“Nascosti in piena vista”, 7 dischi che ti sei perso a Marzo 2025
Questo Marzo 2025 è stato un mese denso di uscite discografiche, caotico, pieno di album molti dei quali non riusciremo ad ascoltare per bene. Sono usciti i dischi dei Coma Cose, de La Niña, di Lucio Corsi, di Dente, di Franco126 e non solo. Abbiamo avuto già modo di parlare dei lavori dei Gazebo Penguins, dei Cara Calma e presto approfondiremo quelli di Anna Carol, dei Neoprimitivi, di Gaia, del Mago del gelato e di Giulia Mei. Abbiamo avuto modo di sentire Murubutu, Bordeaux, Cmqmartina e speriamo di parlarvi nel dettaglio anche degli Eugenio In Via Di Gioia, di Giovanni Toscano, dei C+C=Maxigross.
È diventato ormai normale – tristemente normale – perdere per strada lavori meritevoli che però in questo marasma incontrollato non sono riusciti, per un motivo o per un altro, ad arrivare a alle orecchie del pubblico che avrebbero meritato. In fondo per questo è nata questa rubrica: “Nascosti in piena vista“, per il mese di Marzo 2025 propone 7 dischi, tra cui molti esordi, che probabilmente ti sei perso e che avresti dovuto ascoltare. 7 lavori diversi tra loro, sia per genere che per tematiche, sia per stile che per target. Buon ascolto.
“Inside Jokes” di Miliardi

«Non mi basterebbero 7 vite per fare tutto ciò che vorrei fare, ma in questa ho deciso che voglio fare la cantautrice» – si presenta così Miliardi, giovane cantautrice che in questo Marzo 2025 ha pubblicato il suo Ep d’esordio “Inside Jokes“. Si tratta di un lavoro composto da 5 tracce più una versione “b-side” del brano “Problemi di memoria” e che raccoglie principalmente i brani che l’artista aveva già pubblicato nel 2024 come singoli.
Si tratta di un disco estremamente godibile, che riprende sonorità R&B e Soul contemporanee in chiave decisamente pop. Impossibile non lasciarsi trascinare dal ritornello della title track, ad esempio. Per quanto riguarda le tematiche dei brani è l’artista stessa a farcene un quadro: «ogni brano contiene una storia, racconta della persona che l’ha ispirato e ritrae fotografie vivide di momenti specifici, sensazioni che io ho cercato di rendere indelebili attraverso la musica, unico linguaggio che da sempre mi rende possibile esprimermi al meglio».
“Inside Jokes” è fondamentalmente il biglietto da visita di Miliardi, appena affacciata al caotico mondo della musica contemporanea. È il suo modo di bussare alle nostre porte e dirci “hei, ci sono anche io e se ti va questa è la mia musica”. La voce e il talento ci sono, non aspettiamo altro che ascoltarla live presto.
Raffaele Annunziata
“Triplice duplice copia” de Le Risorse umane

«Marta mi diceva spesso “Dovresti ascoltare i Diaframma”, erano gli anni verdi dell’università, e io non capivo gennaio come d’altronde non ho mai capito settembre»
Inizia così il pezzo conclusivo di Triplice Duplice Copia, uno spoken word disturbato e a tratti spettrale. Un brano di nostalgia violenta, una presa di coscienza da crepacuore. L’EP de Le Risorse Umane contiene quattro pezzi cupi, e si muove tra rock, elettronica, distorsioni e un cantato che predilige la narrazione alla melodia. Quattro brani viscerali e autentici. Si parte dalle madonne elettriche di Io, te e gli oggetti del profondo cielo, pezzo che sembra uscito da Canzoni da spiaggia deturpata delle Luci Della Centrale Elettrica, dove i synth del ritornello martellano e si insinuano nella testa.
Le riflessioni introspettive di Per chi lo fai sfociano nella dolcissima Anfield, brano al pianoforte, dedica d’amore dolce e rituale. E infine Dovresti ascoltare i Diaframma, un epilogo catartico, una valvola di sfogo, l’esplosione di quanto nel disco era rimasto nascosto e non detto. La scena rock underground italiana sta vivendo uno dei momenti più prolifici e di qualità della storia. Non accorgersene sarebbe un errore.
Filippo Colombo
“Chi prende la colpa” di RIP

La storia di RIP, duo composto da Pierpaolo Saccomandi e Raffaele Lombardo, è molto particolare. Il progetto nasce nel 2023 e con una chitarra acustica e un synth in consolle approdano sui palchi di molti rinomati club italiani fino al vero “colpaccio”. Infatti RIP, nel 2023, senza aver pubblicato praticamente nulla, si esibisce a Barcellona per il Primavera Sound!
Tappeti di riverbero su ritmi incalzanti. Parole suggestive su ritmi ipnotici. Testi lineari e diretti, ma allo stesso modo malinconici, che lasciano trasparire un certa fragilità. I RIP incarnano un’apparente contraddizione: è come commuoversi sotto una cassa dritta, la loro è una poetica da hangover. L’impalcatura perfetta per Chi prende la colpa, il loro primo lavoro. Sei brani che parlano sostanzialmente di crescita, di quel periodo della vita in cui tutto cambia e si fa fatica a tenere il passo. In perenne tensione tra le aspettative che ci poniamo e quelle che il mondo ci addossa, troviamo riparo dalle incertezze nelle persone che scegliamo, illudendoci di avere un minimo di controllo.
I RIP con il loro sound internazionale sono già arrivati su uno dei palchi più importanti d’Europa: a cosa altro possono aspirare? Per capirlo ci vorrà tempo e sicuramente più di 6 brani.
Raffaele Annunziata
“‘Ncopp a ‘sta terra” di Cerone

Si tratta probabilmente della produzione più particolare di questo elenco. ‘Ncopp a ‘sta terra è l’esordio discografico di Cerone, nome d’arte del trombettista e compositore Ciro Riccardi. Jazz, soul e influenze elettroniche contemporanee costituiscono l’hummus sonoro di questo lavoro in cui l’artista affronta per la prima volta la forma canzone.
Il disco si avvale di preziose collaborazioni sia nella scrittura dei brani che nella loro interpretazione. La voce vernacolare di Raiz, nella title track e in “Stanotte“, sembra provenire direttamente dalle viscere di Napoli; la penna di Peppe Servillo e la voce di Irene Scarpato ci porta nelle sale del “Cinema Pierrot“; la cantautrice scrive e interpreta il brano “Arrassusia“. E poi ancora Marcello Squillante (Ars Nova Napoli) presta la sua voce in “Si ‘o munn adda’ fernì”, Fabiana Martone (Nu Genea) interpreta “Vicino a te (Ninna nanna segreta)”.
Ciro Riccardi con questo disco giunge a una tappa importante della sua ricerca musicale, passata per la jazz world music e le sperimentazioni elettroniche. Con ‘Ncopp a ‘sta terra restituisce una cartolina di Napoli molto particolare, lontana dai cliché ma non dalle sue radici più profonde.
Raffaele Annunziata
“Giornate Umide” di Nicol

«Non può piovere per sempre ma può piovere per settimane/Da bambini non lo insegnano che un silenzio così piccolo può inghiottire come mare/ Non può piovere per sempre ma noi oggi siamo temporale.»
Questa citazione viscerale del nuovo progetto di Nicol, mi è arrivata dentro come un’onda che ti cattura violenta e poi ti riporta delicatamente a riva. Sette tracce che vorrei salvare tutte di fila tra i preferiti su Spotify impreziosite da feat di valore come il ritorno in splendida forma di LowLow, Mazzariello, vincitore morale dell’ultima edizione di Sanremo Giovani e Fabri Fibra che finalmente torna a buttare giù due righe introspettive come si deve.
In molti scriveranno che Nicol in questo disco ha realizzato il ritratto della sua generazione, io dico che a furia di fare ritratti ci confondiamo un po’ tutti e finiamo per non riconoscerci più neppure di fronte allo specchio che ci riflette dal lato sbagliato.
Nicol ha collezionato 7 canzoni fatte bene. Ma che significa fare belle canzoni oggi? Significa che quando le ascolti hai voglia di restarci dentro e tornare di tanto in tanto, quando ti senti solo, quando ci sono quelle giornate umide in cui il silenzio bussa alla porta e tu decidi semplicemente di lasciarlo entrare.
Carmen Pupo
“Adesso tutto sa di te” di Thaeo

«Ho scritto “Adesso tutto sa di te” mentre rincorrevo un’idea di amore che non esisteva.» racconta Thaeo «È nata in un club, mentre cercavo qualcuno, ed è finita in metropolitana, un luogo che non apparteneva a quel ricordo, ma che in quel momento ne era impregnato».
Per Thaeo vale un po’ il discorso fatto per Miliardi, poco più su: cinque tracce, un Ep d’esordio in cui confluiscono principalmente i brani pubblicati durante gli ultimi mesi. Ma quanta fatica, sacrifici, lavoro c’è dietro una tracklist di cinque brani? Tantissimo e molto spesso, come in questo caso, è frutto di un lungo lavoro. Il disco d’esordio è sia un punto di inizio che una importante tappa d’arrivo: mette il punto su anni di tentativi, di ricerca di sé, contiene echi degli errori commessi e le imperfezioni che poi si raffineranno in futuro.
Nel disco di Thaeo si intrecciano l’idealizzazione, il desiderio di cambiamento e i ricordi di ciò che non appartiene più, ma che continua a vivere dentro. La consapevolezza che da giovani l’amore che immagini sia più forte di quello reale, una proiezione bruciante di te stesso. Musicalmente sospeso tra malinconia e lucidità, il suono martellante dei violini – suonati in studio dallo stesso Thaeo – trasporta in un loop di ricordi impossibili da spegnere.
“Pas Facile” di Soap

Avete presente i libri con il testo a fronte che ti fanno entrare ancora di più a contatto con la cultura dei protagonisti? Immaginateveli trasferiti in musica; questa volta esattamente a metà tra la dimensione italiana e quella francofona, sia dal punto di vista del testo che del suono.
Parliamo del primo Ep di Sophie Ottone classe 2005, in arte Soap, “Pas Facile” (Sugar). Sette tracce in cui si serve di quello che è chiamato “code-switching”, per esprimere sentimenti d’amore viscerale, incertezza e necessità di espressione tipici della generazione Z. Il suono ha uno stesso concept che prosegue in tutto l’EP: un mix di urban, hip-hop, dance, elettropop, uniti a un velo di trap. Ascoltandola, inevitabile è riconoscere l’influenza di Madame, Stromae ma anche Angèle; questa volta, però, tutto più bilingue. (Magari Pas Facile) ma l’ep potrebbe fungerle da doppio passaporto per almeno due mercati musicali.
Top 3? Gambe Corte (oui oui); Amore Viscerale (charnel) e Amélie.
Claudia Verini
La Redazione
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