“Temporale” dei Gazebo Penguins, la percezione neuronale del mondo

Sesto disco per i Gazebo Penguins, Temporale. Copertina: uno sfondo nero con una strana formazione alboriforme verde e il nome del disco. Nulla più.

Quella strana formazione altro non è che una schematica rappresentazione dei circuiti neuronali, le loro interconnessioni che elaborano e raccolgono informazioni così come gli alberi pescano nutrienti nel terreno. Come nella nera terra, ignota e profonda, così il cervello umano lavora in un mondo di trasduzioni elettriche, capillari microscopici e tortuosi, in una chimica parzialmente ignota e profonda. Come un albero muta il proprio aspetto a seconda della composizione del terreno, così la nostra visione e rappresentazione del mondo cambia a seconda degli stimoli.

Si, il tema del disco è la neuro percezione, il rapporto del nostro essere e dell’essere al mondo, il rapporto con i nostri sensi e l’immersione nello scorrere del tempo.

Temporale disco Gazebo Penguins
Gazebo Penguins – Temporale [Ascolta qui]

Il “temporale” del titolo è quindi legato al lobo temporale, struttura encefalica che governa l’elaborazione uditiva, la memoria (anche per la creazione dei ricordi), il riconoscimento facciale e visivo, emozioni come paura e piacere e la comprensione del linguaggio.

Nei pazienti con lesioni del lobo temporale, i danni alla memoria, al linguaggio, nel riconoscimento degli oggetti o dei nomi familiari sono purtroppo normali. Il soggetto è spaesato, con cambi di personalità che lo rendono apolide rispetto alle strutture sociali, devastato da allucinazioni uditive e visive e con difficoltà a gestire le emozioni.

L’essere umano nel mezzo del temporale: non si riconosce, non viene riconosciuto. Tutto è rumore improvviso e gelido silenzio. Tutto è connesso senza elettricità, senza trasduzione del segnale. Buio vivido.

È questa una delle chiavi globali di interpretazione del lavoro della band di Correggio.

Le nove tracce del disco si fondono tra loro in maniera interconnessa per spiegare il pre (la percezione del mondo), il presente (l’analisi del segnale neuronale, i piedi fermi nell’Io in relazione al Mondo) ed il post (cosa succede quando queste fondamenta diventano buio, quando la perdita diviene straniamento).

La narrazione musicale del disco è affidata a ritmi ossessivi e pause di riflessione, tra distorsioni e chitarre che riemergono poderose da intermezzi periferici affidati anche a sax e tromba. Tutto ricorda la depolarizzazione/ripolarizzazione a salto tipica del segnale elettrico encefalico.

Milioni di neuroni lavorano facendo correre tra dendriti e assoni ioni e neurotrasmettitori con pause impercettibili. Migliaia di particelle sonore compongono una traccia, alimentando e spegnendo il lavoro dell’artista, sedimentando e rimescolandolo ad ogni cambio armonico.

La musica è quindi orizzonte solido nella dimensione oscura dell’interpretazione del fruitore finale e del suo vissuto. La percezione è quindi orizzonte solido nella dimensione oscura dell’interpretazione cognitiva del centro encefalico finale a cui arriverà l’informazione. E se fosse tutto un sogno? Se la tempesta ci privasse della nostra identità? Se il mondo non ci riconoscesse?

temporale gazebo Gio Fato
Gazebo Penguins, Temporale – foto di Gio Fato

La band emiliana, quindi, in “Temporale” riesce ad addentrarsi in acque ancor più torbide.

In Quanto, disco precedente della band, l’infinitamente piccolo si interfacciava nell’infinitamente grande: la quotidianità rimbalzava nel grande quadro dell’Universo. In Temporale permangono plumbei i temi del rapporto con l’Universo (l’enorme contenitore) ma da una visione estremamente egocentrica. (Essere) nudi dinnanzi la fragilità del nostro (essere) Io con tutte le conseguenze possibili.

Il pensare che tutto possa essere non reale, che un coagulo di sangue possa mutare il nome della persona amata o di un fiore rende l’aria asfittica. Tutto è elettricità, tutto potrebbe passare facilmente da on a off.

“Siamo quello che sappiamo di noi stessi senza memoria è come non vedersi. Il tuo nome, il mio cane quel sorriso che ho aspettato settimane sono un libro vuoto poi passano secondi e tutto se ne va.”

Mnemosyne

Il tour dei Gazebo Penguins:

  • 26.03 | Circolo Magnolia – MILANO
  • 10.04 | Cap10100 – TORINO
  • 11.04 | Astro Club – PORDENONE
  • 17.04 | Monk – ROMA
  • 18.04 | Lizard Club – CASERTA
  • 09.05 | Viper Theatre – FIRENZE
  • 10.05 | Locomotiv Club – BOLOGNA
  • 17.05 | Dong Music Club – MACERATA

Prevendite su www.gazebopenguins.com

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