Colapesce torna a casa: Ortigia s’illumina di un live tutto siciliano
Il 23 agosto abbiamo avuto l’occasione di assistere ad un concerto incredibile, diverso ed emozionante. Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, si è finalmente esibito in un posto a lui molto caro, Siracusa, la sua città di origine. Si tratta di una delle ultime date del tour estivo iniziato il 25 maggio a Lucca, che ha percorso l’Italia sino ad arrivare in Ortigia, centro storico della città.
In una location molto suggestiva, il Castello Maniace, Lorenzo ha commosso ed emozionato molti siciliani e non. Per chi non lo sapesse, nei suoi testi sono presenti molti riferimenti alla Sicilia e ai suoi luoghi meravigliosi. S’illumina, brano estratto dall’album Un meraviglioso declino, ad esempio, nasce proprio pensando al castello in cui si è tenuto il concerto pochi giorni fa:
M’illumino, la notte non c’è stata mai.
E dalle feritoie sanguina il castello.
Ma troviamo anche riferimenti più recenti, appartenenti al nuovo album. Il primo pezzo in scaletta è proprio Pantalica, il cui nome ci riconduce immediatamente alla riserva naturale nei pressi di Siracusa.
Prima di Colapesce, in Ortigia si sono esibiti i Tropea, un gruppo milanese nei cui pezzi si percepisce la probabile influenza di Mac De Marco e, subito dopo, l’interessante progetto Mapuche.
La canzone dell’amore perduto commuove Ortigia
Una novità che ha piacevolmente sorpreso il pubblico è stata la cover della Canzone dell’amore perduto di Fabrizio De André. Il brano che ci ha commosso e che nessuno si aspettava, in questa nuova veste ha reso omaggio al genio genovese. Tra tutti i brani presenti in scaletta non posso non menzionare Restiamo in casa. Il brano mi è particolarmente caro per la sua capacità di evocare immagini di immane dolcezza. Alla fine del pezzo, come di consueto, Colapesce ha seguito il testo, dando fuoco a dei fogli e lasciando a bocca aperta il pubblico, coinvolgendolo al massimo.
Tutti i concerti di Colapesce dell’Infedele tour si sono rivelati uno spettacolo entusiasmante sin dall’inizio dal suo ingresso sul palco travestito da pesce, al momento in cui scende tra il pubblico per distribuire la “comunione” indossando l’abito da prete, fino agli attimi più emozionanti come l’interpretazione di Segnali di vita di Franco Battiato.
Eppure siamo certi che questa data sia stata particolarmente coinvolgente rispetto alle altre. Credo che chiunque abbia percepito la forte partecipazione emotiva che ha colorato la serata, da parte dell’artista ma anche di tutto il pubblico presente.
Lo abbiamo capito anche dall’evidente desiderio di non esaurire la scaletta. Continue sono state le richieste da parte dei presenti, le acclamazioni. Per la familiarità con la quale Colapesce si è rivolto a tutti e con cui si guardava intorno sembrava proprio come se fosse tornato a casa.