Generic Animal, un romanzo di formazione

Una serie di fotografie dai colori acidi, saturi: ecco come si presenta Presto, il terzo disco di Generic Animal, al secolo Luca Galizia classe ‘95.

Dodici fermoimmagine sulla sua vita, sulla sua crescita, sul cambiamento, perché proprio di questo si parla: Luca, nel 2018, con il suo primo album da solista ci donava dei bozzetti descrittivi di una provincia con un palette di colori ben definito e piuttosto povero. Qualche mese dopo ci faceva ascoltare un divertissement tra l’emo e l’hip hop, Emoranger.

Oggi vediamo dove hanno portato questi due primi lavori ben riusciti: Presto è un disco coerente, forse più pensato e ragionato, ma sempre molto personale e a tratti sghembo proprio come è lui, Luca. E ce lo immaginiamo davvero lì, sul suo letto nel sottotetto milanese con in braccio una chitarra a mettere in ordine i pezzi con i-rig e garageband, poi manda tutto al suo amico Carlo Luciano Porrini (dei LEUTE) e finiscono il lavoro.

Dicevo, più coerente, ma forse più maturo.

Infatti i temi sembra che abbiano un respiro più ampio, sembrano più generali, ma pur sempre trattati in modo personalissimo da Luca che per parlare di un rapporto andato male, per esempio, si distrarrà sullo schermo del cellulare rotto. E ci parlerà del cambiamento, “non so più niente di me”, ma anche della sua voglia di “provare a testarmi” in Sorry. E ci racconterà del fatto che ora è un professionista, ma ha paura dei palchi e di sbagliare perché “non è come l’università”, e anche dei rapporti non sempre semplici con i colleghi perché “mi scoccia ammettere che ho tanto da imparare”.

In un altro frame vediamo anche il suo ghigno da piccola peste che lancia i sassi agli alveari, oppure fa raccontare al giovane rapper varesino Nicolaj Serjotti di quel brivido tipico dell’infanzia di quando si prova ad andare in bici senza mani. Ma racconta anche un’adolescenza meno serena, quella descritta dalle parole e dalla voce di Massimo Pericolo che ci offre una perla di lucido nichilismo.

“Se mi parli sempre dei tuoi sbagli/E chiedi consiglio a me/Che ho imparato tutto da te”

Foto di Domenico Nicoletti
Quindi ci sono i ricordi, ancora suoi personalissimi, in Volvo, legati alla figura di un padre che ora è un amico, delle domeniche a ballare Dalla in salotto

Ci sono anche dei ricordi non suoi e né della generazione Z. Perché quando i Nirvana sono stati a Milano lui non era ancora nato, quindi sono ricordi di gente più grande di lui. E con l’uso spasmodico di metonimie continua a raccontarci ancora di disagi generazionali come la questione dei soldi, ma non ci dirà di quanto sia difficile trovare un lavoro che non sia sottopagato, no no, non gli interessa: per lui è più utile dirci di quella volta che ha perso i 700€ del merchandising. E quando deve parlare del disagio di vivere e della difficoltà a essere all’altezza delle aspettative lo fa facendosi aiutare da Franco 126.

“In una corsa contro il tempo/io già lo so che perderei/Mi chiedo tu come è che fai/io già lo so che impazzirei”.

Adelio è un vero e proprio inno post-rock e, con Scarpe #2 in chiusura, evidenzia il carattere minimale, personale e mai ammiccante o ruffiano del disco.

Generic Animal, anche qui, arriva lieve, ma brutale al contempo, soprattutto per la leggerezza con cui vengono trattate le ormai sedimentate sensazioni di fastidio quotidiano.

Mai lamentoso e mai diretto, Presto è un disco personalissimo ma anche generalissimo, ricco di immagini esaltate da un’urgenza verbale ipercreativa. Presto è il disco di entrata di Luca Galizia nel mondo adulto, che continua a sputarci in faccia la sua bruciante voglia di esprimersi senza troppe limitazioni. Infatti troviamo una vasta gamma di sonorità che vanno dal post-punk all’emo, dal math rock alla trap, ma con echi soul e un forte carattere hip hop.

Presto è urgenza, è rivendicazione di libertà espressiva. È crescita e ricerca di un proprio spazio e una propria dimensione, infatti “ho scelto un posto e non lo cambio”. Generic Animal, come progetto, è il romanzo di formazione che ha come protagonista Luca Galizia, ma anche qualunque ragazzo sui venticinque che oggi si affaccia al mondo adulto. Presto è poter dire senza troppe smorfie: “Non avevo voglia di uscire sai/E ho mangiato una pizza surgelata”.

Ascolta qui il nuovo album di Generic Animal

Foto di Domenico Nicoletti

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