Portobello: la Clerici la preferivamo con la Prova del Cuoco

Portobello nasce, cresce e si riproduce attraverso la musica. Una serie di incontri casuali danno vita a quello che stesso la band definisce “musica in technicolor”. Damiano è l’unico al mondo che dopo aver ideato un progetto solista decide di trasformarlo in una band, sarà perchè più si è e più ci si diverte, sarà che si sentiva solo.

Per prima cosa fateci capire cosa è “Portobello”?

Portobello è: un piano B per fuggire, un mare dove tuffarsi, un cerotto per curarsi. Portobello è musica in technicolor.

Ma siete fan del programma della Clerici o lei è vostra fan?

Noi sicuramente no, lei non sappiamo. Comunque ci auguriamo vada meglio a noi di come è andato a lei il programma, sicuramente ci piaceva di più la Prova del Cuoco.

Di solito le band dopo un po’ si dividono e danno vita ai progetti solista, qui invece è successo il contrario, come mai?

Damiano: all’inizio ero solo, avevo tanti pezzi in testa da tempo, volevo farli sentire a qualcuno e mi sono deciso a portarli a un produttore. Questo ragazzo si innamorò delle canzoni e mi aiutò ad arrangiarle e registrarle, dopo di che, giunto il momento di suonarle in giro necessitavo di musicisti disposti ad aiutarmi con grande partecipazione e spirito di sacrificio. Ho avuto la fortuna di trovare cinque giovani e bravissimi musicisti della mia città e soprattutto dei ragazzi che ora posso dire essere amici. Ci siamo trovati talmente tanto bene in quel periodo che abbiamo deciso di continuare insieme e diventare una band a tutti gli effetti e insieme abbiamo lavorato ad altre canzoni che poi sono diventate un disco, questo disco che uscirà a breve.

L’anno scorso con “1980” avete provato a portare gli ascoltatori per l’appunto negli anni ottanta, il vostro prossimo obiettivo?

Il nostro obiettivo è portare la nostra musica a più pubblico possibile in modo genuino come siamo noi d’altronde, quindi fare tanti concerti.

Ad inizio novembre esce “Un attimo e basta” singolo che anticipa il vostro primo album, cosa cambia tra questo lavoro e quello precedente?

L’approccio è stato totalmente diverso, con cinque nuovi elementi e con background musicale completamente differenti. Abbiamo lavorato a queste nuove canzoni, cercando di creare un sound colorato, fresco e che sia immediato alle orecchie di chi li ascolta.

Mi sono sempre divertito a vedere i vostri videoclip, in particolar modo quello di “Anima Libera”, mentre il videoclip di “Un attimo e basta” all’inizio fa salire tanta malinconia per poi lasciarti con un sorriso. Ce ne parlate?

Rispetto ai vecchi video ci siamo focalizzati sulle emozioni. Volevamo descrivere l’importanza di un piccolo gesto che, anche solo per un attimo, può renderci felici.

Ma è davvero così grave partire al semaforo un poco più tardi da essere dannato in eterno?

A volte si, specie a Roma!

Potete spoilerarci qualcosa sulle vostre prossime uscite?

Possiamo dirvi che il prossimo pezzo avrà delle sonorità più “british” e vi spezzerà il cuore.

Un saluto portobelloso per i lettori delle Rane.

Buona fortuna a tutti voi!

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