Nostromo racconta “Minuetto” traccia per traccia

Nostromo è Nicolò Santarelli, cantautore marchigiano classe 1994. Naviga a vista tra un tempo che non c’è più e un futuro che non c’è ancora, sospeso in perfetto equilibrio in un presente denso di ricordi, di necessari silenzi e di attese piene di sentimento.

“Minuetto” è il suo disco d’esordio, composto da 10 tracce che si muovono fluide tra ambientazioni post elettroniche e graffi retrò, ed è stato anticipato dai due singoli “Giradischi” e “Le canzoni di mia madre”.

Non è vintage, non andrà mai di moda perchè non passerà mai di moda. Nostromo è il tatuaggio sotto al loden, il giradischi con cui ascolti la musica ma soprattutto, Nostromo è il ricordo nostalgico che sai portarti dietro e vivere nel tuo futuro.

Ecco cosa gli abbiamo chiesto prima di farci raccontare il disco in uscita il oggi.

Nostromo, come il tonno, recitano i tuoi profili social. Partiamo allora dal tuo piatto preferito…

Giusta domanda di riscaldamento, ti dirò, da piccolo ero molto più selettivo. Ora sono arrivato al punto in cui mi piace praticamente tutto ma effettivamente una bella fetta di pane con il ciauscolo si batte difficilmente. Per chi non lo sapesse, è un salame tipico marchigiano, la fine del mondo.

MINUETTO è il tuo disco d’esordio. Da dove nasce questo titolo ambizioso e c’è in qualche modo qualche rimando al brano dell’immensa Mia Martini?

Minuetto è un titolo ambizioso, vero. Sono sempre stato affascinato da quel pezzo, scritto dal grande Califano, soprattutto dalla parola stessa. Ho scoperto che Minuetto è una tipica danza francese caratterizzata da piccoli passi. Ho pensato subito fosse quello il titolo giusto per il mio disco, che vuole essere una dolce danza preparatoria, un primo piccolo passo verso qualcosa. Poi chiaro, il richiamo al passato ci sta, figlio della mia generazione non posso non amare tutto ciò che non ho vissuto.

Qual è il filo conduttore che lega i brani presenti nell’album? Raccontami come nascono le canzoni di Nostromo…

Le canzoni di Nostromo, le mie insomma, nascono per caso ma guidate da una necessità, quella di buttare fuori qualcosa. Sono uno silenzioso, preferisco ascoltare e osservare. Ciò comporta avere un mondo dentro che spesso resta inespresso e inevitabilmente a una certa quella necessità bussa alla mia porta. Sigaretta, pagina bianca e chitarra in mano, così apro le danze. I dieci brani sono una piccola parte di ciò che ho vissuto negli ultimi due anni, ognuno è una piccola storia, che sia successa, che l’abbia immaginata o desiderata. Si parla anche di stati d’animo, di situazioni pesanti e leggere. Insomma, il disco parla un po’ di me, di chi sono e chi vorrei essere, o meglio, chi non vorrei essere.

“MINUETTO” – NOSTROMO // TRACK BY TRACK

SENI DI LIMONE

Seni di limone nasce come filastrocca, non ci ho passato l’esame di storia dell’educazione per scriverla e comporla. Fatemela passare, non mi permetterei mai di paragonarmi a nessuno dei grandi artisti, ma seni è un po’ la mia ballata dell’amore cieco. Amare a tal punto di perdere la vita nonostante si sia consapevoli di non reggere il tutto.

GIRADISCHI

Beh, Giradischi è il primo singolo e parla di un amore malato, di quelli che “ti voglio ma non ti voglio” . Degli amori silenziosi, sotto le coperte, di quelli che comunicano più con il corpo che con le parole.

CARILLON

Carillon è la canzone della contraddizione, non a caso il ritornello è caratterizzato da un terribile MA PERÒ.

Lui la detesta, arriva ad essere infastidito da ogni piccola cosa, da ogni piccolo gesto. PERÒ non vede l’ora di incontrarla e ogni giorno sembra non passare mai e il sabato è sempre così lontano.

ATOMICA

Atomica è una delle più sentite, scritta con le lacrime agli occhi. Parla dei dubbi verso una relazione, quelli che alla fine, nonostante tutto, si sbriciolano con poco. Perché la domanda che mi pongo ad inizio canzone alla fine risulta essere una domanda retorica. La risposta c’è sempre stata.

LE CANZONI DI MIA MADRE

Le canzoni di mia mà è la causa del mio fuoricorso. L’ho scritta una mattina dopo aver fatto la spesa al supermercato. Lo sguardo di una ragazza mi ha ispirato, così, inaspettatamente. Parla di uno un po’ sfigato che invece di voler andare al sodo preferisce ascoltare musica retrò e ballare, ma evidentemente a lei non basta. Rimediare alle sue mancanze ormai è tardi e così, come spesso accade, si culla e consola nell’immaginazione.  Psicologia dello sviluppo ancora non l’ho passata.

MINUETTO

Traccia no voce. Volevo rendere l’idea di cosa fosse Nostromo musicalmente, una roba fresca e vecchia. C’è elettronica e orchestra. Mi piace.

VEGAN

Vegan è un po’ la bonus track del disco, scritta in un pomeriggio con Eliano e Cesco. Voleva essere un po’ una paraculata poi alla fine ci siamo detti, oh, spacca.

IO TRA NOI

Credo sia la seconda canzone che ho scritto in tutta la mia breve vita. Avevo delle domande da farmi e a dir la verità ste risposte ancora non le ho trovate. È un brano molto più triste di ciò che sembra. “E mi guardò dentro ma non fa male” vuol dire che nonostante guardarsi dentro sia difficile e doloroso a me piace, perché in fondo credo di meritarmi ogni tipo di sofferenza. Nicolò non si conosce, Nicolò si detesta un po’ e vorrebbe essere una persona migliore. Vorrebbe scrivere meglio, comporre belle canzoni ed essere un buon amico. Che vitaccia è?!

ARRIVERÀ

Arriverà è la disperata speranza di un poveretto. Uno che ama ma non è amato, che aspetta disperatamente che lei si innamori di lui, ma non succede.

NOSTROMO

Nostromo, ultima traccia del disco. È un pezzo che descrive alla perfezione un momento di estremo stress e sfiducia nei miei confronti. Sentivo la fretta di dover fare le cose, ogni cosa e non riuscivo a venirne fuori. Nostromo non è una canzone d’amore, in realtà è tra Nicolò e Nostromo.

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