Kissing Gorbaciov: in viaggio fra due mondi per “osare l’impossibile”

Estate 1988. Il piccolo paesino di Melpignano, la cui amministrazione era tanto giovane quanto dipinta d’un rosso scarlatto, decise di dare continuità musicale alla propria politica. E lo fece ideando un festival, Le Idi di Marzo. La cui intenzione – utopica o visionaria, a seconda dei punti di vista – era quella di far condividere il palco a gruppi sovietici e gruppi italiani (fra questi ultimi, CCCP – Fedeli alla linea, Litfiba e Mista & Missis).

Un vero e proprio “sconcerto rock”, la cui proposta ottenne l’inaspettato benestare di Michail Gorbaciov, eletto nel marzo dell’85 come presidente del PCUS. Di conseguenza, vennero inviate in Italia alcune band russe (Sekret, New Collection, Igre e Televizor), estoni (Justament) e slovene (Demolition Group).

Manifesto originale del festival

Quella che muoveva Antonio Avantaggiato, giovane sindaco di Melpignano, era, secondo le sue stesse dichiarazioni di allora, una “calorosa e ferma volontà di bruciare sul tempo organizzazioni nazionali più accreditate, convincendo l’ambasciata russa a questo primo incontro ravvicinato col grande ribollente pianeta rock che preme tra gli squarci aperti dalla nuova trasparenza socialista”. Il festival di Melpignano passò dunque alla storia come “il primo sbarco ufficiale della nuova armata musicale sovietica”, stando invece alle parole scritte dal critico musicale Gino Castaldo in un suo articolo uscito quell’estate per La Repubblica.

“Solo che di sovietico, su quel palco, sembravano esserci solamente i CCCP”

Anche queste parole sono di Gino Castaldo, intervistato 36 anni più tardi nel documentario Kissing Gorbaciov (regia di Andrea Paco Mariani e Luigi D’Alife, produzione SMK Factory). Un film, recentemente proiettato anche negli spazi del Festival di Cannes, che non intende raccontare soltanto l’esperienza di Melpignano – peraltro una disfatta, almeno per la musica d’imitazione proposta dai sovietici, come fa notare proprio Castaldo.

Kissing Gorbaciov vuole invece fornire il ritratto di un pezzo di Storia, minuscolo ma assordante, consumatosi a ridosso della caduta del muro. E capace di rovesciare paradigmi, sradicare diktat e demolire barriere, oltre che di costruire un autentico ponte punk rock lungo oltre 3.500 chilometri. Quelli che separano cioè Melpignano da Mosca, dove le stesse band italiane esibitesi al festival partirono per un tour l’anno successivo.

Dal Salento all’URSS

La tournée russa si rivelò di fatto un momento cruciale per alcuni dei gruppi coinvolti. Specie per i Litfiba, che in quel contesto videro acuirsi al loro interno divergenze e tensioni. Proprio in territorio russo avvenne infatti l’avvicinamento tra i CCCP e Gianni Maroccolo, che a cavallo tra 1989 e 1990 abbandonerà i Litfiba insieme a Ringo de Palma e Antonio Aiazzi.

Quanto ai CCCP stessi, nell’aprile del 1990, cominceranno le registrazioni di Epica Etnica Etica Pathos a villa Pirondini, nella campagna reggiana. In aggiunta alla formazione storica vi erano proprio Maroccolo e De Palma, insieme a Francesco Magnelli e Giorgio Canali (che di quella famosa tournée russa era stato tecnico del suono). Iniziava così un’altra epopea, quella dei CSI. Anche se già in Russia Giovanni Lindo Ferretti commentava come la storia dei CCCP fosse “finita, nel momento stesso in cui i militari dell’Armata Rossa, precettati per riempire il palazzetto di Mosca, si erano alzati e messi sull’attenti alle note iniziali di A Ja Ljublju SSSR che riproponevano l’inno sovietico, senza nemmeno essere sfiorati dal dubbio che si trattasse di una parodia”.

Era l’apoteosi della storia dei CCCP. Usciti di lì, i CCCP non avrebbero potuto dare più nulla. Dopo aver cantato a Mosca, con addosso i postumi di una sbronza colossale, nel mezzo di uno spettacolo secondo me straordinario, con i militari in piedi durante A Ja Ljublju SSSR, che altro potevo chiedere?

Giovanni Lindo Ferretti

Abbiamo suonato mille volte questa canzone, ma non avevo mai riflettuto su cosa volesse dire suonarla lì. E lì ti accorgi anche di che cosa vuol dire sbagliare una nota, mentre suoni la chitarra davanti ai militari sovietici.

Massimo Zamboni

Un meraviglioso cortocircuito, ma anche la rappresentazione del reciproco sfacelo. Perché pure l’Unione Sovietica non poteva chiedere null’altro di più alla sua storia: una parabola ormai discendente, come spiegano le immagini di Kissing Gorbaciov. Con la musica a fare da detonatore e, insieme, da scudo.

Kissing Gorbaciov

Storie che iniziano, finiscono, continuano

Come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? E quando finisce? Proprio con questo interrogativo si chiude il film e si apre la riflessione di chiunque vorrà guardarlo. Kissing Gorbaciov invita infatti gli spettatori a leggere tra i frame delle sue immagini, commentate e arricchite di aneddoti dai diretti interessati. E a cercarvi relazioni, dialettiche o contraddizioni, ma anche legami fra quel tempo e il nostro, altrettanto caotico e parimenti caratterizzato da “grande confusione, sopra e sotto il cielo”.

Come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? E quando finisce? Al di là delle probabili risposte, qualcosa che ha il sapore del finale perfetto forse esiste. I CCCP – Fedeli alla linea terranno il loro ultimo concerto di questo 2024 che ne ha sancito il ritorno proprio a Melpignano, il 9 agosto prossimo. E magari è proprio vero che quello che deve accadere, accade. L’importante è, sempre, osare l’impossibile. Come fece quell’amministrazione comunale, poco più che ventenne, 36 anni fa: dai confini di un paesino con appena 2.000 anime, immerso in un Salento che aspettava soltanto nuova musica.

Foto di:  Michele Lapini, SMK Factory | Grafiche: Militanza Grafica

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