Per descrivere canzoni, album o EP, si ricorre spesso al paragone del “viaggio”: sonoro, emotivo, interiore, introspettivo. Mai quanto nel caso di “Joanita” mi sembra un’espressione azzeccata.
Il nuovo album di Joan Thiele è magnetico, raffinato e deciso, un’opera eterea che puoi ascoltare a occhi aperti, chiusi, tra quattro mura o al parco, in metro o in macchina. Non importa dove, l’ascolto ti farà sempre venire l’impellente voglia di indossare dei Camperos e farti un giro in un saloon del Vecchio West. La sensazione di essere in un film gangster italiano degli anni ’70 non è casuale, ma facciamo un passo indietro.
Joan Thiele aveva già attirato la nostra attenzione nel suo EP Operazione Oro e nei tre capitoli di Atti, oltre all’indimenticato featuring “Senza Fiato” nell’album OBE di Mace, il quale ha poi prodotto per lei insieme a Venerus il singolo “Cinema”. È da qui che Joanita aveva iniziato a rendere esplicito il suo amore per le poltroncine rosse e le colonne sonore.
Il cinema di Fellini, quello di Hitchcock e di Nolan, sono da sempre stati delle grandi ispirazioni per la giovane cantautrice, tanto da farla immergere nel suggestivo mondo della musica cinematografica, facendola innamorare dei suoni dei grandi maestri italiani come, nel caso dell’album Joanita, quelli di Piero Umiliani. Polistrumentista e direttore d’orchestra, compositore di oltre 150 colonne sonore, Umiliani ha contribuito a definire lo stile tipico delle soundtrack ispirate al jazz europeo degli anni ’60 e ’70, uno stile che avrebbe vissuto una nuova stagione di successo vent’anni dopo, rilanciato da Tarantino e altri registi della stessa generazione.

La magia – o la stregoneria – di questo album era già nella genesi
Joan Thiele ha raccontato di aver avuto l’onore di attingere dal catalogo del compositore grazie ad un sogno, letteralmente. Accade che nel 2020: Joanita si svegli dopo aver sognato di lavorare con Umiliani e, ancora un po’ agitata e conscia dell’impossibilità di realizzare quel desiderio, condivide il suo rammarico pubblicando una storia sul suo secondo profilo Instagram @joanitastudio – un account con 400 followers dedicato a ispirazioni musicali, disegni, oggetti. Succede che riceve una risposta a questa storia: sono Elisabetta e Alessandra Umiliani, le figlie di Piero. Stanno risistemando lo studio del musicista e la invitano a Roma. Il tempo passa, il loro legame cresce, fino a concederle di scegliere alcuni tra i brani dall’archivio che Thiele campionerà e risuonerà in tracce come “Volto di Donna”, “Acqua Blu”, “Tramonto” e “Occhi da Gangster” feat. Frah Quintale.
È una storia degna di questo album onirico, che si apre come un soffio di vento con “La Forma Liquida”: una mano tesa, un invito a spogliarci dalle forme imposte, spingendoci a scegliere quella che ci libera, quella fluida, e quindi liquida. Entriamo nell’album. Comincia un viaggio dove la forza di gravità non sembra essere costante. Si fluttua in scenari diversi ma scritti dalla stessa regista. Famiglia, rabbia, amore ma anche sensualità e determinazione: ogni momento di questo disco è memorabile.
Il potere di Joan Thiele è proprio in quella ricercatezza che allo stesso tempo riesce a risultare pop, perché incuriosisce, ti persuade e, come in questo caso, ti fa conoscere qualcosa di nuovo. Joanita non ha solo un sapore western, ha anche molte influenze derivate dalle sue origini colombiane da parte di padre, che rendono l’opera ancora più intrigante.
Una anticipazione di questo lavoro l’avevamo sentita durante l’ultimo Festival di Sanremo
Nonostante il ventesimo posto in classifica, Joan Thiele è riuscita a farsi notare anche dal grande pubblico. “Eco” infatti aveva attirato l’attenzione di molte persone, dentro e fuori dalla music industry, proprio per la raffinatezza dei suoni e del suo stile, fuori dagli schemi delle aspettative comuni.
I titoli di coda del disco sono stati affidati a un ultimo momento intimo e tenero racchiuso in “Pazzerella”, un regalo a Joan da parte della nonna materna, appassionata di musica, scritta insieme alla zia. È come se Joan, dopo tutto questo fluttuare, ci riportasse alla realtà, a ciò che ci rende umani e umane: il passato, i ricordi, la nostalgia e la gratitudine.
Joanita è una giovane donna che ha potuto realizzare i desideri e i sogni della Joan bambina, che gioca coi suoni, con la voce, sulle note della sua fedele chitarra, lo si percepisce dalla cura e dai dettagli di questo disco. Non c’è niente di casuale qui dentro, è un lavoro svolto in un tempo dilatato, fatto di ricerca e di scelte.
Sperimentare, creare, prendersi il tempo che serve, oltre la fretta del mercato discografico, è ciò che emerge da questo lavoro, che riesce a custodire tutta l’anima e la magia a cui, purtroppo, ci siamo disabituati. La sua preziosità sta tutta qui. Godiamocela.
Grazie, Joanita.

Le date del “Joanita Tour 2025” organizzato da Live Nation (in aggiornamento):
- Sabato 24 maggio 2025, MILANO – MI AMI FESTIVAL
- Giovedì 5 giugno 2025, CAGLIARI – ATENEIKA
- Sabato 21 giugno 2025, OIRA (VB) – TONES TEATRO NATURA
- Venerdì 27 giugno 2025, COLLEGNO (TO) – FLOWERS FESTIVAL
- Sabato 28 giugno 2025, VICENZA – LUMEN FESTIVAL
- Mercoledì 9 luglio 2025 – AREZZO – MEN/GO FESTIVAL
- Giovedì 10 luglio 2025 – ANCONA, SPILLA
- Sabato 19 luglio 2025, SASSARI – ABBABULA FESTIVAL
- Giovedì 24 luglio 2025, TREVISO – SUONI DI MARCA
- Venerdì 25 luglio 2025, ASSISI (PG) – RIVEROCK FESTIVAL
- Sabato 26 luglio 2025, MONTOPOLI VAL D’ARNO (PI) – MUSICASTRADA FESTIVAL
- Lunedì 11 agosto 2025, MILAZZO (ME) – MISH MASH FESTIVAL
- Mercoledì 13 agosto 2025, LAMEZIA TERME (CZ) – COLOR FEST
- Giovedì 14 agosto 2025, LOCOROTONDO (BA) – LOCUS FESTIVAL
- Sabato 23 agosto 2025, CESENA – ACIELOAPERTO