Vinicio Capossela al SEI Festival: oltre l’idea di concerto [Gallery]

Lo scorso 3 agosto, nella suggestiva cornice di piazza San Giorgio a Melpignano, si è svolto quello che mi è sembrato molto di più che un concerto. Presentata nel contesto del Festival del Sud Est Indipendente, la “bestiale comedìa” di Vinicio Capossela è stata un’esperienza tutta da vivere. Un’esperienza che va oltre l’idea di ascolto tipica. Si è trattato di esperire il sentire in senso completo e non afferrabile.

Non racconterò di quella che è stata la scaletta dell’esecuzione portata egregiamente avanti durante la serata. Eppure, di un’ascesa si è trattato. Quell’ascesa che l’artista ha definito di “affrancamento dalla bestialità”, necessaria per vedere con chiarezza il vero, abbandonando il reale.

La serata è stata impegnativa, questo è fuori di dubbio: due ore e mezza di concerto son difficili pure per un ascolto allenato. Eppure, i brani scorrevano con eleganza.

Partendo dal profondo Inferno, si è affrontato il tema della bestialità, del peccato, della colpa e della mancata espiazione. Con intermezzi sapientemente recitati (ma dov’era il gobbo?!) tratti dalla Commedia del Dante e rivisitati ad arte per il contesto concertistico, la narrazione è stata ineccepibile.

Non solo: vedere il pubblico coinvolto, brano per brano, mi ha dato una sensazione di graduale ritorno alla vita. E così, ascendendo, abbiamo incontrato varie figure della Commedia, un po’ come Ulisse che, errando, impara da ciascuna. Inutile dire quanto fossero gradevoli i suoni. Anche la “sporcatura” del suono, della voce, era così autentica che pareva fatta di proposito. Dal punto di vista sonoro, l’impressione è stata di pura energia.

Vinicio Capossela
Tra fanfare e tamburi, alternate da versi d’eccezione, non sono mancati momenti di virtuosismi musicali. (Ho avuto modo di ascoltare anche un theremin dal vivo, che non è cosa da poco).

“Bestiale comedìa” è un racconto preciso ed evanescente, coinvolgente ed emotivamente forte. Il tutto è stato reso bene anche scenograficamente con costumi pirateschi e bestiali, a dare una pregnanza teatrale a tutta la performance. Il pubblico, fortemente coinvolto da tutto questo sentire, pareva non voler andare via. Non lo biasimo. Dunque, “Non bastan le parole” potrebbe essere una giusta sintesi di quella serata che mi sembra già lontana. Ma conservo queste sensazioni per adesso e per quando tornerà l’incanto.

Foto di Ilenia Tesoro

1 Comment

  1. Leone Anna Rosa 10/08/2021 at 8:18 pm

    Altrettanto godibile il reportage con un periodare felice ed una descrizione del concerto molto godibile.
    .


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