“Siamo tutti” Benelli: esperienze personali che diventano universali

Disponibile dal 29 ottobre una nuova chicca dell’it-pop italiano: sto parlando di “Siamo Tutti”, l’album d’esordio dei Benelli, il duo grossetano di nascita ma bolognese per adozione, nato nell’estate 2018, quando, a conclusione di un altro progetto, Claudio Marciano e Leonardo Spampani si ritrovano a scrivere canzoni per bisogno, per sfogo personale. Queste, in seguito, arrivano all’orecchio di Max di Manita Dischi, il quale gli propone la collaborazione con Carota de Lo Stato Sociale, Hyppo (Keaton) e Cimini da cui ha preso vita Siamo Tutti.

“Federico ci ha aiutati nella stesura dei testi, Hyppo ci ha supportato nel dare un senso di storia dal punto di vista musicale della canzone, Carota ha contribuito alle modifiche dei suoni, delle tastiere e degli arrangiamenti” hanno riferito i ragazzi. 

Ingredienti principali dell’album sono l’autobiografia e quotidianità. Tra sonorità che richiamano il pop italiano anni 70/80, si sviscerano racconti di esperienze personali che si fanno portavoce delle insicurezze, disagio e angosce di tutti i giovani: di chi è nel limbo tra adolescenza ed età adulta, di chi insegue i propri sogni e cerca, smarrito, la propria strada, tra libri universitari, lavoretti, alcol, feste, amici, delusioni amorose. Il tutto è inserito in un continuo gioco di contrasti tra testi e arrangiamenti.  

Particolarmente evocativa è “25”

Racconta l’incertezza e la paura del futuro, da cui scaturisce il desiderio di rifugiarsi nel passato, di rivivere tutto ciò che è stato, anche i momenti più brutti. 25 (anni) rappresenta il confine con l’età adulta, il momento in cui bisogna mettere da parte le “cazzate” adolescenziali e iniziare ad assumersi le proprie responsabilità. Nonostante il testo sia malinconico, l’arrangiamento musicale è allegro, dominato dalle chitarre, e fa intuire speranza e possibilità di reagire. Il video della canzone è semplice ma efficace: sullo schermo di un Mac Apple si susseguono foto e video della band, un po’ come quando nei momenti di noia e malinconia andiamo a sfogliare i vecchi file archiviati sul computer, ricostruendo ricordi. 

“Presto inventami una porta per uscire da questo mio mondo difficile, da questo mio mondo confuso e distratto, conto i giorni per trovare la somma di cosa ho fatto già. […] Ho finito di imparare non so continuare, non so cosa farei per riprendere a crescere, non so cosa darei per riprendere a crescere”

Vengo Subito

Come si può intuire dal titolo, affronta, il tema dell’eiaculazione precoce, problema che coinvolge molti giovani ma avvolto nel tabù e, perciò, motivo di imbarazzo e disagio. Con la complicità dell’arrangiamento giocoso, questo è raccontato in maniera ironica e leggera. Sotto questa apparente leggerezza c’è però l’intento di sensibilizzare e sfatare il tabù: per questo motivo i ragazzi hanno anche fatto partire una campagna sui social e diffuso adesivi con la scritta “vengo subito”. 

“In fondo adesso che è solo un ricordo mi viene solo da ridere, non ci scherzo ma nemmeno ci soffro. volevo solo dirti che tre secondi e te ne vai senza dire una parola, poi non rispondi, <<preferisco rimanere da sola>>, se solo fossi rimasta ancora invece mi hai dato una possibilità sola”

 “Persone a pezzi”

È un po’ uno sfogo personale e parla di quando il tormento e il malessere si insinuano nella routine quotidiana e ci sembra che la vita ci schiacci,  ma allo stesso tempo scopriamo di non essere soli.

“E per tutto quello che sento, per tutto quello che ho dentro, oggi non mi vorrei svegliare, secondo me niente è normale ma forse sarà successo anche a te. […] Certe sere tengo in mano la mia vita, certe sere è la vita che tiene me”

“Rossa” e “Firenze”

Raccontano due amori infelici. In Firenze l’ostacolo è la distanza e il fatto che lei è fidanzata con un altro:

“Andiamo a prenderci un gelato, anche se io vorrei fare altro ma stai con lui ed io mi trovo nel posto sbagliato. Dai vieni a Firenze a fare l’università, facciamo un incidente in macchina”

In Rossa invece viene raccontato un amore mai nato perchè, per timidezza ed insicurezza, il protagonista non è riuscito a cogliere le occasioni per conoscere quella ragazza dai capelli rossi e il vestito azzurro.

“Ma dopo tanto tempo non trovo mai nemmeno un momento per dirti che vorrei correre con te, vorrei correre da te”

“Abbiamo perso”

È forse la canzone più malinconica dell’album: è un grido di rassegnazione, intriso di rabbia verso il mondo che ci circonda e che ci inghiotte.

“Saremo persone vuote, saremo pieni di quello che dite, saremo pronti per sempre in attesa di niente”

In generale è un disco orecchiabile, piacevole e che entra in testa ma allo stesso tempo non banale nè superficiale. Se l’intento, come suggerisce il titolo, era quello di creare qualcosa che potesse dar voce a noi giovani e in cui potessimo sentirci rappresentati, i Benelli ci sono pienamente riusciti. SIAMO TUTTI BENELLI. 

Ascolta qui Siamo tutti, il disco d’esordio di Benelli

 

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