Un mese che si compone di malinconia e di aspettative, un addio alla bella stagione con lo sguardo rivolto già verso il Natale, il mese della routine e dei primi maglioni. Angela Iris racchiude tutto questo nel suo singolo di esordio, perché alla fine è sempre Settembre.
Quando ho sentito “Settembre” ho pensato che fossi l’Anna Oxa del nuovo secolo.
Davvero? Grazie! Per me è troppo non esageriamo dai! Mi fa molto piacere anche perché Anna Oxa è molto particolare nello stile, ma anche nel timbro di voce.
Questo tuo brano di esordio l’ho trovato molto introspettivo, ce ne parleresti?
Settembre è un mese un po’ strano. Rappresenta il periodo di transizione tra il vecchio e il nuovo anno, la paura per il futuro, le domande a cui non saprai mai rispondere e che inevitabilmente continuerai sempre a farti. La canzone parla di tutto questo e l’ho scritta in un periodo abbastanza difficile della mia vita, in cui dovevo fare delle scelte molto importanti e stavo finendo il mio percorso universitario.
Settembre è un po’ un mese triste, come il Lunedì per i giorni della settimana.
Sì, effettivamente è un po’ così, perché come il lunedì che arriva dopo la domenica settembre arriva dopo le vacanze. Ci vuole un po’ di tempo per abituarsi all’idea che l’estate sia finita e che bisogna affrontare nuovi impegni e avventure.
Una marcia in più al pezzo penso la dia la produzione, come siete giunti a questo equilibrio tra un brano che può sia partecipare a Sanremo ma anche essere inserito su Indie Italia?
Il produttore del brano, che tra l’altro è anche un mio carissimo amico, è Giovanni Carnazza. Gio è riuscito subito a inquadrare il brano che gli ho fatto sentire con un provino chitarra-voce. È successo tutto per caso quando, dopo avergli inviato una decina di brani per vedere se sarebbe riuscito a tirare fuori qualcosa con le sue produzioni, ha sentito settembre e ha detto che avremmo dovuto lavorare su quella canzone. Io volevo qualcosa di moderno, ma nello stesso tempo intimo e romantico. Lui ha capito subito e ci siamo venuti incontro in maniera naturale.
Sei partita con un grande singolo ma cosa ha più senso fare oggi, un disco o un singolo?
Secondo me i dischi sono una cosa fantastica. Raccontare un periodo, delle idee o delle storie attraverso un insieme di canzoni collegate e racchiuse in un cd credo che sia una cosa bellissima e anche molto impegnativa per un cantante ai giorni d’oggi. Perciò penso anche che fare una serie di singoli per testare se si riesce a comunicare propriamente col pubblico non sia una cattiva idea. Farsi conoscere per poi cercare di capire se è possibile pubblicare qualcosa di ancora più completo come un EP o un CD.
Settembre è sicuramente l’inizio di un percorso, che ci porterà dove?
Spero che ci porterà da qualche parte. Ancora non so bene dove. Insieme a Fotonica Label, Phaser Studio e Giovanni Carnazza stiamo lavorando a nuovi pezzi che usciranno presto. Ora sono in tour per presentare “Settembre”.
Come saluti lo stagno?
Ciao a tutti i fan delle Rane. Vi ringrazio tanto per questa chiacchierata, continuate così perché grazie a voi molti cantautori della scena indipendente ed emergenti riescono a raggiungere un maggior numero di persone.
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