Geller: tra serie tv e “presammalepop”

Geller sono il duo romano nuovo mistero della scena IT-POP tra elettronica ed indie. Lo scorso Dicembre è uscito il loro terzo singolo dal titolo “Bomba a mano”. Sono nati durante un home party, mentre tutta casa fluttuava. Hanno sentito nello stesso momento la voglia di raccontare la loro vita e quella degli altri, di serate con la testa per aria passate a mandare messaggi su whatsapp finchè internet non finisce, di amori straziati e del futuro che fa paura. Non avevano nient’altro di importante da fare, nient’altro da dire che non fossero i Geller.

Vi chiamate Geller come un personaggio di Friends. È la vostra serie tv preferita?

Valerio: Sì, è una passione che abbiamo in comune. Io, a differenza di Dario, l’ho scoperta molto più tardi, avevo già 26 anni più o meno, in pratica ero un coetaneo o comunque poco più piccolo dei personaggi. Questa cosa ha fatto in modo forse che la serie mi arrivasse ancora di più. La sto rivedendo proprio ora su Netflix per la seconda volta.

Dario: Friends, e in particolare le vicende di Ross Geller, hanno forgiato la mia infanzia. Penso sia una delle poche serie di cui conosco interi dialoghi a memoria.

“Ci pensi mai” è il vostro secondo singolo uscito lo scorso Ottobre. Raccontatemi come è nata questa canzone…

V: Il pezzo è nato da uno stato d’animo, come tutti gli altri brani del disco. Vi è mai capitato di essere arrivati alla fine di una storia importante e, dopo un po’ di tempo dalla rottura, di ripensare a tutti i momenti belli, a quelli apparentemente insignificanti, o anche a quelli brutti che avete passato con l’ex? In quel momento, vi siete mai chiesti se anche il/la vostro/a ex stesse pensando lo stesso? Come vi fa sentire questa cosa? A me ha fatto stare male e ci ho scritto un testo.

D: Dal punto di vista musicale abbiamo cercato un sound che richiamasse alla mente le ballad pop anni 90, con una sezione ritmica comunque abbastanza serrata rispetto al tipo di brano ed il classico tappeto di archi misto alle melodie dei sintetizzatori.

Avete definito la vostra musica “Presammalepop”. Ma secondo voi si può scrivere una canzone anche quando si è felici?

V: Per me è indifferente, diciamo che se una frase mi ronza in testa la butto giù, a prescindere dal mio stato d’animo. C’è da dire però che quando sto preso a male penso molto di più, mi arrovello sui pensieri, quei pensieri diventano ingombranti e devo metterli su carta per liberarmene. Anche se poi non è che te ne liberi per davvero, è solo per un momento che ti fa stare meglio. Come le benzodiazepine.

D: Partiamo dal presupposto che felici è un parolone. Diciamo che i momenti in cui mi ritrovo ad essere più produttivo musicalmente parlando sono sempre quelli in cui ho la mente sgombra da specifiche sofferenze o fasi di down. In quei frangenti tendo ad essere abbastanza fermo, ma sicuramente sono quelli che mi forniscono poi lo spunto e la spinta emotiva per i momenti in cui invento qualcosa.

3 canzoni che non mancano nella vostra playlistmusicale

V: Float on – Modest Mouse / De André – Amico Fragile / Eminem – The way I am

D: Daft Punk & Julian Casablancas – Instant Crush / 883 – Gli anni / Alan Walker – The Spectre

Avete iniziato a pensare ai live, quando potremmo abbracciarvi?

V: Siamo proprio adesso in fase di preparazione. Il live è un momento speciale, perché lì ti accorgi veramente, fuori dalle non realtà dei social e degli streaming, se le cose che dici arrivano a qualcuno, se la gente ti sta ascoltando davvero e se torna a casa con una canzone tua in testa e con una lacrima o col sorriso.

D: Stiamo iniziando a mettere assieme la scaletta del live con tutti i suoi “momenti” e cambi di intensità.
Il nostro scopo è quello di creare uno show che non si fermi alla semplice esecuzione dei brani ma che conduca lo spettatore in un flusso di coscienza unico fatto di alti e bassi. Ad aprile parte il tour!

Un saluto per i lettori delle Rane…

V: Ciao a tutti vi abbracceremmo uno per uno. Pure contro la vostra volontà.

D: Speriamo di incontrarvi presto ai nostri concerti!

Foto in copertina di Alessio Mose

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