Aggregazione, confronto, influenze: Lorenzo Kruger al Meeting del Mare Camp

Il Meeting del Mare è un posto magico: immaginate di poter vivere qualche giorno in riva al mare ascoltando dell’ottima musica e incontrando tante belle persone. Il Meeting non è solo un festival, è un esperienza di aggregazione, confronto, amicizia e quest’anno, dopo il periodo difficile che tutti abbiamo vissuto, torna di nuovo a splendere. Nell’attesa dei concerti di fine luglio in cui vedremo sul palco a Marina di Camerota Ariete, Venerus e Iosonouncane, risorgono quelle attività che hanno da sempre caratterizzato la manifestazione. Quello che negli scorsi anni è stato il Camp degli artisti emergenti, in questa edizione 2021 diventa una residenza artistica.

Con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, 8 progetti musicali under 35 in questi giorni stanno lavorando alla scrittura di un brano inedito, seguiti da tutor d’eccezione. Tutta la nuova musica creata nelle due settimane di residenza verrà poi presentata nelle serate finali del 25, 26 e 27 giugno. Ci saranno dei concerti speciali in una location molto particolare: la grotta di Lentiscelle. A chiudere le tre serate saranno i due tutor dell’MdM Camp 2021, Lorenzo Kruger il 25 giugno ed Eugenio Cesaro il 26 giugno. Il 27 giugno invece ci sarà il concerto/performance di Orchestra Elettroacustica Officina Arti Soniche – OEOAS, un progetto musicale e sociale che si manifesta come un caos sonoro alla ricerca di una forma, affidata al sentimento di chi ascolta.

Intanto abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Lorenzo Kruger, per farci raccontare la sua personale esperienza all’interno della residenza e i suoi progetti futuri.

Ciao Lorenzo! Come stai? Abbiamo visto che sei a Marina di Camerota per il Camp del Meeting del Mare. Ti eri mai trovato a fare da tutor a dei giovani artisti emergenti? Come sono stati questi primi giorni?

Ciao! Qui si sta una meraviglia, a parte il fatto che sto ingrassando. È la prima volta che mi trovo in questo ruolo nonostante abbia sempre desiderato fare un’esperienza del genere. Questa prima settimana mi sono più che altro acclimatato dividendomi tra camp e famiglia. Per diversi giorni ho avuto con me la mia compagna e i miei figli in una piacevole declinazione spiaggiaiola di casa/lavoro, facendo avanti e indietro tra l’ombrellone di casa Kruger e i “banchi di lavoro” posizionati a poche decine di metri.

Un vero e proprio “meeting” per confrontarsi, influenzarsi: insieme a quattro degli otto progetti emergenti selezionati avete lavorato a dei brani inediti ma non solo. Puoi spiegare a nostri lettori cosa avete fatto in questi giorni di residenza artistica?

Sono state formate delle coppie di artisti che hanno scelto le parole chiave attorno alle quali sviluppare il proprio progetto canzone.
Io ed Eugenio (ndr Eugenio Cesaro degli Eugenio in Via Di Gioia) ci siamo divisi gli artisti da seguire, che erano stati precedentemente accoppiati dall’organizzazione del camp, ed abbiamo cominciato a lavorare.

Contestualmente ci sono stati gli incontri con Aboubakar e Franco Arminio durante i quali ci siamo confrontati insieme ai ragazzi sulle nostre rispettive visioni del momento storico che stiamo vivendo. Lo scambio continuo di punti di vista ed esperienze scandisce il ritmo di questa convivenza. Il confronto è costante, ci si arricchisce reciprocamente, ed anche io che ero venuto ad insegnare qualcosa mi ritrovo ad imparare.

Collaboriamo con il Meeting da qualche anno e ci è sempre piaciuto che sia qualcosa di più rispetto a un semplice festival: con il camp torna l’aggregazione, lo scambio di idee, le influenze artistiche dirette che hanno da sempre caratterizzato questa manifestazione. Da artista quanto ti mancava tutto questo?

Non appartengo alla schiera di chi ha sofferto particolarmente questo periodo. Ho avuto la fortuna di suonare fino all’autunno scorso inoltrato e di ripartire a Maggio, mentre l’inverno l’ho passato ad organizzare l’uscita del disco che vedrà la luce a Settembre. Probabilmente mi sarei dovuto isolare comunque, per cui vivo questo ritorno con una certa serena normalità.

Queste giornate si concluderanno con un concerto il 25 Giungo: Cosa porterai con te di questa bella esperienza?

Diversi dei ragazzi che partecipano a questo camp hanno almeno 20 anni meno di me, eppure non distinguo con facilità la loro passione dalla mia. Mi accorgo guardandoli di essere io stesso ancora completamente preda di questa vocazione che ti spinge ogni giorno a metterti a nudo sul palco cercando le parole giuste da cantare mentre lo fai.

Da qualche settimana hai lanciato la campagna “Spazi miei” attraverso la quale l’apparato grafico del suo nuovo album diventa uno spazio espositivo acquistabile in ogni sua parte. Il denaro raccolto sarà devoluto a un ente benefica: come nasce l’idea? Ce ne parli?

Ho sempre vissuto il disco come un momento per stimolare il pubblico, essendo ormai discutibile l’utilità stessa della pubblicazione fisica di un’opera. In questo caso l’idea è di far partecipare graficamente il pubblico al mio lavoro, in un gioco di condivisione di spazi che diventa reazione ad un momento in cui gli spazi condivisi c’erano proibiti. In cambio di una donazione (che sarà devoluta a una causa no profit) le persona potranno quindi acquistare uno spazio sulle grafiche del mio lavoro in cui pubblicare quello che gli pare, dalla foto del proprio cane al logo della propria gelateria.

Da un punto di vista contenutistico, il nuovo disco sarà legato quindi a tematiche sociali? Ci puoi anticipare qualcosa a riguardo?

In realtà il disco si compone di episodi a sé stanti che hanno più che altro l’intenzione di descrivere nella maniera più omogenea possibile il mio eclettismo. Si va quindi da considerazioni più o meno leggere o ironiche fino a testi più esistenziali, passando per tracce più spiccatamente narrative che sono una mia vecchia passione.

Il tuo tour è iniziato ormai a maggio e proseguirà per tutta l’estate. Ricordo di essere venuto a sentirti, un po’ di anni fa a Palma Campania, portavi uno spettacolo piano e voce dalla forte attitudine teatrale: che tipo di spettacolo dobbiamo aspettarci questo fine settimana? Suonerai qualche brano inedito?

Sono in giro piano solo ormai da tre anni con uno spettacolo che non riesco a definire tale ma piuttosto è un continuo mettermi in relazioni con i posti in cui capito, rimodulando ogni sera un repertorio che mi consente di ripetermi raramente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *