Quando è uscito Core in Fabula, il concept album di Dada’, ho pensato: “Ecco un altro album che non so descrivere, perché tanto sento nel cuore, tante poche parole trovo.”
Core in Fabula è il progetto con cui riscopriamo la capacità narrativa e interpretativa di Dada’. Sedici tracce che ci accompagnano tra sedici fabule composte da lei. Quando c’è un progetto di questa portata, con una potenza evocativa più che forte, la cosa più bella è chiedere a chi l’ha creato: “raccontamelo”.
Così è nata questa intervista. Volevo che a parlare di Dada’ fosse Dada’, volevo che le mie curiosità trovassero risposta nelle parole di chi ha creato questo gioiello. Tra le righe, Core in fabula diventa il pretesto per parlare anche di tradizione, di immaginari, rappresentazione e identità femminile.
In Core in Fabula, non ascoltiamo solo sedici storie, ma ci troviamo di fronte a quelli che Dada’ stessa definisce mondi emotivi. Questo album, traccia dopo traccia, ci aiuta a svelare anche i nostri mondi emotivi più nascosti.

In varie tracce di “Core in Fabula” racconti storie che arrivano dalla tradizione orale. Qual è il tuo rapporto con la tradizione?
In realtà sono tutte fiabe e favole inventate da me, solo in qualcuna, come quella di Nguento o di Vota la seggia ho ripreso alcuni rituali campani e della Basilicata, proprio perché mi interessa la tradizione così come mi affascina tantissimo l’oralità, il passa parola emotivo che affiora in queste leggende.
Da dove nasce il titolo del tuo album, Core in Fabula?
Prima di tutto, ho voluto sostituire l’espressione tipica lupus in fabula con core in fabula proprio per testimoniare una sorta di autorivelazione: è come dire a me stessa Beccata! Eccoti in tutta la tua emotività! ed è una frase che non ho voluto dire solo a me stessa, ma che dedico anche al pubblico, perché spero di aver sbirciato e colto il pubblico in flagrante proprio mentre si emoziona ascoltando queste mie canzoni e pensando alle cose che ha nel cuore.
Poi ho voluto sicuramente far trasparire tutto attraverso questa grande e semplice parola: cuore; proprio perché so che in questo album custodisco e affido gran parte del mio sentire.
Il tuo nuovo album conta ben 16 tracce: qual è stato il brano più difficile su cui lavorare, in termini di studio, produzione e rappresentazione?
Nessuno in particolare, posso semplicemente dire che i brani nati in adolescenza chitarra e voce hanno avuto un attimo di coccola e di attenzione in più, nel momento in cui sono andata a produrli diversamente; come ad esempio Pòvere, quella in cui è un morto a parlare, dove ci sono tantissimi cambi di timing e tantissime sfumature e contaminazioni sonore che abbiamo cercato di rendere al meglio anche nella versione prodotta e orchestrata.

Hai accompagnato il release dell’album con una serie di racconti in cui presentavi più a fondo ogni brano. Ci racconti un po’ di più di questa scelta comunicativa?
Sì, ho notato che è stata una formula molto apprezzata. Ma è una scelta che non deve sorprendere, dal momento che sin dai miei esordi ho deciso di chiamarmi proprio “dada racconta” perché so benissimo che ho quest’indole e questa capacità, se così vogliamo definirla, nel raccontare, e quindi di presentare anche temi comuni attraverso angolazioni talvolta personali, talvolta capovolte, talvolta teatrali.
In questo caso ho voluto anche testimoniare come il mio personaggio e la mia persona in realtà siano completamente concordanti e combacianti: quindi se abbiamo visto Dada’ nei visual cantare questi brani, abbiamo avuto poi il supporto di Gaia (nome dell’artista, ndr) a raccontare tutto quello che c’era dietro i brani, delle chicche narrative, anche recitate, che sicuramente per quanto mi riguarda fanno parte del mio modo di fare show; mi hanno aiutato a far conoscere ancora di più questi delicatissimi mondi emotivi che ho voluto portare quasi per la prima volta in un mio lavoro.
Io ti ho conosciuta e amata a partire dalla tua partecipazione a X Factor. In questo “Core in Fabula”, quanto c’è di Dada’ di allora?
Ti ringrazio tantissimo per il supporto e l’amore, diciamo quasi a prima vista a questo punto! Non mi piace parlare di allora e di adesso come se fossero mondi e dimensioni a parte – separate e non comunicanti; sicuramente c’è un’evoluzione, c’è una crescita, ma io sono sempre e comunque la stessa in termini di esposizione, perché se pensi che molti dei brani di questo disco io li ho scritti in adolescenza… allora dove comincia il passato? Dove comincia il presente e dove comincia il futuro? Sono sempre io.
Io sono di Benevento e non posso non farti una domanda su “‘Nguento“. Da dove sei partita e come mai hai scelto di far entrare le Janare nelle tue fabule?
Sono partita dal mio essere donna, e quindi dalla volontà di respirare questo mito, questa leggenda, questa provocazione tanto narrata. Ho voluto sentirla mia, ne ho fatto una fabula in musica a modo mio prendendo sicuramente in prestito dalla tradizione orale e sempre dalla meravigliosa inventiva delle persone. O forse dal modo tutto contadino di ingentilire persecuzioni e storture della vita e sofferenze, che con la buona coralità, la buona fantasia e la consapevolezza di essere sotto il cielo e di dover andare avanti spesso si riesce a trasformare addirittura in cose magnifiche, fantastiche e affascinanti.
Qual è una fabula che ti porti nel cuore?
Del mio album sicuramente Pòvere, perché continuo a vedere il morto come l’essere più tenero della terra; qualsivoglia morto, in quanto tale, in quanto solo, in quanto in dissolvenza, acquisisce una tenerezza interiore infinita. Se devo pensare in generale a una delle mie fiabe preferite, allora ti dico quella de Il lupo e i sette capretti.
Prossime date del tour di DADA’
- 19 Luglio: Eco Summer Festival a Parete (CE)
- 25 Luglio: Chiosco a Funtana a Scicli (RG)
- 02 Agosto: Notte delle Lampare a Cetara (SA)
- 08 Agosto: Mosaici Festival a Montano Antilia (SA)
- 10 Agosto: Confini Fest a Corsano (LE)
- 11 Agosto: Piazza Vittorio Veneto a Giungano (SA)
- 12 Agosto: Evento TBA (da annunciare) a Santa Maria di Ronzano (TE)
- 05 Settembre: Piazza San Severino a Comiziano (NA)
- 20 Settembre: Piazza San Gennaro a Praiano (SA)
Virginia Ciambriello
24 anni, nella vita mi perdo tra le strade di Bologna e scrivo tutto il giorno. "Chitarra e voce" sono le mie parole preferite.