Culture Club e lo stato di salute del “clubbing” italiano

Culture Club è la nuova rassegna di concerti che invade le scene milanesi e questo sabato giunge al suo terzo appuntamento. Sarà il Serraglio, come per le precedenti serate, il palcoscenico che vedrà le esibizioni di Tananai, Verano e Spinelli il prossimo 16 Novembre. Per capirci qualcosa in più ci siamo fatti una chiacchierata con Carlo Crippa e Luca Fedeli, organizzatori e ideatori dell’evento. Abbiamo parlato sia della genesi della rassegna ma anche dello stato di salute del “clubbing” italiano.

Culture Club fa subito sentire la sua forte presenza nella scena della musica live milanese. Come nasce l’idea di questa rassegna e per quali esigenze?

Il tutto è nato da me (Carlo Crippa) e Luca Fedeli, siamo nel giro delle serate milanesi da anni e abbiamo già lavorato su vari progetti assieme. Per noi scoprire nuove realtà e vivere tutto ciò che c’è di autentico nel panorama delle feste e dei concerti è una vera passione, potrei dire persino uno stile di vita.
Dopo una pausa di un anno la voglia di rimetterci in gioco era troppa. Ci siamo resi conto di essere pronti per un nuovo format in grado di unire tutto quello che abbiamo fatto e visto negli ultimi 5 anni. Da qui CULTURE CLUB, un party dedicato a chi ama la musica suonata bene, dove Live e Djset vanno a braccetto ma mantengono sempre una propria identità ben definita. Un ritrovo di musicisti, artisti e veri appassionati della “scena”.

Culture Club è in continua crescita. Dopo le prime due serate quali sono state le maggiori difficoltà riscontrate? Ci sarà qualche cambiamento?

La maggiore difficoltà è stata sicuramente trasmettere al pubblico che CULTURE CLUB non è solo un concerto ma un mondo da scoprire. Avendo avuto due live molto impattanti come il compleanno di Auroro Borealo con il quale siamo andati sold out prima di mezzanotte e Le Capre a Sonagli che hanno coinvolto tanti ospiti tra cui Edda, Fede Dragogna, Daniel dei Selton, Luca dei Verdena e Paletta del Punkreas, il concetto di “party” è un po’ venuto meno. In questo senso ha giocato anche il fatto che si pensa sempre al Serraglio come locale molto più da “live”.

La più grossa novità è che il DJ set sarà da questo sabato in una nuova saletta all’interno del Serraglio chiamata da noi GARAGE ROOM (chi verrà capirà ). Il DJSet con molta fierezza non sarà legato all’ “indie” o all’ “itpop”. Ormai questo è un mercato saturo e non è più nel nostro interesse. Il nostro DJ Tommiboy è di tutt’altro stile e vi invitiamo a venirlo a sentire, senza aggiungere altro.

Il nome Culture Club mi dà l’idea di un incontro trasversale di più Arti e non solo musica. La rassegna potrebbe essere arricchita in tal modo in futuro? Come invece saranno articolate le prossime serate?

Non escludiamo nulla, il Serraglio è molto grande e si presa a molte cose e il mio socio Luca non è un “fissato” solo sulla musica come me. La prossima serata è questo sabato è vedrà sul palco Tananai, Verano e Spinelli. Mentre il 30 novembre avremo l’onore di poter presentare il nuovo EP di Andrea Laszlo De Simone in un live decisamente diverso dal solito e anche qui vi invito ovviamente a vederlo di persona. Poi al Serraglio ci fermiamo fino al 25 gennaio perché il 13 dicembre faremo un evento speciale free entry al Rock ‘N’ Roll di via Bruschetti anche in occasione del mio compleanno con i live di Gionata e dei MOCA.

“Il brano di Tananai dedicato alla star di “Oroscopo” dimostra che spesso oggi la musica funziona come l’algoritmo di Google, e le idee latitano” si legge in un recente articolo su Rockit. Tananai sarà uno degli ospiti della vostra prossima serata, che ne pensate di questo “esausto citazionismo dell’itpop”?

A parte il fatto che il citazionismo nella musica italiana esiste da sempre, non voglio rispondere a questa domanda e dico solo che Tananai non dev’essere il caprio espiatorio per questo argomento perché è un’artista che vale e i suoi singoli andavano forti anche prima di Calcutta. Crediamo che i numeri li fanno gli artisti che hanno uno show forte e di valore, a prescindere da soli titoli o testi.

In Italia la cultura del “Clubbing” ha fatto e fa sempre un po’di fatica, fatta eccezione per alcune grandi città. Cosa vi sentireste di consigliare a chi si approccia a mettere su una realtà come la vostra?

Quello che ci sentiamo di dire è che noi ci proviamo attraverso un concept ben preciso e studiato per divertire, coinvolgere e fare innamorare. Troppo spesso (anche nelle città grandi) si pensa di poter fare clubbing con una grafica su IG e un dj che suona. Senza contare che in questa realtà c’è chi continua a proporre format che sono la copia della copia. Ovviamente non durano ma finita una si passa a quella successiva, con il problema che la gente perde la voglia e soprattutto la “speranza“ nel partecipare a una bella festa.

Probabilmente bisogna vedere questo lavoro con più serietà. Il nostro consiglio è proprio quello di non dare per scontato nulla, avere le idee chiare fin dall’inizio e mettersi nei panni del pubblico. Io e Luca siamo tra i tanti a Milano e sicuro ci sono parecchi gli organizzatori migliori di noi, non sappiamo come si evolverà CULTURE CLUB ma saremo sempre felici e consapevoli per aver dato il massimo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *