La musica, anche se a volte non sembra, è in continuo cambiamento, è un camaleonte generazionale. In continuo cambiamento è anche, tendenzialmente, il gusto musicale di chi la ascolta, quella tra generazioni e musica è una vera e propria osmosi. Cambiamo e cambiamo quindi le voci narranti della nostra vita, cambiamo i parolieri e lasciamo che cambino i suoni.
Nel caso dei musicisti, invece, è sempre azzardato e complicato definire se sia la musica a cambiare un musicista o se sia la sua musica a cambiare perchè è egli che cambia, forse perchè in realtà qualsiasi tipo di cambiamento avviene solo se si è empatici.
È per questo che, trovandomi circondata di dischi insieme agli Eugenio in via di Gioia non potevo non chiedergli come prima cosa:
Quale disco ti ha cambiato la vita?
Il vostro disco sembra un mantra, lo avete scritto per voi o per chi vi ascolta affinché possa fare tesoro ?
È bello quello che hai pensato perchè effettivamente è così, questo disco soprattutto serve a calmarci, poi ci sono molte frasi che vengono ripetute in maniera mantrica proprio perchè è molto spirituale ma nel senso più ampio del termine. È un disco molto più riflessivo e riflettente!
Con quante mani lo avete scritto questo disco? E soprattutto siete partiti prima dai suoni, dalle parole, da una vostra consapevolezza?
A differenza dell’altro disco abbiamo fatto meno prove live in sala come accadeva prima. Abbiamo iniziato si può dire a registrare da subito sperimentando molto di più i suoni, perciò la fase di scrittura e quella di composizione stavolta quasi si sono sovrapposte. Mentre prima queste fasi erano staccate, in questo nuovo disco sperimentando di più ci è venuto spontaneo metterci tutti le mani, persino nei testi, nonostante non fosse una cosa facile perchè i testi sono una componente fondamentale della nostra musica.
C’è quindi una consapevolezza diversa rispetto a chi volete essere attraverso la vostra musica. Tornando indietro cambiereste qualcosa o migliorereste qualcosa?
Non cambieremmo nulla perchè le cose hanno i loro tempo e noi ci siamo sempre impegnati a dare il meglio in quel tempo nonostante magari le ristrettezze. E poi oltre ad essere il massimo per noi è stato soprattutto il giusto in quel momento! Cioè ogni passaggio che abbiamo fatto era coerente con i nostri mezzi. Quelli che ora, guardandoci indietro, ci possono sembrare dei limiti erano in realtà i mezzi migliori per arrivare a chi volevamo arrivare.
Ad esempio, banalmente avevamo come budget per il primo disco 700 euro e per questo abbiamo fatto tutto in presa diretta in tre giorni, quindi quello che oggi tra virgolette può sembrare un disco realizzato male all’epoca è stata la cosa migliore che potesse succederci perchè da quello poi abbiamo preso tanta consapevolezza rispetto a noi e quindi inevitabilmente alla nostra musica. Traspare molto il nostro animo busker di quel periodo, e noi cerchiamo sempre di essere molto coerenti. Con i primi lavori pensavamo di voler e poter riprodurre sul palco quello che accadeva sul disco. Poi invece ci siamo resi conto che questi due piani d’esistenza musicali sono staccati, e per questo siamo stati più attenti agli arrangiamenti stavolta.
Quindi siete passati da un primo disco fatto come si faceva negli anni ’60 ad una prospettiva di concerto libero e sperimentale per rimanere in tema. Ma chi vorreste che ascoltasse il vostro disco, chi vorreste ai concerti, a chi vi rivolgete?
A tutti! A più gente possibile, non abbiamo nessun limite: siamo come la Disney! Però siamo una Disney con diversi gradi di lettura per tutte le età! Anche perchè gli album precedenti erano più didascalici e quindi era più semplice reinterpretare i testi.
Eh già perchè più il megafono arriva lontano più il rischio di distorsione del messaggio è possibile, si sa che nonostante si provi a dare un messaggio poi molte cose vengono liberamente interpretate da chi ascolta. E per questo vi chiedo di farmi una sorta di libretto delle istruzioni per il primo ascolto di “Natura viva”: dove ascoltarlo, con chi, quando e bevendo cosa?
Emanuele: durante un massaggio rilassante con il disco in sottofondo, forse dico così solo perchè sono distrutto e vorrei un massaggio
Lorenzo: al mare, al tramonto con un bicchiere di vino bianco
Paolo: un bosco d’estate, sotto un albero con una bella bevanda
Eugenio: in una casa di montagna con un salotto, il camino acceso ed una bella cedrata mentre fuori c’è la neve.
A quale domanda avreste voluto rispondere?
Ragazzi sareste felici di collaborare con Aldo Giovanni e Giacomo? Il nostro sogno è conoscerli, lo so ti abbiamo deluso sul finale perchè ti aspettavi qualcosa di più aulico.
Intervista a cura di: Sara di Iacovo ph: Arianna Fraccon Location: Discoteca Laziale