Per quanto sembri scontato, gli Eugenio in via di gioia ci ricordano che “L’amore è tutto”

Il 21 marzo l’uscita de “L’amore è tutto” ha segnato una nuova tappa nel percorso degli Eugenio in Via Di Gioia.

“L’amore è tutto”, pubblicato da Woodworm/Carosello Records, non è soltanto un album: è un’esperienza intima, densa di significati e ricca di simboli, in cui ogni traccia diventa tappa di un viaggio profondo all’interno dell’animo umano. Un lavoro che si muove tra poesia, introspezione e quotidianità. Rispetto al loro disco precedente “Amore e Rivoluzione“, infatti, la band qui raggiunge la consapevolezza che nelle cose che diamo spesso per scontate, in quelle a volte banali, semplici e quotidiane si annidano le forme di amore più puro e potente. Lontano da idealizzazioni eccessive, da sature romanticherie, l’amore è tutto. Letteralmente. E non si può fare a meno di metterlo per inciso.

Le dieci tracce del disco hanno permesso alla band torinese di percorrere un itinerario emozionale, a metà strada tra infanzia ed età adulta, inaugurando un periodo nuovo, un capitolo di vita più maturo, intimo e, appunto, consapevole rispetto al passato.

Abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con gli Eugenio in Via di Gioia per farci raccontare il cuore di questo progetto, tra riflessioni, nuove consapevolezze e quel legame viscerale con la musica che li accompagna fin dai primi passi. Scopriamolo insieme, direttamente da ciò che ci hanno raccontato.

Dopo essere iniziato da Napoli lo scorso 20 Maggio, questa sera ripartirà da Torino il loro tour estivo. Scopri tutte le date in fondo all’articolo.

l'amore è tutto
Eugenio in via di gioia cover
Eugenio in via di Gioia – L’amore è tutto [ascolta qui]
Partiamo dal confronto con il vostro lavoro precedente: “Amore e rivoluzione”. Quali sono, secondo voi, le principali differenze tra quel disco e L’amore è tutto? Sentite di essere cambiati anche nel modo di approcciarvi alla musica?

Rispetto ad Amore e rivoluzione è come se avessimo indossato delle lenti capaci di metterci in contatto col nostro spazio interiore mediante delle metafore più intime. Nel disco c’è una metafora ricorrente, che apre l’album, quella “dell’altra America”, un dialogo tra me (Eugenio) che parla con il me bambino, che potrebbe essere come quello del padre con un figlio, di uno zio con un nipote. C’è un incontro tra le emozioni e la razionalità e crediamo che, grazie a questo incontro, possa avvenire quella sorta di riconoscimento dove l’io fa pace con sé stesso e con tutte le sue sfaccettature e il resto del mondo, quello che andava rivoluzionato, prende tutto un altro significato.

Restando sul tema centrale del disco: l’amore. Cosa significa per voi il titolo L’amore è tutto e la copertina dell’album? E come vi rapportate a questo sentimento nella vita di tutti i giorni?

Definire la parola “amore” è impossibile: è un punto interrogativo gigantesco. È un iceberg, un torero davanti a una farfalla, è fantasia senza controllo, contemplazione del divenire, caos con parvenza d’ordine. Per noi è una poesia. E proprio attraverso il linguaggio poetico abbiamo cercato di raccontarlo, perché crediamo che solo la poesia riesca ad aprire quei cassetti nascosti dell’anima che il linguaggio razionale fatica persino a sfiorare. La poesia crea ponti tra l’emozione e la logica.

Con il tempo ci siamo resi conto che ciò che consideravamo banale – lo stare insieme ogni giorno, scrivere canzoni, ritrovarci in studio senza fissare appuntamenti, fare una passeggiata, chiacchierare – era in realtà qualcosa di straordinario. Era lì, nelle piccole cose, che si nascondeva la chiave per la nostra pace e serenità. In un mondo frenetico come il nostro, abbiamo trovato un punto fermo: la musica, che è diventata anche il riflesso di un’amicizia profonda, cresciuta fino a trasformarsi in una vera famiglia. Una quotidianità semplice, fatta di cibo, note, parole, presenza e condivisione.

L'amore è tutto
Eugenio in Via di Gioia
foto
Eugenio in Via di Gioia
Nel disco precedente avevate collaborato con grandi nomi come Elio e Francesca Michielin. In questo, invece, siete tornati a una dimensione più intima. Da cosa nasce questa scelta?

Nasce da come questo disco si è evoluto. Abbiamo fatto collaborazioni dal punto di vista della produzione con diversi producer come okgiorgio, Daffi, Dinu, Pacifico e Fabio Rizzo, da cui siamo andati a registrare le diverse tracce. Ci sembrava già variopinto e le canzoni avevano già tutte le strofe e ritornelli, le altre volte erano presenti dei buchi da riempire ma in questo caso il flusso ha portato a dei brani fatti e finiti, con tracce già pronte ai tempi di Amore e rivoluzione, sarebbe stato più macchinoso cercare qualcuno con cui collaborare. In futuro le canzoni verranno sospese per poterle finire con altre persone.

Una cosa che incuriosisce molto è la presenza dei tarocchi nel disco. Come è nata questa idea? Che significato hanno per voi queste carte e che ruolo giocano nel racconto che avete costruito?

Noi ci trovavamo a Palermo per finire di registrare i brani e dargli un’uniformità e abbiamo incontrato un’attrice Eleonora De Luca, che si trovava lì per uno spettacolo teatrale, lei ci conosceva bene e ci ha scritto su Instagram per vederci. Ci siamo visti tutte le sere finché, l’ultima sera, lei ci ha letto le carte e ci ha folgorato, nessuno di noi conosceva i tarocchi e ci siamo resi conto che nelle nostre canzoni c’era tanto di quel mondo. Citando il titolo, le 10 canzoni sono 10 metafore sulle sfaccettature della vita e dell’animo e della psiche umana, c’erano delle allegorie diverse da quelle dei tarocchi ed ecco che nasce il gatto, il milanese, il naufragio, riferito all’ultimo brano.

Avete presentato il disco in un luogo decisamente inusuale: la stazione metropolitana di Gioia, a Milano. Com’è stato ritrovarvi lì, a contatto diretto con il pubblico? Che tipo di energia avete percepito?

È stato bello, noi non incontravamo il nostro pubblico da tanto, quindi abbiamo avuto l’idea di trasformare la metro Gioia e l’abbiamo tappezzata di nostre aggiunte, invitando i nostri fan a raggrupparsi in un determinato giorno, in una determinata ora, per ascoltare in anteprima il disco e l’abbiamo fatto in diversi posti del mondo contemporaneamente. Chiunque si trovasse lì aveva la possibilità di ascoltare in anteprima l’album, semplicemente accedendo ad alcune aree dedicate tramite un’app. L’ascolto avveniva all’interno di una “bolla sonora” che obbligava le persone a restare fisicamente vicine, creando in questo modo un’esperienza intima e condivisa.

Parliamo un po’ del live: come vi siete preparati per il tour? E ci potete già anticipare qualcosa sui vostri prossimi progetti?

Il tour è stato un’esperienza bellissima che ci ha portati in diverse città d’Italia. Lo spettacolo, rinnovato nelle luci e nell’estetica, voleva accompagnare il pubblico in un viaggio visivo, diverso dal solito, pur partendo da canzoni a cui erano affezionati, più celebrali e cantautorali. In questo nuovo disco ci siamo lasciati andare alle emozioni, alternando momenti di buio e luce.

E quest’estate porteremo in scena qualcosa di diverso: una scaletta rinnovata, con brani da cantare a squarciagola e a braccia aperte.

Le date del tour estivo

  • Giovedì 26 giugno 2025 COLLEGNO (TO) – FLOWERS FESTIVAL
  • Sabato 28 giugno 2025 BERGAMO – BERGAMO NXT
  • Venerdì 04 luglio 2025 TRENTO – TRENTO LIVE FEST
  • Giovedì 10 luglio 2025 CASTELLAZZO DI BOLLATE (MI) – VILLA ARCONATI
  • Sabato 26 luglio 2025 VERUCCHIO (RN) – VERUCCHIO MUSIC FESTIVAL
  • Domenica 3 agosto COGNE (AO) – DA AOSTA AI 4mila
  • Sabato 23 agosto BOSCO ALBERGATI (MO) – Viva Viva Fest
  • Sabato 6 settembre MOLFETTA (BA) – EREMO CLUB
  • Sabato 27 settembre VICENZA – HANGAR PALOOZA

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