Tananai: confusione, frastuono, schiamazzo

TANANAI

[ta-na-nài] n. m. invar.

Gran confusione, frastuono, schiamazzo.

Tananai è Alberto Cotta Ramusino, nato a Milano l’8 maggio del 1995. Forse avevate già sentito parlare di lui: si è affermato come producer qualche anno fa, grazie ad un disco di matrice elettronica (“To Discover And Forget”) uscito per Universal Music Italia, dietro l’identità di Not For Us. Ma questa è storia vecchia. Pervaso dal bisogno di ricerca e sperimentazione delle sue stesse capacità, Alberto decide di ripartire con un nuovo progetto all’interno del quale si produce da solo, scrive e canta in italiano. Conosciamolo meglio.

Partiamo dalla scelta del tuo nome d’arte… Perché Tananai?

Perché è il soprannome che mi dava mio nonno quando ero piccolo, vuol dire essenzialmente “teppista”, il mio primo nome d’arte, dai. È morto che ancora ero molto piccolo, quindi è l’unico della famiglia che non abbia mai ascoltato i miei pezzi, di conseguenza ci ho tenuto a renderlo partecipe in qualche modo.

Hai dichiarato di essere stato sempre discontinuo nello sport, nello studio, nelle relazioni… La musica invece rappresenta il tuo punto di equilibrio?

Finora si. Ma potrebbe anche essere che tra dieci anni vorrò fare l’avvocato o il pittore.

Lo scorso Ottobre è uscito il tuo primo pezzo “Volersi male”. Raccontaci di cosa parla e come è nato.

È nato in un momento in cui un odore mi ha ricordato tutte quelle cose di cui parlo nel pezzo: le case d’estate, le strade piene di neve… immagini che non sono nient’altro che un pretesto per parlare di determinati momenti che ho vissuto. Credo che la memoria olfattiva sia la più potente e infame se vuoi, perché non puoi controllarla e il più piccolo stimolo può sprigionare delle memorie che non vorresti per niente ricordare. Essenzialmente, la mia canzone è un invito al fare pace con se’ stessi, con “le promesse non mantenute” e con i propri demoni. Si tratta semplicemente di farsi forza e rendersi conto della fragilità e fugacità di qualsiasi situazione della vita, dall’amarsi al volersi male.

Noi de Le Rane ti abbiamo eletto come “Pezzo che Spacca” qualche settimana fa. Cosa vuoi trasmettere al pubblico che ti ascolta?

Sai che non lo so ancora? Probabilmente vorrei trasmettere e punto. Non mi importa cosa, anche perché sarebbe un po’ pretenzioso cercare di voler trasmettere qualcosa di definito con la musica. Ti posso dire cosa NON vorrei trasmettere, cioè la noia.

Da te ci aspettiamo grandi cose. Puoi darci qualche anticipazione?

Al momento, oltre alla progettazione del video di “Volersi male”, sto lavorando a  nuovi pezzi (anche se ne ho già un bel po’ da parte, ad essere sinceri).

Un saluto per i lettori delle Rane…

Volemose bene.

Foto in copertina di Gregorio Broggi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *