“Difetti di forma”: l’Ep d’esordio di Atarde fatto di bulbi e parole fiorite

Hai presente quella sensazione che si incolla alla t-shirt d’estate mentre sei sul divano? Ma sì, quella per cui dovresti fare qualcosa, alzarti, correre, saltare ma tutto sommato non ti va. Nel dubbio resti là ad aspettare, fermo tra i cuscini con la maglietta aggrovigliata di pensieri. Ecco, su quella sensazione c’è chi riesce a farci un EP d’esordio e quel qualcuno si chiama Leonardo Celsi, in arte Atarde.

difetti di forma”, pubblicato lo scorso 6 maggio dall’etichetta discografica Pezzi Dischi, è stato presentato nel suggestivo spazio “DOPO?Space”. Qui il giovane artista ha cantato con spontaneità, guardando negli occhi gli ascoltatori con genuino entusiasmo e un pizzico di emozione. Atarde, inserito da VEVO tra i 20 talenti italiani da seguire nel 2022 (tra cui anche Bais di cui abbiamo parlato qui), a proposito del progetto, racconta del momento in cui si è reso conto del filo conduttore costituito da una specifica sensazione che ha esplorato più volte in momenti differenti:

«Sentire di non star facendo nulla di utile, né per me stesso, né per gli altri».

Anticipato da “loml”, “città” e “bulbi”, l’EP si presenta fin da subito come un’istantanea della sensibilità artistica di Atarde.

Tra sonorità lo-fi e indie pop, ascoltiamo quello che con tutta probabilità abbiamo provato tutti, non solo sul divano di casa. Parole inquiete placate da allegre melodie, ballano di tanto in tanto con ritornelli in inglese nel susseguirsi stagionale che attraversa tutte e sette le tracce.

Atarde – Difetti di forma [Ascolta qui]

I titoli formano coppie che dialogano tra loro, lasciando al centro della lista “Passa” per dare ulteriore risalto al ruolo fondamentale che ricoprono le amicizie nella vita del giovane artista, legami che risuonano di echi familiari e ai quali Atarde stesso riconosce un ruolo centrale nella creazione e nell’ideazione del progetto. I contorni sfumati dei vent’anni si amalgamano alle ultime luci del giorno, alle ombre che si allungano e i pensieri che accelerano in un quadro generale che ha l’odore della malinconia ed il suono delle risate. Con un’impronta emotiva sull’ascoltatore carica di irresolutezza, dubbi e idee sostenute con fervore, i sentimenti sono detti sotto voce, slegati da costrizioni o eccessive passionalità. Il suono è gentile e leggero ma non per questo sbiadito anzi, forte della virtù di saper accarezzare con dolcezza, entra bussando nella testa di chi ascolta per lasciare qualche parola o un ritornello qua e là.

Atarde si posiziona, quindi, come giovane e promettente cantautore da tenere d’occhio in futuro.

Artista capace di dare voce a sentimenti opachi e velati senza per questo appesantire. L’aria resta fresca e le orecchie ben tese per ascoltare e magari, perché no, potremmo canticchiare qualche strofa per alleggerirci dai nostri difetti di forma, qualunque essi siano. Potremmo provare a slegare qualcuno dei nodi delle nostre magliette che con il caldo sembrano sempre troppo aderenti e con i pensieri sembrano sempre riempirsi, per poter lasciare fiorire i bulbi dei nostri momenti di consapevole immobilità.

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