La spremuta di fedi nuziali degli Ex Moglie

Lo sapevate che il rito del Divorzio in Italia è un atto giuridico talmente solenne da richiedere la presenza del presidente del Tribunale? Senza addentrarmi in ipotesi giuridico/religiose, il ruolo dell’ex moglie/marito è qualcosa che va oltre le sovrastrutture sociali ed emotive. In un mondo musicale in cui l’ex fidanzato/a, l’avventura di una notte scritta sulla pelle o semplicemente l’emozione vissuta su un vagone della Metro A rappresentano un must recitativo… che ruolo dare al “congiunto passato”?

Mi ritrovo a pensare questo ruolo apolide mentre ascolto l’EP d’esordio degli Ex Moglie dall’iconico nome di “Spremuta di Fedi nuziali” (che poi di iconico non ha solo il titolo… è distribuito in una geniale boccettina con tappo di sughero). Perché un nome del genere? “Un matrimonio può finire, lʼex moglie è per sempre” è lo slogan del gruppo. È pensato come una minaccia: i pregressi legami amorosi, seppur finiti, albergano in noi avendo modificato la struttura plastica del nostro cuore. Se la ritualità del matrimonio può essere annullata, le spore (positive o negative) dell’incontro di due persone perdurano. Parafrasando, anche in musica è oggettivamente così. Le influenze passate costruiscono le fondamenta delle palafitte dei nuovi progetti: in un giro armonico, in una parola non casuale di un testo ancor meno casuale ritroviamo note e scritture amate e rielaborate.

Gli Ex moglie nascono all’ombra della Madonnina ma in realtà sono un collettivo in cui la penisola è ben rappresentata.

Erika è livornese, cresciuta a respiri soul e movenze jazz manouche. Francesco è veronese, nel sangue rugby e ossigeno elettronico. Davide è cilentano, sole e una visione tridimensionale dell’arte. A Milano trovano il background e le energie giuste per collaborare. Come hanno unito i loro orizzonti e progetti? Hanno tutti in comune una persona che, in maniera diversa, li ha influenzati nella vita e li ha segnati… curiosi?

“Spremuta di fedi nuziali”

Tornando a Spremuta di fedi nuziali, è un EP composto da cinque tracce. Parlare di influenze, generi e categorie non ha molto senso, in quanto il gruppo intende costruire la sua arte in maniera totalizzante. Musica ed arti visuali hanno la stessa importanza e portata, il registrato e il live collaborano al progetto in maniera equidistante. Non a caso, i componenti parlano spesso di sinestesia, cioè di commistione tra due aree sensoriali diverse. L’elettronica, i sintetizzatori si fondono con i costumi di scena e i live stage.

Nuvole stanche, traccia d’apertura, cela dietro uno scheletro musicale elegante un testo apparentemente statico.

La forza del vento, la locomotiva emotiva che spinge pensieri e progetti in realtà ci riconosce come essere umani in continuo mutamento in cui il tesseramento di comunità legge sfumature diverse in ogni cuore. La forma dell’anima levigata dal vento è cara ai primi testi blues: è emotività prorompente e dealienazione.

Fotto il mare è una degna evoluzione della traccia precedente seppur con una tematica diversa.

Dopo il vento, è il mare lo sfondo adatto nella narrazione di una sofferenza in cui il navigante modifica la rotta adattandosi ai venti e al sole cocente. La libertà, la convinzione quasi maniacale delle proprie possibilità (senza curarsi delle eventuali negligenze) è un tema caro alle amigdale degli Ex Moglie. Il loro bisogno di passi non mediocri è vibrante, integralista. È la consapevolezza di un impegno nei confronti del nostro pianeta il tema dei passi: siamo quel che siamo poiché immersi in una meravigliosa giungla.

Terza moglie, testo impegnativo per intensità e capacità metaforica, rappresenta l’esperimento di fusione vocale migliore.

La scrittura è cantautorale per raffinata sofferenza e protesta sociale. Nelle pieghe della simonia cardiaca, il presunto frantumarsi delle convenzioni sociali spiazza l’ascoltatore. Erika riesce a rompere il paracadute che tendiamo a costruire immedesimandoci in un happy ending che non c’è tra un amore finito e l’amore irrealizzabile per un arte perfetta. Il tema, caro a poeti feriti e filosofi scapigliati, raggiunge nel leggere “la perfezione è dell’amante” il suo climax emotivo. L’impegno verso qualcosa di sfuggente e capace di annullarci ma anche di regalarci orgasmi socialmente imperfetti ma dermatologicamente imperituri.

Strade inesplorate è la traccia più blues delle cinque.

Un inno liberale ad aprire le ali, a sconfiggere convenzioni e passi imperfetti, lanciandosi senza coperture alla scoperta di se e del mondo. La traccia è atto d’accusa verso una società inibente, foriera di paure e maschere imperscrutabili, a cui rispondere liberando ogni sfumatura sincera della propria anima. Un inno universale di speranza e caparbietà.

Luce nera chiude l’EP ed è la mia traccia consigliata.

Testo più riuscito, musica tetra ed elaborata. La rielaborazione di se attraverso la metafora di una luce nera onnicomprensiva di tutti i colori è un invito alla pazzia e a scuotere il mondo secondo rotte egocentriche. La difficoltà di emergere e vivere secondo le proprie aspirazioni come causa di infelicità ed incertezza emotiva. Ognuno di noi come mondo completo in scala: nella traccia troviamo tanti dei temi cari agli Ex moglie. L’ultima traccia fagocita tutte le altre, migliorandone le sfumature e la portata espressiva. Il diamante grezzo, la paura e la liberazione.

Tre domande: il progetto, l’EP e un approfondimento su Luce Nera.

Ex moglie è un progetto artistico onnicomprensivo: musica, video e sperimentazione live. È tutto funzionale ad una vostra visione esplosiva del racconto e ad una necessità emotiva impellente?

Diciamo che abbiamo visto in questo approccio la possibilità di comunicare a diversi livelli e stiamo affinando il modo in cui ci proviamo attraverso delle installazioni performative.
Questo sicuramente per soddisfare una nostra necessità di comunicare a 360 gradi, ci dispiace chiudere dentro delle parole le cose che ci passano per la testa perché alcuni concetti hanno bisogno di respirare ed illuminarci. Nel corso del tempo le parole di una canzone restano sempre le stesse così abbiamo pensato di farle crescere con noi in altri modi.

Spremuta di fedi nuziali è il vostro primo EP. Commentatelo in breve. Perché dovremmo ascoltarlo?

Spremuta di fedi nuziali è un concentrato di fratture e fa della separazione il suo elemento cardine. In tutte le canzoni traspare l’evoluzione dell’uomo, dei suoi bisogni e della sua ricerca di completezza. In effetti partiamo dall’idea che tutto ciò che perdiamo ci resta dentro quasi ad occupare più spazio di ciò che abbiamo. Consigliamo l’ascolto perché un matrimonio può finire ma l’Ex Moglie è per sempre 😜 a tutti capita di separarsi da qualcosa o da qualcuno e questa “spremuta di fedi nuziali” è un ottimo rimedio agli effetti collaterali di qualsiasi divorzio emotivo.

Luce nera racconta la difficoltà di essere se stessi, la precarietà di vivere secondo la propria natura. È la nostra generazione a renderci schiavi di maschere?

Qualsiasi generazione ha le sue radici in quella precedente e inevitabilmente anche noi abbiamo raccolto ciò che ci ha lasciato, volendo restare sintetici diciamo che dovremmo essere dei perfetti consumatori. C’è spazio per essere se stessi in un mondo dove quasi tutto ciò che ti definisce si può comprare? Probabilmente no perché essere se stessi vuol dire in primis conoscersi e se ci si conosce davvero è difficile che nascano bisogni indotti. Non è la nostra generazione a renderci schiavi di maschere ma è la società a volere la nostra generazione mascherata. Crediamo che l’uomo sia l’unico rimedio per l’uomo e proviamo a produrre dei momenti che ci piace considerare semi, poi ovviamente ognuno li tratta come gli va, molti li lasceranno in un cassetto, altri ne pianteranno uno e ne avranno cura e magari altri ancora li spargeranno in giro a caso. Noi continueremo a produrne provvisti di mascherina con la speranza utopica di riuscire a lasciare solo questo tipo di maschera come un must di questa generazione.

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