Premio Buscaglione, vi presentiamo i semifinalisti: Nervi, Nòe e Osaka Flu

Ultimo appuntamento con il giro di presentazioni dei 12 semifinalisti del premio Buscaglione! Oggi vi presentiamo Nervi, Nòe e gli Osaka Flu.

Da giovedì 13 a sabato 14 marzo all’Hiroshima Mon Amour di Torino si svolgerà la fase finale all’interno del calendario di eventi di Sotto il cielo di Fred. 12 gli artisti in gara, 3 gli ospiti d’eccezione che si esibiranno, in ogni serata, a conclusione delle esibizioni dei semifinalisti.

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Nervi

La band o l’artista si racconti al pubblico in massimo 150 parole, immaginando di inoltrare una sorta di lettera motivazionale.

Ciao, mi chiamo Elia, sono un ragazzo di 24 anni.

Vengo da 10 anni di esperienza in una band psichedelica in inglese, Finister, con cui ho girato l’Italia e l’Europa. Quest’anno ho sentito l’esigenza di esprimermi nella mia lingua madre, così è nato ‘Nervi’, il mio progetto solista in italiano.

Mi piacerebbe col tempo creare un progetto ultra-empatico, ma che musicalmente abbia una cura dei suoni maniacale, lontana dalle possibilità esecutive di un concerto. Forse è un paradosso.

Influenze: quali sono state le principali influenze artistiche che hanno determinato e plasmato in qualche modo ciò che è in questo momento il vostro progetto? E perchè?

Ascolto molta più musica inglese e statunitense che italiana, ma non posso negare per “Nervi” l’influenza di Tenco su tutti, Mina, Battisti, Morgan e tra i più recentiGiorgio Poi e Motta. Sulla sponda estera Frank Ocean, ma anche cose molto diverse come Sophie, Kayne West, Lana Del Rey, scena dark anni 80.

Tra i mostri sacri vorrei smettere di ascoltare David Bowie e Pink Floyd, ma non ci sono mai riuscito.

Superstizione e segreti: prima di un live, prima di registrare in studio, avete qualche rito propiziatorio in particolare? Raccontateci un episodio che non avete mai raccontato a nessuno.

Ho sviluppato anni fa una dipendenza da valeriana, e per qualche mese non riuscivo a salire sul palco senza prenderne due pasticche prima. Non ho riti, né sono superstizioso, questa era una cosa diversa, di cui un po’ mi vergogno, e che non ho mai detto a nessuno così esplicitamente, ma è la verità.

Invece una volta a Bologna, mentre tentavo di recuperare la custodia della mia chitarra nel camerino, sono stato cacciato dal locale dal buttafuori, che pensava volessi “rubare le chitarre della band”. Sosteneva che non avessi la faccia da musicista, ma da coglione.

Noè

La band o l’artista si racconti al pubblico in massimo 150 parole, immaginando di inoltrare una sorta di lettera motivazionale.

Ciao, mi chiamo Nòe.

Sono una cantautrice electro-pop nata in Sicilia ma vivo a Milano da diversi anni. Ho cominciato a farmi conoscere come artista di strada suonando le cover che più amavo. Successivamente ho sentito il bisogno di scrivere canzoni per dar forma a quello che avevo dentro.

Cercai due musicisti che potessero condividere il mio progetto e incontrai Francesco Pomiero (chitarrista) e Antonio Diotallevi (contrabbassista). Insieme a loro sono partita in un tour Milano-Menfi (mia città d’origine) e durante questo viaggio incontrai la mia attuale etichetta, Nufabric, pubblicando successivamente due singoli.

Nell’ultimo anno ho lavorato tantissimo su me stessa e sulla mia scrittura. Dopo vari tentativi di ricerca sonora ho costruito un forte legame con Rarde, un giovane producer con cui ho buttato le basi del mio nuovo progetto. Non vedo l’ora di salire sul palco del Buscaglione per farvi sentire un’anteprima.

Influenze: quali sono state le principali influenze artistiche che hanno determinato e plasmato in qualche modo ciò che è in questo momento il vostro progetto? E perché?

Gli artisti che mi hanno influenzato maggiormente sono quelli che riescono a trasmettere una forte energia con la loro musica e con i loro live. La Rappresentante di Lista nel panorama italiano e FKA Twigs in quello internazionale, sono miei punti di riferimento. Li ammiro profondamente per la loro capacità di creare un carattere unico, diverso dalle tendenze, ma comunque condivisibile.

Superstizione e segreti: prima di un live, prima di registrare in studio, avete qualche rito propiziatorio in particolare? Raccontateci un episodio che non avete mai raccontato a nessuno.

L’abbraccio con i musicisti poco prima di salire sul palco. È un momento forte, c’è uno scambio energetico tra l’ansia che va via e la carica che entra dentro. Prima di registrare in studio, invece, sono molto silenziosa per riuscire a concentrarmi meglio.

Osaka Flu

La band o l’artista si racconti al pubblico in massimo 150 parole, immaginando di inoltrare una sorta di lettera motivazionale.

Gli Osaka Flu nascono alla Sella in un quartiere malfamato di Arezzo. Suoniamo un punk mischiato con il folk toscano ed abbiamo prodotto 4 dischi (il primo in inglese era per scaldarsi). Abbiamo girato mezza italia in questi anni suonando dappertutto, dai marciapiedi a grandi festival italiani e ci siamo divertiti anche parecchio. Ci fermiamo qua, adesso tocca a voi ascoltarci.

Influenze: quali sono state le principali influenze artistiche che hanno determinato e plasmato in qualche modo ciò che è in questo momento il vostro progetto? E perché?

Veniamo da tre ascolti differenti che vanno dal punk al folk al rockabilly per quanto riguarda la musica internazionale e tante band ci hanno insegnato qualcosa di ganzo. Se guardiamo in casa nostra, tifiamo per i cantanti vecchio stampo, De Andre e Lucio Dalla in primis, come per il post punk anni ’80 e il primo revival ska/punk italiano, però anche in tutto il nuovo movimento “indie” troviamo roba molto interessante. Citiamo gli Zen Circus, Tre Allegri Ragazzi Morti, Giancane, Iosonouncane e I Cani, abbiamo un interesse particolare per i canidi.

Superstizione e segreti: prima di un live, prima di registrare in studio, avete qualche rito propiziatorio in particolare? Raccontateci un episodio che non avete mai raccontato a nessuno.

Di riti propiziatori non ci s’ha nulla, forse la grappa, qualche birra e qualche sigaretta sono le cose che non mancano mai prima di salire nel palco. Una volta a Palermo, in preda ad un’urgenza urinaria di gruppo, abbiamo lasciato il nostro vecchio furgone (bianco cassonato stile kamikaze) fermo con le 4 frecce nella corsia riservata ai giudici del tribunale, roba da galera. C’è andata parecchio bene anche quella volta.

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