Torna Settembre. Torna la realtà che, chi più e chi meno, avevamo anestetizzato. Torna il traffico, l’università, la preparazione dei campi per le colture autunnali-invernali. Tutto molto bello, ma siamo davvero pronti per questo nuovo inizio?
Gli artisti, per loro natura, non restano indifferenti a ciò che li circonda; anzi, spesso ne percepiscono sfumature insolite, talvolta anticipandole, e le trasformano in arte. Noi ci occupiamo di musica, quindi non potevamo esimerci dal darvi un vero boost di energia settembrina (poi ci direte se ci siamo riusciti), con le canzoni più adatte – e sì, anche un po’ inflazionate – per il primo vero mese dell’anno. Gennaio? No, lasciamolo stare (senza offesa, Federico Fiumani).
Questa selezione di brani legati a settembre è per i malinconici, i distratti, gli impazienti, i soli. Per chi vive sempre sospeso tra partenze e ritorni, con un piede fuori dalla porta e l’altro incastrato nel passato. Per chi si chiede: “Sono infelice quando lavoro, sono infelice quando non lavoro, e se non lavoro penso al lavoro. Ma quindi, quando cavolo sono davvero felice?”
Per chi apre l’agenda e scopre che settembre non è un mese, è un condominio di incombenze: università, lavoro, traffico, bollette, campi da preparare. E tu lì, a contare quanti minuti mancano alla prossima pausa caffè.
Settembre non perdona, ti giudica, ti guarda e pensa: “Buona fortuna, amico.” Ma almeno possiamo affrontarlo con la colonna sonora giusta.
Siamo Simone e Carmen, due che sono diventati amici per sbaglio tipo i feat improbabili dell’estate che poi diventano tormentoni. Il problema è che noi siamo come i ciclamini: sbocciamo proprio a settembre.

“29 settembre” – Equipe 84
Ho un rapporto di odi et amo con questa canzone. Da che ho memoria, infatti, la mia vita è stata caratterizzata dall’ascolto di questo brano proprio a scandire il suddetto giorno.
Se con l’avvento dei social l’inflazione mi ha fatto in parte perdere il piacere di ascoltarla e/o di riprendere questa mia tradizione. Dall’altro ho trovato sempre affascinante il contrasto tra un giorno dedicato agli Arcangeli (da qui il motivo dell’ascolto subìto) e una canzone che celebra un tradimento, una scappatella, un momento di evasione, un abbaglio, una sbandata. Col senno di poi, riflettendoci, il rimorso che ha il protagonista del brano ha una sua componente cristiana, ma tant’è.
Cos’ha di settembre questa canzone? La data, nient’altro. Per il resto, ogni giorno è buono per tradire e/o sentirsi in colpa per averlo fatto.
“Impressioni di settembre” – PFM
Uno dei più grandi riff d’esportazione, l’italian touch nei sinth, uno dei brani con più tentativi di cover, insomma un pezzo di storia. Nel brano della PFM i riferimenti e le immagini settembrine si mischiano a domande esistenziali, quelle che ci complicano la vita, che ci fanno riflettere e talvolta ci bloccano/paralizzano. Intanto il tempo scorre, il mondo va avanti e il nuovo anno ricomincia, ciò che avviene a settembre d’altronde
“Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già, il sole come sempre sorgerà”
“Capire Settembre” – Fine Before You Came
“Proprio non fa per me”
In questo sfogo da circa 4 minuti i FBYC esprimono per canzone quel contrasto intrinseco tra le cose piacevoli e quelle negative di un mese in cui, per forza di cose, sembra debba tutto riprendere. Quel dolce amaro, quel misto tra le aspettative e il ritorno alla copiosa quotidianità. Del resto, nei mesi precedenti, si è più volte ripetuto “se ne riparla a settembre”.
Eccolo finalmente arrivato. Saremo in grado di capirlo?
“40 secondi di niente” – Verdena
“Qui non c’è più calma, settembre ci porterà via con sé “
Un’ammissione, quasi una resa, declamata con delicatezza da un Alberto Ferrari in stato di grazia, nell’album che ha ribadito e stabilizzato la posizione dei Verdena nell’olimpo della musica italiana. Una canzone, com’è loro solito, che oscilla tra l’immaginario e il concreto, in un disco che loro definiscono più “terroso” rispetto al precedente, trasportando con sé tutto il sentimento settembrino. La chiusa poi è un’esplosione composta, ma comunque non meno penetrante.
“Le nostre difese sfidano la follia che ormai non sa di niente. Niente, niente..”
Quel “niente” che dopo esser stato una costante all’interno dell’album, vogliate crederci o no, viene qui ripetuto proprio per 40 secondi. A voi il piacere di farvi trasportare da questo brano e verificare la cosa.
“Ottobre come settembre” – L’Orso
Spesso settembre pare proprio non voglia finire. Com’era loro solito, partendo da situazioni prettamente personali, l’Orso (band in attività dal 2010 al 2016) riusciva a descrivere periodi e situazioni universali o che, a forza di ascoltarli, poi ti accadono. Magari capita solo a me, chissà.
“I marciapiedi di settembre / Che si trascina come un cancro / In un ottobre bilancia che pare non mantenga più promesse o quant’altro”
“I Calendari” – Dimartino, Cristina Donà
Nel pezzo che chiude il suo terzo disco solista, Dimartino racconta di Mina, della sua relazione e del paesaggio circostante che risente ancora di strascichi estivi. Cristina Donà eleva il brano con la sua classe, quasi in contrapposizione ai racconti terreni elencati, rendendo elegante anche il verso
“Culi sui muri, i calendari”
Tuffatevi in questa malinconica esperienza. Se settembre risuonasse sempre così, non vorrei proprio che finisse.
“E se domani cambierò tu riconoscimi dagli occhi e dalle linee delle mani, basterà”
“Settembre” – Gazzelle
Settembre è contraddittorio: mese perfetto o mese di merda? Flavio è furbo, come sempre, e scrive una canzone adatta per coloro che stanno passando entrambi i momenti, soprattutto se in una relazione.
“Ma è tutto più bello se lo vedi da qui”
“Fine dell’estate” – Thegiornalisti
Solo dio sa quanto non mi stiano propriamente simpatico Tommaso Paradiso insieme a tutti quelli che parlano con me di musica per più di cinque minuti. Ma la musica è un po’ come quel cassetto in cameretta che non apriresti mai di fronte a qualcuno, fosse anche il te stesso adulto. Dunque eccomi, questa è la mia guilty pleasure: ritrovarmi a urlare “la mia malinconia è tutta colpa tua”. Non penso di dover aggiungere altro.
“40 km” – Vasco Brondi
Qualcuno dice che ciò che conta non è la meta ma il viaggio, e molto spesso quello da cui scappiamo si trova dentro di noi, così come quello che stiamo cercando: quel cambiamento capace di farci respirare più leggeri, di farci vedere le cose da lontano. “40 Km” di Vasco Brondi è una di quelle canzoni che ti accompagna in quel cammino silenzioso dentro e fuori di te. Ogni distanza cantata diventa metafora di ciò che ci separa dagli altri, da noi stessi, dalla felicità che rincorriamo. È un pezzo che ti fa fermare, respirare, sentire la malinconia senza pesantezza e ricordarti che, a volte, basta alzare lo sguardo, guardare verso il finestrino e dimenticarsi del senso.
“Al giusto momento” – Fulminacci
Settembre entra piano, con il suo vento freddo e i suoi giorni che oscillano tra malinconia e attesa e Fulminacci ti ci butta dentro senza chiedere permesso. In “Al giusto momento” senti voci distratte che parlano di cose banali e importanti allo stesso tempo, il rumore di una città che riparte e il calore di una felpa lasciata per ogni evenienza. È una canzone da ascoltare camminando per le strade di settembre, guardando le prime foglie cadere e sentendo che, forse, alcune cose belle arrivano proprio al giusto momento, senza fretta, senza avviso.
“Appena prima di partire” – Zero Assoluto
Questa canzone è per i fuori-sede, per chi vive dentro una valigia, per chi crede in un amore impossibile che non riesce a lasciare andare, per chi tra un viaggio e l’altro continua a perdere calzini, amici, libri e cavi per caricare il telefono.
“E ora che vuoi, vincere tu? Ed era l’ultimo saluto, e non ci penso più…
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