e cosa sia davvero successo ad Arcireale, l’intervista sotto riportata chiarirà i vostri dubbi.

Com’è nata l’idea di farti cantare sul Palco di Calcutta?

L’idea è nata durante i primi giorni del Tour, quando Edo, probabilmente scherzando, mi ha proposto di canticchiare qualcosa insieme, senza troppe pretese. Non avevo mai preso seriamente la cosa, soprattutto perché fare il tecnico durante il Tour nei Palazzetti richiede molta concentrazione. Dopo la data di Napoli ho proposto ad Edo di studiare la canzone del Bar Franca, così l’avremmo potuta cantare insieme.
Ero sicuro che la cosa rimanesse un gioco, finché ad Acireale non mi sono trovato a suonarla veramente.

Ti aspettavi un’accoglienza così positiva da parte del pubblico?

Assolutamente no, o meglio non mi aspettavo nessun tipo di accoglienza. Mi stavo godendo il momento sul palco assieme a tutti musicisti e alle persone dello staff, senza pensare a come il pubblico potesse reagire. È stato un momento molto emozionante, stare sul palco con i ragazzi, vedere tutte quelle persone, è una cosa che probabilmente realizzi dopo qualche ora, e così è successo: solo il giorno dopo mi sono reso conto della vicenda assurda accaduta la sera precedente. Onestamente, non potevo chiedere di meglio dal fantastico pubblico di Acireale. Quindi mi permetto di ringraziarli qui, adesso.
L’abbraccio finale con Edo poi, è stato l’apice e la liberazione di tutte le emozioni provate. È stato un gesto fantastico e lo ringrazierò sempre perché aver l’opportunità di salire su un palco così e trovare un pubblico davvero carico, è  un’occasione stupenda e rara. Ovvio, sul palco ci salivo in tutte le date, per portare la chitarra a lui, ma quella volta è stato diverso.

Sappiamo che nasci come musicista, nel 2014 ad Xfactor con i The Wise, attualmente sei il batterista e vocalist degli Usual. Preferisci la dimensione della Band o ti vedi come cantautore?

La dimensione della Band è sempre quella che preferisco per il semplice fatto che non sarei mai in grado di definirmi cantautore. Scrivo canzoni osservando quello che mi circonda, andando a fondo nelle cose solo quando ne sento il bisogno. In più Bar Franca è stata scritta assieme a Mathias che suona con me anche negli Usual. Ziliani è un progetto “solista” sulla carta, ma adoro essere circondato da persone che possano aiutarmi a scrivere.

Da qualche anno, segui da Backliner i tour di artisti di spicco della musica indie italiana. Quanto è stato utile affiancare questi musicisti, in termini di crescita professionale?

Ogni tour per me ha una valenza fondamentale come crescita sia personale che professionale. Stando a stretto contatto con i musicisti imparo sempre qualcosa, che porto con me ogni volta che inizio un nuovo tour. È una crescita continua perché giorno dopo giorno c’è sempre qualcosa da apprendere e non sai mai cosa aspettarti (Acireale ne è un esempio)
Inoltre ho la tendenza ad agire come “spugna” ed ogni volta che torno a casa annoto puntualmente ciò che mi ha influenzato nel periodo in giro.
Spesso mi ritrovo a collaborare anche con crew di persone che hanno più esperienza di me sul lavoro, e questo è fondamentale. Faccio sempre tesoro di ogni piccolo suggerimento che mi danno o semplicemente di ciò che osservo,  oltre a basarmi su tutti i consigli già enunciati dai miei “Guru”. Inoltre, non per forza si imparano aneddoti inerenti alla propria mansione ma anche a quelle dei colleghi, dal video alle luci passando dalla fonia.

Ispirazioni passate e presenti?

È sempre una domanda super difficile però provo a rispondere
Sono cresciuto con i Beatles e con i The Clash, i Dire Straits e De Andrè, di quest’ultimi due è gran fan mio padre, finché a 12 anni non ho scoperto tutto il mondo brit rock-pop o qual si voglia. Ho iniziato ad ascoltare gli Artic Monkeys, Kings of Leon, Franz Ferdinand, The Libertines, Kasabian e altri. Poi sono arrivati gli artisti oltre oceano con gli Strokes, Cage the elephant, The black keys ma principalmente adoro i Jet, sono un grande fan assieme a Frenkie (tastierista di Calcutta, Cani ecc..) di Nic Cester, il cantante dei Jet, ed è per questo che ho i capelli lunghi. Poi i Radiohead, i Blur, i Mumford and Sons soprattutto nel periodo in cui suonavo folk, e recentemente ascolto tutto quello che ricorda il mondo dei Tame Impala.

Solo da qualche anno mi sono appassionato alla musica italiana, principalmente all’indie recente. Dai i Cani a Calcutta passando da Giorgio Poi a Cosmo arrivando fino a Frah Quintale e Liberato. Senza mai dimenticare band come i Verdena e i Marlene Kuntz e più nel recente i Calibro 35. Dopodiché mi sono interessato anche alla musica nostrana del passato ascoltando Battiato, Lucio Dalla e Rino Gaetano. Inoltre, un lato di me, fin dalla giovane età, è sempre stato fan di Cesare Cremonini, senza mai dirlo a nessuno.
Nella mia vita tendo comunque a farmi influenzare sempre da ciò che mi circonda. Per comprendere meglio, sto rispondendo a questa intervista ascoltando Milky Chance.

“Bar Franca” è un brano spensierato e ben costruito, che rimanda ad un luogo legato al tuo vissuto personale. In che occasione hai scritto la Canzone e cosa rappresenta per te il “Bar Franca”?

Il bar franca è da sempre la mia seconda casa. È il bar di provincia del tuo quartiere che nel corso degli anni non abbandoni mai. Fin da piccolo lo frequentavo, solitamente dopo le partite al campetto, o dopo la Messa, vista la vicinanza alla Chiesa del Paese. La prima bevuta in compagnia l’ho fatta al bar franca, o meglio la prima sbronza o per noi trentini la “balla”.
Inoltre, per noi de Bolognam (Bolognano è il paese dove si trova il Bar) è rito: il 24 di Dicembre, ci si trova lì per festeggiare il Natale. Da qualche hanno, soprattutto con il cambio di gestione, ho deciso di occuparmi personalmente della giornata. Quindi ho creato il Franca Christmas Party: un format che prevede ogni volta qualcosa di nuovo. Da un paio di anni ci scrivo anche un brano attorno all’evento ed è così che è nato Bar franca.

Si tratta di una festa a cui tengo moltissimo. Mi spiego, la melodia del ritornello è nata alla fine di Agosto, mentre tutto il resto poi è stato sviluppato a metà dicembre. Quindi per mesi andavo in giro canticchiando “Vieni anche tu al Bar Franca”, alimentando così l’atmosfera della festa già dai primi di settembre! La canzone è un inno di propaganda all’evento, ma rappresenta anche quanto sia importante, secondo me, trovare un posto del cuore, dove passare del tempo da solo o in compagnia quando sei felice o triste. Alla fine ogni compagnia ha il suo bar, e ogni suo bar ha la sua canzone che viene cantata a squarciagola quelle sere quando ti fai la tua bevuta con tutti gli amici.
Bar franca è l’inno del nostro bar.

Hai altre passioni oltre la musica? Abbiamo dato una sbirciata ai tuoi account social e sembra che le vicende del Brescia Calcio ti stiano molto a cuore.

Sono un grande fan del calcio. Ho sempre giocato fino ai 16 anni quando, per un problema al ginocchio, ho dovuto smettere, concentrandomi solo sulla musica. Prima di partire per Milano, l’ultima società per cui ho giocato, mi aveva chiesto di allenare i bambini. Ho rifiutato e adesso mi hanno chiesto di scrivergli l’inno. Tifo Brescia da sempre, però con il lavoro è difficile seguire la squadra costantemente. Nonostante tutto, qualche volta torno al Rigamonti, dopo lunghi periodi di assenza. Oltre al calcio, se riesco, a volte mi sparo anche qualche filmetto figo al cinema, sono un grande fan di Tarantino e Nolan. Ci stanno un sacco i loro film anche se in fin dei conti sono storie abbastanza fuori di testa.

Progetti nell’immediato futuro?

Sicuramente continuare a fare il backliner, principalmente durante le date estive di Calcutta e magari trovare un altro tour. Finire il disco nuovo degli Usual che uscirà più avanti. A breve uscirà un singolo davvero interessante.
Se il Brescia calcio arriva in serie A pensiamo anche al disco con Ziliani. Bolle qualcosa in pentola.

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