Scende dall’Himalaya, Gigante porta Tempesta

Gigante è il progetto solista di Ronny Gigante, già bassista dei Moustache Prawn. Nel 2018 è uscito con il suo disco d’esordio “Himalaya” riscuotendo buoni consensi di pubblico e critica. Il nuovo singolo Tempesta è appena uscito. Valeva la pena fargli qualche domanda.

Ho seguito il progetto di Gigante sin dall’inizio e in questo nuovo singolo io percepisco un cambiamento. Ti confesso che ho avvertito quasi la voglia di avvicinarsi a contesti più commerciali e di facili conquiste. Non che ciò sia necessariamente qualcosa di negativo, anzi. Puoi smentirmi, per favore, o confermarmi?

Esatto, in questo pezzo ci sono dei cambiamenti, io credo che un artista non debba rimanere fossilizzato su un sound ben preciso, una volta individuata la propria chiave un progetto può muoversi in qualsiasi direzione e poi ci sono molti fattori che determinano il mutamento di sound, ad esempio le influenze, ciò che si respira nel aria (musicalmente parlando), il voler sperimentare.  Per me non ha senso proporre qualcosa che si è già fatto con un album precedente. Apprezzo molto ad esempio la scelta stilistica degli Arctic Monkeys con il loro ultimo disco, certamente nel 2018 non potevano fare uscire un disco come Humbug (discone). Sono sicuro che il mio secondo disco non suonerà mai come il primo, il terzo mai come il secondo e così via.

Cosa ascoltavi durante la scrittura dei brani di “Himalaya”? E cosa stai ascoltando adesso?

Durante la scrittura dei brani di “Himalaya” ascoltavo principalmente: Grizzly Bear, Beirut, Alt J, Iosonouncane, Banco del mutuo soccorso, Battiato, e tanti altri. Ora, rispetto a prima, sono un po’ più i fissa con i suoni anni 70/80 e ascolto molto anche Battisti, la prima Mina, progetti come Unknown Mortal Orchestra, mi sono innamorato di Yellow Days, Tom Rosenthal, Patric Watson, sto riascoltando spesso anche i Tame Impala.

Una domanda che faccio sempre nelle interviste: c’è qualcos’altro oltre alla musica che ti influenza nella fase di scrittura dei pezzi? Libri, cinema, serie tv, altre forme d’arte. Mi piacerebbe che mi raccontassi le cose a cui sei più legato.

Non mi piace parlare della mia vita nei miei pezzi. Quindi si, libri, cinema e serie tv mi influenzano molto nella scrittura delle canzoni. Ad esempio se c’è un libro che mi ha colpito particolarmente è più facile per me scrivere un pezzo, oppure una cosa che faccio è creare un collage di argomenti o storie che ho trovato interessanti tratti da qualsiasi cosa.

All’inizio, appena il progetto Gigante uscì allo scoperto – e confesso che anche io su Stormi fui uno di questi – si parlò di somiglianze con Iosonouncane. Credo, col senno di poi, che di questo paragone se ne sia un po’ abusato. Come l’hai percepita tu questa considerazione da parte della critica e come l’hai vissuta? No, perché dal singolo appena uscito Tempesta, apparentemente, direi male. Sembra proprio tu stia cercando di distinguerti e allontanarti da quel confronto.

Sicuramente è un artista che apprezzo molto, è stata una bella scoperta del passato che ha influenzato in qualche modo sulla scrittura di “Himalaya”, mi fa piacere che la gente mi associ a lui, ma direi che la sua e la mia strada siano senza dubbio diverse.

Sono un maniaco delle liste. Mi elencheresti tre italiani, della scena indipendente attuale, che ti piacciono? Quali sono invece i tre artisti o le tre band della scena indie internazionale a cui sei più legato?

Colombre, Giorgio Poi e Colapesce.

E Tom Rosenthal, MGMT, Tame Impala.

Gli altri Moustache Prawn, la band da cui provieni e di cui sei il bassista, cosa pensa di Gigante? Ti consigliano mai sulle scelte? È capitato ti criticassero e se sì come percepisci l’intervento esterno quando concepisci un brano? Ti lasci influenzare o sei più uno che percorre la sua strada senza tenere più di tanto conto degli altri?

I Moustache e Gigante sono due mondi completamente diversi, ogni tanto mando loro dei provini e altra roba per un feedback generale, questo si, ma non mi lascio influenzare tantissimo. Altra differenza è che in questo progetto i pezzi li scrivo da solo e devo dire che mi piace come approccio alla musica, credo di essere più libero su molte scelte, giuste o sbagliate che siano.

Dopo l’uscita di questo singolo cosa succederà adesso? Una domanda che faccio sempre a chiunque: c’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare, magari in un feat.?

Quando uscì il pezzo “Niente di strano” di Giorgio Poi uno dei primi commenti fu il mio, gli scrissi che primo o poi avremmo fatto un pezzo insieme. Non lo conosco di persona ma credo che lo farei con lui un feat.

La cosa più importante per te in questo momento.

Continuare il lavoro con la mia squadra e non perdere il ritmo.

1 Comment


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *