Saffelli e le sue canzoni fuorifuoco

Saffelli prova a scrivere canzoni che nascono da abbracci, tra un mondo fatto di musica elettronica e un cantautorato moderno, fatto di immagini. Si serve di Milano, la sua città, come da sfondo alle relazioni e all’amore. Il suo più grande obiettivo è di scrivere una canzone che lo faccia vivere di rendita.

Saffelli alla fine ci conosciamo poco, mi descrivi in 10 parole questo progetto?

Ok che sono di poche parole, però 10 sono una bella sfida anche per me. Diciamo che il progetto Saffelli “Nasce dalla voglia di cantare fotografie e di scattare canzoni (fuorifuoco)“.

Il 25 esce “Ossitocina” sei carico per questo primo step? Il 24 notte riuscirai a dormire?

Lo aspetterò sveglio come un genitore aspetta il proprio figlio rientrare al coprifuoco a mezzanotte. Sarò sicuramente felice, magari poi inizio a leggere un libro o una serie. La sera ho sempre voglia di fare.

Ossitocina è il tuo debutto discografico come mai debuttare con un EP e non con un album?

Perchè penso che sia più smart, più diretto. Volevo arrivare dritto al punto senza troppi giri di parole. Con un disco sarei potuto andare fuori tema, avrei potuto concentrarmi più su alcuni pezzi a discapito di altri, e non volevo correre questo rischio.

Che poi leggevo un po’ in giro che l’ossitocina  influenza le nostre interazioni sociali, ha un po’ il potere di far girare il mondo. Ti sei posto questo fine?

Sono stato un po’ più egoista e me lo sono posto solo rispetto alle mie di interazioni sociali. Alla fine non so bene grazie a cosa giri il mondo, ma ho il sospetto che se girasse attorno all’ossitocina, saremmo tutti un po’ più felici.

Parlando di mondo team terra piatta o team terra tonda? (Meglio chiedere)

Diciamo che alle elementari mi hanno insegnato che la terra è tonda, per cui mi fido.

Oggi come dicono Le Coliche porta bene utilizzare la geografia nella musica, tu con Alaska però non volevi individuare un luogo? Che cos’è per te l’Alaska?

No, per me l’Alaska in questo pezzo non è uno stato, ma uno stato d’animo. Volevo focalizzarmi su qualcosa di freddo, di pungente, e paragonarlo alla malinconia che ci gira nello stomaco quando ci manca qualcosa. Che ci rende freddi, che ci fa calare il buio alle tre di pomeriggio.

Mi hanno detto che il tuo obiettivo è scrivere un pezzo che ti faccia vivere di rendita. Un titolo per questo tormentone?

Ci sto lavorando, non ho ancora il titolo, però ti posso svelare che il primo accordo è un SOL maggiore.

 Ah un’ultima cosa un consiglio per chi viene a Milano ?

Di non prendere la tangenziale dalle 17 fino alle 20, di farsi una passeggiata notturna che parta da Brera e arrivi in Via Torino e di andare sempre nell’ultimo vagone della metropolitana se vuole sperare di sedersi.

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