Adult Matters – Blue Car [Anteprima Clip]

Oggi vi presentiamo in anteprima il videoclip di “Blue Car” un brano di Adult Matters. Una break up song sofferta in cui l’artista racconta la nascita e la fine della relazione con un uomo. Dalle passeggiate nei boschi fino primi baci dati in auto ascoltando Joni Mitchell l’arrangiamento minimale della canzone culla l’ascoltatore fino a chiudersi in dissolvenza come una storia d’amore senza futuro.

Con questo video Francesco Corti e Simone Nocchi hanno voluto ricreare la sensazione di tristezza e la disillusione evocata dal brano dandole una nuova veste: Adult Matters, protagonista del video, viene lasciato solo a una festa che non avrà mai inizio. In preda a una disperata fame nervosa cercherà di consolarsi divorando l’intera torta di compleanno. L’abito elegante di un celeste chiaro e vulnerabile fa da contrasto con il rosso acceso dei palloncini sparsi per la stanza, una festa in cui non c’è nessuno con cui ballare, una festa per cuori spezzati.

Blue Car è il brano di chiusura di Flare Up, disco uscito il 2 aprile 2021 per Coypu Records che ne ha stampato una tiratura limitata in CD e tape già esaurita. Il disco è stato anticipato dai singoli con video My Body e The Whole World entrambi incentrati sul concetto di crescita e scoperta di sé.

Adult Matters è il progetto solista del viterbese Luigi Bussotti, un progetto estremamente intimo in cui, come pagine di un diario, ogni canzone descrive esperienze personali vissute senza alcun filtro o finzione. La triste vita di provincia, l’ha portato a scoprire i grandi dischi folk degli anni 70, per poi crescere e dirigersi verso un indie rock confidenziale in cui le chitarre elettriche abbattono le stanze del bedroom pop da cui è partito. Per l’occasione abbiamo fatto qualche domanda all’artista.

Guarda in anteprima qui il video di Blue Car

Ciao Adult Matters, come stai? Parliamo di “Blue Car”, di cui oggi presentiamo in anteprima il video clip. Il brano è l’ultima traccia del tuo ultimo disco “Flare Up” uscito lo scorso anno. Parlaci del brano: come nasce e che storia racconta?

Ciao, Le Rane! Sto bene, grazie.

“Blue Car” è il brano che chiude il ciclo di “Flare Up”, il mio secondo disco uscito ad Aprile via Coypu Records. Dentro questo brano ci sono sentimenti contrastanti, e i registi del video Simone Nocchi e Francesco Corti sono riusciti a catturarli in maniera onesta e spietata. È una canzone che ho scritto nel 2018, e parla di una relazione che in fondo non è mai iniziata, proprio come la festa nel videoclip. Ho sempre sentito questo brano come la chiusura di qualcosa, la chiusura di un ciclo ed è proprio per questo che ho deciso insieme alle persone che lavorano con me di tenerlo come chiusura per “Flare Up”.

Il video diretto da Francesco Corti e Simone Nocchi ti vede protagonista, solo in una stanza addobbata a festa, una festa che però non avrà mai luogo. Un po’ come a voler sottolineare la solitudine dei versi “Where is love? / Where are all my dreams? / Where are all the words?”. Come è nata l’idea del video?

L’ idea del video devo dire che è nata in modo molto spontaneo, probabilmente perché ho lavorato con due persone che in qualche maniera sono state e sono dentro la mia vita.

Abbiamo girato il video una domenica mattina a Roma, è stato molto divertente. Loro conoscono quello che mi piace e quello che non mi piace, è stato davvero semplice capire in quale direzione andare.

Parlando invece del disco, ho potuto leggere in giro che questo lavoro rappresenta una sorta di punto di rottura con il passato. “Il passato resta solo un ricordo che non trova più residui nel presente, e la narrazione del proprio percorso personale respira libertà in composizioni strumentali caratteristiche e dalle influenze peculiari” (Rockit.it): ciò che volevo chiederti è se a distanza di quasi un anno, guardandoti indietro, credi sia ancora un punto di rottura e soprattutto verso quali dimensioni future si sta dirigendo il tuo progetto.

Sì, in molti hanno scritto di questo disco parlando di rottura, fine, cambiamento ed in un certo senso è vero. Quando ho scritto “Flare Up” (tra i miei 25 e 26 anni) stavo attraversando un periodo di forte cambiamento, molte cose nella mia vita interiore stavano cambiando, stava cambiando il modo in cui vedevo e percepivo il mondo ed è stata una sensazione molto bella ma allo stesso tempo destabilizzante.

Sono cresciuto in una provincia molto piccola, in una terra che amo molto perché la trovo piena di mistero, ci sono tantissimi boschi e tutto questo ha influenzato moltissimo il mio primo disco “Endings” uscito nel 2017 via Nervi Cani, un disco che si portava dentro quel mistero lì. “Flare Up” ha scombinato tutti i miei piani, mi ha fatto uscire allo scoperto, mi ha connesso con le città più grandi, con i concerti, con le persone che lavorano per e dentro la musica ed inconsapevolmente questa spinta verso l’esterno l’ho sentita anche mentre scrivevo il disco.

La grande fortuna che ho avuto è stata quella di aver creato dei rapporti veri, sinceri ed onesti con tutte le persone che hanno fatto parte di questo disco.

Stefano Frateiacci (Auden) ha prodotto il disco, ci abbiamo lavorato davvero tantissimo, lui sapeva in che direzione volevo andare, ho imparato tanto da lui e gli devo davvero tantissimo. Per me lui è un puro, un punk vero. Mi ha insegnato e lo sta ancora facendo a non avere fretta, a dare il tempo alle canzoni di crescere, spesso sono loro a suggerire la strada. In che direzione sto andando? Ho finito di scrivere il disco nuovo, un nuovo punto di rottura, sì. Ho esplorato emozioni nuove che prima non sapevo gestire, la rabbia. Per questo ho scritto delle canzoni piene di rabbia, sto crescendo e non voglio che la scintilla si spenga. Grazie mille per aver ospitato la premiere del mio video e per le domande.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *