Il “Two, Geography Tour” di Any Other tra viaggi e il diritto alla vulnerabilità

La geografia apparentemente, è una disciplina che tratta di confini, carte e numeri, affascinante ma rigida. Immaginiamo, però, che esista una geografia corporea e intima, che indaghi l’interno e l’esterno di ciò che siamo e lo spazio che andiamo ad occupare. Adele Nigro, ideatrice e guida del progetto Any Other, fa propria questa intuizione in Two, Geography il suo ultimo Album prodotto dalla 42 Records, che l’ha vista impegnata lo scorso autunno in un tour ricco di date.

È bene precisare che la Band rappresenta un’eccezione nel panorama Indie italiano: Adele scrive in inglese, ha presentato il suo ultimo Lavoro al Primavera Sound Festival 2018 e poi è partita per un tour Europeo durante il quale ha riscosso successo e numerosi giudizi positivi.

Mi ero ripromessa da tempo di assistere ad un loro live, poi l’occasione è arrivata: Any Other suona al Colorificio Kroen, a Verona. Apro Google Maps, il locale dista 82 Chilometri da casa, poco male. È un sabato pomeriggio di gennaio, fa freddo e la mia macchina conta quasi due decadi. Parto e mi ripeto che ne varrà la pena, mi farà star bene.

Effettivamente Two, Geography è un disco che ho ascoltato diverse volte, con soddisfazione. L’Album è composto da dieci brani, ognuno dei quali si distanzia dai format tipici delle hit indie. Non ci sono ritornelli ma si percepisce una grande attenzione verso gli arrangiamenti strumentali, infatti, le armonie sono lineari e ben composte. Adele unisce il cantautorato indie-rock ad elementi jazz e alternative RnB, raggiungendo un valido equilibrio dalla fusione di generi e regalandoci composizioni uniche e trasversali.

La ricchezza del Disco, a mio parere, si trova però nella storia e nelle emozioni che si celano dietro ai pezzi, e ne avrò la conferma proprio durante il Live. Dopo l’esibizione di un impeccabile Urali, la Any Other Band fa il suo ingresso sul palco. La scaletta dei brani segue l’ordine dell’LP: attacco di chitarra elettrica, suono continuo e archi, A Grade apre Two, Geography anche dal vivo. Segue Walkthrough, singolo uscito in anteprima nel giugno 2018. L’atmosfera si fa più familiare e la voce di Adele ci guida tra strofe cariche di significati importanti: “If they don’t see me i’m nothing, but if they notice me i’m nothing at all”. Vengono toccati temi delicati e comuni: la vulnerabilità, le aggressioni verbali e la ricerca di un equilibrio emotivo personale.

Arriva l’intermezzo strumentale di Stay Hydratate! e Breastbone, brano in cui la chitarra si fa leggera e sostiene una melodia dinamica, a tratti malinconica, che culmina in un climax strumentale. Si prosegue con Travelling hard, che ci fa viaggiare insieme alla Any Other Band da una città all’altra, e porta un’atmosfera piacevole e distesa. C’è spazio anche per un paio di brani chitarra e voce, Adele rimane sola sul palco, che riesce a tenere perfettamente, con professionalità e attenzione.

I musicisti tornano sulla scena, ed è il momento di Capricor No. Adele fa una premessa: “Ho scritto questo pezzo in un periodo in cui non stavo bene e mi sentivo in colpa perché non stavo bene e finisci per entrare in un circolo vizioso”. Si parla di relazioni invadenti e depressione, situazioni molto più comuni di ciò che vorremmo credere. Io mi rendo conto di avere di fronte un’Artista che parla al pubblico con un’onestà disarmante e, allo stesso tempo, vedo una mia coetanea che condivide riflessioni che comprendo e mi coinvolgono direttamente.

Geography e A place sono i brani conclusivi del Disco. Il primo, in particolare, è quello che preferisco. Immagino perché rappresentativo dell’intero lavoro di Any Other, che ci fa capire cosa significhi la geografia corporea e relazionale. Il concerto, invece, si conclude con Sonnet #4 e Something singoli belli e potenti, estratti dal primo album Silently. Quietly. Going Away che lasciano al pubblico la carica giusta per continuare la serata in compagnia del DJ-set.

Mi rimetto in macchina, il freddo si fa pungente e l’autostrada di notte la eviterei volentieri. Nel mentre, decido di infrangere la regola giornalistica dell’imparzialità, per dirvi che a me Any Other piace tantissimo. Mi piace che ci siano studio e precisione dietro la realizzazione di un Disco, ma anche una buona dose di verità, insieme a ritagli di storie personali. Amo il respiro internazionale del Progetto, che rappresenta una ventata d’aria fresca tra le produzioni Italiane contemporanee. Mi piace l’idea che nei testi delle canzoni si possano usare parole come “Abusive Relationship” ed è bello che si scelga di dare valore alla sostanza a discapito delle apparenze. Infine, Adele Nigro rivendica a cuore aperto il diritto alla vulnerabilità, allo stare male, per poi stare bene, e oggi, più che mai, è necessario avere il coraggio di avvalersi di questo diritto, senza timori.

Foto in copertina di @simonecargnoni

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