Marcella Bella non ha mai inseguito le mode, ma le ha affrontate con la sua personalità dirompente. Ha saputo unire melodia e interpretazione, emozione e tecnica, con quella capacità innata di arrivare dritta al cuore del pubblico. E anche oggi, dopo decenni di musica, la sua energia non accenna a spegnersi.
Il 2025 la vede di nuovo protagonista sul palco più prestigioso d’Italia: Sanremo. Un ritorno atteso e sentito, con un brano che promette di fare scintille.
Ma non è solo la canzone a rendere speciale questa partecipazione. Marcella Bella porta con sé un bagaglio di esperienze, ricordi e un amore sconfinato per la musica, capace di emozionare come il primo giorno.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarla in vista del Festival, per parlare di tutto: dalla sua evoluzione artistica al rapporto con la moda, alle sfide della musica di oggi. Un dialogo sincero con una donna e un’artista che non smette mai di sorprendersi.
I suoi capelli ricci inconfondibili, la sua eleganza suggellata da un “semplice maglione bianco” e la sua capacità di raccontarsi come se si trovasse di fronte ad un’amica, hanno trasformato la nostra chiacchierata in un dialogo senza tempo che ha portato l’artista siciliana a raccontare con estrema dolcezza, dettagli inediti del suo passato e la caparbietà di chi alla nona partecipazione non teme le sfide del FantaSanremo.

“Pelle diamante” è il titolo del brano con cui torni a Sanremo nel 2025. Ha dichiarato che le è stato difficile in precedenza partecipare nonostante avesse delle belle canzoni. Cosa è cambiato secondo lei?
È un brano attuale, con un arrangiamento energico e ballabile, capace di trasmettere una grande forza. E devo dire che lo canto anch’io con molta intensità. È una canzone che non lascia indifferenti, anzi, viene voglia di cantarla, di lasciarsi trascinare dalla sua potenza.
Inoltre, è un vero e proprio inno alle donne. Un messaggio di incoraggiamento per tutte coloro che devono imparare a difendersi da una certa tipologia di uomini, quelli che cercano di sminuirle o ferirle. Con questa canzone voglio incitare le donne a essere forti, indipendenti e a costruirsi una sorta di corazza.
Il titolo Pelle diamante nasce proprio da questo concetto: la forza può essere simile a quella di un diamante. Il diamante è una pietra durissima, resistente, ma al tempo stesso straordinariamente preziosa. E così sono le donne: preziose e uniche, ed è così che devono essere trattate.
Durante la serata delle cover, interpreterai “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano insieme ai Gemelli Lucia. Cosa ti ha spinto a scegliere questa canzone e come ti sei preparata per questa esibizione?
Quando Gianni iniziò a scrivere per Adriano Celentano, per me fu un’emozione grandissima. Ricordo che, prima di presentare i brani ad Adriano, veniva sempre da me per farmeli ascoltare.
Un giorno arrivò al pianoforte e iniziò a suonare un nuovo pezzo. Io rimasi incantata e gli dissi subito: Questa la voglio cantare io!. Ma lui, con la sua solita onestà, mi rispose: No, non posso. Ho già promesso questa canzone ad Adriano, e Claudia Mori l’ha già ascoltata.
Questa è una cosa che non ho mai raccontato prima. Quella canzone mi è rimasta dentro, perché avrei davvero voluto interpretarla. E allora, quale miglior palcoscenico per farlo se non questo?
Non è un tentativo di “riprendermela”, ma piuttosto un omaggio. La canto rispettando lo spirito con cui Gianni l’aveva scritta, con quel tipo di interpretazione che lui stesso avrebbe voluto.
Per questo ho scelto di portare a Sanremo una canzone di Gianni che, anche se non era stata scritta per me, voglio dedicarla a lui. È il mio modo di rendergli omaggio, ed è ancora più significativo farlo in occasione di San Valentino.
Hai partecipato a numerose edizioni del Festival di Sanremo. Qual è il ricordo più bello?
Tra i tanti Sanremo a cui ho partecipato, ci sono momenti che ricordo con grande piacere e altri con un po’ di dispiacere.
Uno dei ricordi più belli è sicuramente l’ultima serata di Montagne Verdi. Quell’anno, in finale, eravamo sei giovani artisti, ma alla fine arrivai solo io a competere con i big. E parliamo di veri giganti della musica, artisti del calibro di Domenico Modugno.
Immagina la scena: una ragazza timida, con gli occhi spalancati dalla paura e dall’emozione, che si ritrova improvvisamente su quel palco, accanto a nomi così importanti. Iniziare a cantare Montagne Verdi fu un momento magico, perché mi sembrava di vivere una favola.
Era il mio sogno che si avverava. Fin da bambina sognavo di cantare a Sanremo. Quando avevo sei anni, giocavo a fare la cantante con quello che avevo a disposizione: una sedia, un manico di scopa come microfono… E dicevo sempre: Il mio sogno è andare a Sanremo! Lo ripetevo con così tanta convinzione che alla fine ce l’ho fatta. Energica, inconfondibile e con una carriera che ha attraversato decenni senza mai perdere smalto, Marcella Bella è una di quelle artiste che non ha bisogno di presentazioni. La sua voce, potente e graffiante, ha lasciato un segno indelebile nella musica italiana, regalando hit iconiche.
Eppure, dopo anni di successi, reinvenzioni e collaborazioni straordinarie, Marcella non ha alcuna intenzione di fermarsi. Anzi, è più determinata che mai.
L’artista è pronta a salire sul palco dell’Ariston e a dimostrare che la sua voce non ha età, e che la passione per la musica è il suo vero segreto di giovinezza.
E poi Montagne Verdi ha un significato profondo, che spesso passa in secondo piano rispetto alla melodia. Molti non si soffermano sul testo, ma per me quelle parole raccontano qualcosa di importante
Dentro Montagne Verdi c’è tutta la mia storia, il racconto di me che lascio la Sicilia, gli amici, gli affetti. Attenzione, però: non lascio un amore, perché in quel momento non c’era.
Le Montagne Verdi non sono altro che le mie speranze, ciò che vado a cercare al Nord. Sono il simbolo dei sogni, delle opportunità che inseguivo e che poi ho trovato insieme all’amore.
È davvero la storia della mia vita racchiusa in una canzone.

La tua famiglia ha avuto un ruolo importante nella tua carriera musicale, in particolare tuo fratello Gianni. Come sarà partecipare a Sanremo senza di lui?
Chiaramente, nel mio lavoro, una delle cose che mi manca di più è l’estro musicale di Gianni. Lui aveva un talento straordinario per creare melodie incredibili. Purtroppo, al momento non scrive più, e questa è una grande perdita per me dal punto di vista artistico.
Nonostante ciò, ho cercato di colmare questa mancanza sforzandomi di ricordare il suo modo di comporre, il suo approccio alla musica. In un certo senso, l’ho un po’ “copiato”, cercando di seguire la sua stessa impostazione nel creare nuove canzoni.
Sanremo, ovviamente, mi emoziona sempre e un po’ mi manca la sua presenza accanto a me, ma vediamo come andrà. Spero che Gianni mi segua, mi veda in televisione e approvi questa mia canzone, anche se non l’ha scritta lui.
La tua carriera è iniziata negli anni ’70. Da allora la musica è cambiata moltissimo. La tecnologia ha trasformato il modo in cui la musica viene prodotta e consumata. Come ti sei adattata a questi cambiamenti nel corso della tua carriera?
Sai, io amo quasi tutti i generi musicali. Nel corso della mia carriera mi sono avventurata anche nel soul: con Mario Biondi ho realizzato un intero album di canzoni soul. Ho sperimentato anche il jazz, quando ho trascorso un periodo in America con Joe Maccione e ho cantato alcuni brani con lui. Dai pezzi lenti a quelli più ritmati, fino alle influenze cubane, ho esplorato diversi stili.
Ho anche interpretato brani legati alle mie radici, come Sicilia antica. Forse sei molto giovane e non lo ricordi, ma se ascolti Sicilia antica noterai che, cantata in siciliano, ricorda un fado portoghese. Spero che tu sappia cos’è un fado: è un genere musicale profondamente emozionale, cantato con l’anima. In Portogallo, Amália Rodrigues era una delle voci più celebri di questo stile, capace di trasmettere emozioni intense attraverso il canto.
Come ti dicevo, amo qualunque genere musicale, tranne quelli in cui si parla più che si canta. Io sono una cantante e preferisco esprimermi attraverso il canto.
Per me, oggi, realizzare una nuova canzone significava essere al passo con i tempi. Non avrebbe avuto senso proporre qualcosa di non moderno, che non potesse piacere anche ai più giovani. La scelta di Pelle di diamante è stata voluta proprio per questo: avrei potuto presentarmi con un brano di grande melodia, ma abbiamo preferito una strada più complessa, più audace, ma anche più attuale.

La moda ha sempre avuto un ruolo nel tuo stile artistico. Come scegli i tuoi look per le esibizioni e quanto è importante per te l’aspetto visivo?
L’abbigliamento è un elemento molto importante perché, attraverso un vestito, puoi esprimere tutto ciò che hai dentro. Puoi comunicare la tua personalità, la tua femminilità o, al contrario, un lato più androgino, a seconda del messaggio che vuoi trasmettere agli altri.
La scelta di un look, soprattutto a Sanremo, è qualcosa a cui presto molta attenzione. Ricordo, ad esempio, quando partecipai con Senza un briciolo di testa. Quell’anno c’erano otto donne in gara, tutte artiste straordinarie: Anna Oxa, Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Donatella Rettore… Insomma, un cast incredibile. Ognuna cercava di distinguersi anche attraverso il look, con scelte davvero sorprendenti.
Donatella Rettore, ad esempio, si presentò vestita da angelo, mentre Loredana Bertè indossava un outfit in pelle con una finta pancia da donna incinta, un’idea rock e provocatoria. Anna Oxa, invece, sfoggiava un look molto particolare, con un cappello e un abito bellissimo, ma sempre originale nel suo stile.

Di fronte a tutta questa eccentricità, io scelsi di puntare sulla semplicità e sulla femminilità. Optai per quattro tailleur super eleganti e sensuali, disegnati da Jean Paul Gaultier, con la vita strizzata e la gonna aderente. Una scelta minimal, ma d’impatto, che mi permise di esaltare ancora di più la potenza della canzone, arrivai terza infatti, prima di tutte quelle giganti della musica.
Con quale artista del passato avresti voluto duettare e con quale artista del presente ti piacerebbe collaborare?
Sono molto curiosa musicalmente e aperta a quasi tutto quando si tratta di cantare. Ripeto, parlare mi risulta più difficile: quelle tendenze di oggi, come la trap o il rap, non mi vengono naturali. Non ti nego, però, che mi piacerebbe anche provare, perché la curiosità musicale fa parte di me.
Sono disponibile a collaborare con qualsiasi artista, anche se, naturalmente, preferirei cantare con voci straordinarie come Elisa o Giorgia. Mi affascina il confronto con grandi interpreti. In passato, ho avuto l’onore di duettare con artisti importantissimi, tra cui Mina. Un giorno, nella sua sala di incisione, ci siamo divertite a cantare insieme una canzone di Battisti. È stata molto carina e generosa con me, un momento che porto nel cuore.
Avrei dovuto realizzare un disco con Battisti, che era un vero mostro sacro, ma non mi è andata male comunque: ho avuto la fortuna di duettare con un grande cantante come Gianni Bella. Anche se era mio fratello, va detto che aveva una voce straordinaria, e sono orgogliosa di aver cantato con lui.
Che ne pensi del FantaSanremo?
Beh, è un gioco divertente! Certo, potrebbe costringermi a scendere le scale con i tacchi… e questo mi preoccupa un po’, perché non so come farò! Ma troverò un modo, anche a costo di togliermeli dopo i primi passi!
Comunque, voglio partecipare, perché è un’iniziativa che mi avvicina ai giovani e mi diverte. È bello vedere come Sanremo riesca a coinvolgere il pubblico in modi sempre nuovi.
Vediamo se riuscirò a far felice qualche squadra di ragazzi che mi ha scelto… magari porterò punti preziosi!
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Foto in copertina di Fabio Frustaci / Ansa