UN ALTRO DIO, I CANI [Testo]

Riportiamo il testo del video (ascolta e guarda qui) appena apparso sul canale ufficiale de I Cani

A Milano il gioco di ruolo della società occidentale funziona davvero: il creativo fa il creativo, la modella fa la modella, il tassista ti fa pagare il giusto. Nel resto d’Italia il sole del Mediterraneo e il peso schiacciante della Storia provocano una sorta di torpore che spegne ogni progetto.
A Milano invece soffia il vento del progresso e il lavoro non si ferma mai, scandendo il ritmo della vita cittadina ventiquattr’ore su ventiquattro, monopolizzando la conversazione di giorno e notte.

A Milano i soldi sono un orgoglio e non si fa mai peccato a parlarne.

La religione, invece, è un tasto da evitare, residuo imbarazzante di un mondo che non ci riguarda più. Le popstar e gli imprenditori di oggi parlano allo stesso modo dei grandi profeti del passato: hanno una visione, realizzano un sogno, svolgono una missione.
Al Duomo ci si va per farsi un selfie, come con un animale esotico, ma le vetrine dei negozi e i maxi schermi pubblicitari
raccontano un paradiso terreno fatto di status e lusso.

Credere in sé stessi è la parola d’ordine, oggi ovvero il culto di sé.

C’è una sola occasione in cui l’uomo moderno va ancora in chiesa: i funerali.
Di fronte alla morte ci rivolgiamo ancora a un rituale primitivo, basato sul ritorno del corpo alla terra e dell’anima al cielo.
La civiltà moderna non sa inventare un’alternativa convincente perché si occupa solo del lato luminoso dell’esistenza ignorando del tutto quello oscuro.

I successi travolgenti della scienza e della tecnologia ci hanno illuso di vivere in un mondo ordinato, edulcorato, un mondo come vorremmo che fosse, facendoci perdere di vista il mondo reale con la sua dimensione di tenebre e caos.
La morte, la malattia e il Male sono considerati incidenti di percorso e non elementi essenziali della condizione umana.
Anche l’arte tragica, che metteva l’uomo di fronte al trauma della verità è stata fagocitata dall’intrattenimento, che ha uno scopo completamente opposto: distrarlo.

L’uomo moderno vive a testa bassa non per timore di Dio ma per il terrore di alzare lo sguardo e vedere l’abisso.
Questo trauma represso riaffiora di continuo sotto le più disparate forme: senso di inadeguatezza, depressione, attacchi di panico, dipendenze.

Convinti di scappare dalla morte siamo scappati dalla vita, condannandoci a un’inguaribile infelicità che ha la forma esteriore del benessere.
Cristo guariva i lebbrosi, ma a Milano sono tutti belli.

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