Parlare di Niccolò Contessa è estremamente difficile. È un tipo sfuggente, la cui privacy è inattaccabile: è cosa nota. Il “problema” principale in realtà siamo noi, i suoi fan (o adepti, di cui il sottoscritto è fieramente e violentemente parte). Probabilmente visti da fuori sembriamo membri di una setta, persone votate al Contessa-pensiero. Per anni abbiamo scandagliato l’internet alla ricerca di un qualsivoglia indizio, citandolo continuamente e vivendo nell’attesa. Ogni cosa riguardante Niccolò Contessa può essere motivo di gioia o di profonda frustrazione. È cambiato il mondo, è cambiata la musica, siamo invecchiati fallendo e rinunciando alle velleità giovanili: ma per noi Contessa è rimasto Contessa. Ci svegliamo ancora parlando di dischi, bagni nel mare e umanità nelle nostre vite grigiformi, avvolti in giacche e inutili ferie. Il famigerato “quarto album dei Cani” ha riempito racconti, meme, pagine social. E poi Post Mortem è arrivato di botto in un’anonimo giovedì di aprile.
Immaginate il frastuono.
Reagii d’istinto: taccuino elettronico, voglia di scriverne ed urlare al mondo quanto avessimo aspettato questo momento. E invece no: solo qualche storia su Instagram, qualche condivisione, commenti sparsi. E ho ritrovato lo stesso comportamento da parte di tanti fans: ci si ubriaca tutti insieme e poi nessuno ha voglia di parlare. Una euforia di massa seguita da un freddo post orgasmico generale.
Ancor più inatteso è stato l’annuncio del tour: tante date, praticamente tutto sold out.
L’autunno e parte del freddo inverno esaudiranno il nostro desiderio di vedere e sentire di nuovo dal vivo Niccolò. Ci sentiremo ancora parte di una comunità di privilegiati, ricorderemo con malcelato distacco i tempi in cui avevamo gli stessi problemi dei pischelli di oggi.
Osservo i biglietti del concerto di Napoli, quella scatola nera nascosta in piena vista. Come reagiremo a questo tour dei Cani? Era un desiderio così profondo che pensavamo potesse non avverarsi mai. Ne saremo sconvolti? Sarà la fine di qualcosa? Mi sono posto queste domande diverse volte nell’attesa del quarto album. A distanza di qualche mese e a pochi giorni dall’inizio del tour, forse siamo pronti a fare i conti con Post Mortem?

“Perché pure a sparire ci si deve abituare”: finiva cosi Aurora, 2016. Frase iconica, chiave di supposizioni, teorie fantasiose, batticuori mai sopiti.
Di quella meravigliosa traccia, la parola che mi ha sempre devastato non è “sparire” ma “abituare”. Sparire è qualcosa che ha un tempo fisico finito: la morte arriva e ti assale il buio eterno. Abituarsi, invece, è qualcosa di indefinito, che non ha tempi o modi: è un sospeso infinito. Niccolò Contessa si è e ci ha condannati a viverlo e a immaginarlo sospeso. Ha riversato questo concetto sulle nostre vite, sul nostro crescere senza mai rompere del tutto con i capitoli precedenti. Ci siamo impantanati come soldati del Vietnam in paludi d’ansia, con la nostalgia a mangiarci i piedi, con estrema fatica abbiamo rincorso una sparizione metafisica senza mai abbracciarla. Ci ha donato chiavi di una porta che non esiste: una dimensione oscura in cui vagare per sempre (citazione dei Cavalieri dello Zodiaco, eh si).
Per questo banale motivo, intitolare il quarto album “Post Mortem” è stata una genialata.
Se abbiamo negato ci fosse un punto fermo, il Post Mortem è qualcosa di ancora più indefinito. Il Post Mortem è qualcosa che per definizione non ci appartiene (appartiene a chi ci circonda) e che ci spaventa.
Eppure, Contessa ci sorprende per l’ennesima volta. Il disco si apre con una tetra dichiarazione d’intenti: “io“, ci riporta con i piedi per terra. Il metafisico di cui ci parla il titolo (e la narrazione di Aurora) diviene fardello fisico e concreto: sono Io il centro di tutto, Io il centro dei miei successi e dei miei fallimenti. Ma non lasciamoci deviare dalla retta via: quel che sembra fisico è in realtà staccato dal sé. Contessa parla di sé stesso raccontandosi a sé stesso, in un loop infinito.
È rimasto il ragazzino che passeggiava per Corso Trieste, che osservava i pariolini di 18 anni e che amava Milano e Pasolini. Ciò che adoro di Niccolò Contessa (e che mi fa disperare allo stesso tempo) è il modo asettico e analitico con cui ci parla della sua vita e di ciò che lo circonda. Un modo per mantenere una giusta distanza tra sé e chi lo ascolta. È come se lui fosse su un treno in corsa le cui porte per noi sono sbarrate e ci affanniamo ad aggrapparci a ogni centimetro della sua musica per dare un senso alle nostre frustrazioni, al nostro peregrinare. I quattro dischi, soprattutto Post Mortem, rappresentano un racconto da Contessa a Contessa: un modo di guardarsi allo specchio in cui c’è poco spazio per noi. Eppure, è uno spazio vitale.

Personalmente, la produzione musicale dei Cani è qualcosa che mi aiuta a scalare le pareti, qualcosa di necessario. Sembra analizzare la mia vita, senza volerlo affatto, e questo rende onore al suo lavoro di artista. Ed è probabilmente questo che rende la comunità dei fan di Contessa così unita e forte.
Musicalmente, il disco si regge su una produzione solida e matura, impreziosita da dettagli minimali che rendono l’atmosfera claustrofobica.
Niccolò si è chiuso in studio per creare un disco elaborato e prezioso come ogni dettaglio della nostra vita. L’elettronica scanzonata DIY del Sorprendente album d’esordio è diventata ordinata, precisa: nell’enorme libreria dei ricordi di una vita, invecchiare significa comprendere che ogni momento è stato prezioso. Anche le cene andate male, gli amici che impazziscono, i piccoli momenti di felicità non da prima pagina. La nostalgia, l’eterna nostalgia, ci fascia le mani e infiamma le nostre cicatrici. Contessa lo sa, lo sappiamo anche noi.
Il disco scorre via e il nostro senso di sospensione resta costante. Raccontare è difficile, non è lo è meno immedesimarsi. Essere fan di Contessa è difficile. Ci vediamo sotto palco.
Il Tour di “Post Mortem”
01 Novembre – BOLOGNA – Estragon(open act: Laguna Bollente)02 Novembre – BOLOGNA – Estragon(open act: Laguna Bollente)05 Novembre – BOLOGNA – Estragon(open act: Laguna Bollente)06 Novembre – BOLOGNA – Estragon(open act: Laguna Bollente)10 Novembre – BOLOGNA – Estragon(open act: Laguna Bollente)11 Novembre – PADOVA – Gran Teatro Geox(open act: Laguna Bollente)14 Novembre – ROMA – Atlantico(open act: ragazzi stanchi)15 Novembre – ROMA – Atlantico(open act: ragazzi stanchi)16 Novembre – ROMA – Atlantico(open act: ragazzi stanchi)18 Novembre – ROMA – Atlantico(open act: Neoprimitivi)- 19 Novembre – ROMA – Atlantico (open act: Neoprimitivi)
23 Novembre – MILANO – Alcatraz(open act: Ondakeiki)24 Novembre – MILANO – Alcatraz(open act: Ondakeiki)- 25 Novembre – MILANO – Alcatraz (open act: Ondakeiki)
30 Novembre – VENARIA (TO) – Teatro Concordia(open act: Giulia Impache)- 01 Dicembre – VENARIA (TO) – Teatro Concordia (open act: Giulia Impache)
03 Dicembre – FIRENZE – Teatro Cartiere Carrara(open act: Asino)- 04 Dicembre – FIRENZE – Teatro Cartiere Carrara (open act: Asino)
06 Dicembre – MOLFETTA (BA) – Eremo Club(open act: Gaia Rollo)- 07 Dicembre – MOLFETTA (BA) – Eremo Club (open act: Gaia Rollo)
10 Dicembre – NAPOLI – Casa della Musica(open act: Ex Men)11 Dicembre – NAPOLI – Casa della Musica(open act: Ex Men)
No Comment! Be the first one.