La “Skincare” quotidiana di Gabriele, il Guapo

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Skincare, cura della pelle. È questo il titolo dell’EP che sancisce l’esordio nel mondo discografico di Gabriele, il Guapo. Uscito lo scorso 10 giugno per Gutter Corp, Skincare è un lavoro che pone al centro la riflessione dolceamara sul diventare adulti, crescendo in un mondo che non riconosce le angosce e la voce di chi a vent’anni sogna per sé un futuro diverso rispetto a quello propostogli.

“Che fatica levarsi dal cuore questi pesi così grandi che ormai sono valori”

Allontanarsi dai valori, crearne di nuovi per volare leggeri nella vita. Un messaggio, questo, che ascoltiamo per la prima volta nella titletrack, ma accompagnato lungo tutto l’EP da sonorità R&B che strizzano l’occhio al rap e alla trapsoul. Un messaggio veicolato, poi, dalla voce di Gabriele, “sempre il più loquace in mezzo ai muti”.

Gabriele, Il Guapo – Skinkare [Ascolta Qui]

Questo verso, ripetuto anche in Camomilla, evidenzia la riflessione di cui parlavamo prima. Camomilla ha anticipato l’uscita del disco come singolo, corredato da un originale video curato da Martina Amoroso (guarda qui), e a tal proposito lo stesso Gabriele ha dichiarato l’intenzione sottesa del brano: “Camomilla è uno sgambetto a vuoto al tempo che sfugge, il moderno so di non sapere di un ragazzo catapultato nell’età adulta che prova a barcamenarsi nella propria quotidianità”.

È proprio questo barcamenarsi, cercando al contempo un modo per prendersi cura di sé, il vero protagonista dell’EP.

Anche quando – come in Fiocco – “la vita è bella ma ha le gambe grosse” e ci costringe a legarci un fiocco allo stomaco. Oppure ancora, nel brano successivo, a comportarci esattamente come un cane Da riporto.

Anche questo pezzo ha anticipato l’EP come singolo, a qualche settimana di distanza da Camomilla. Ed è ancora la capacità di mettersi a nudo a farla da padrone, grazie ad una ricchissima catena di metafore ed immagini evocative. Un brano in cui la produzione di pianow accompagna atmosfere che dell’incertezza fanno cifra distintiva, anche se il cane da riporto è per definizione quel cane al quale è stato insegnato a cercare e riportare qualcosa al proprio padrone. È allora costante, insieme all’incertezza, anche la ricerca e il desiderio di trovare effettivamente qualcosa. Un desiderio che, di tale ricerca, muove le intenzioni.

“Crescere e vivere un sacco, senza sapere né leggere e scrivere”

È forse Leggere, scrivere la canzone più emotivamente coinvolgente dell’intero disco: “un misto tra farsi da parte e rifarsi da capo”.

Skincare è appunto questo: la narrazione puntuale di una pace cercata pungendosi, crescendo nell’incertezza e nella sensibilità. Una sensibilità scontata a volte come una colpa, ma che in questo disco è elevata ad arte.

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