Acaro: musica per combattere la provincia

Acaro non vuole essere un vincente, non cerca risposte ai suoi problemi, gli basta la sua musica per sentirsi vivo: e infatti nelle sue canzoni possiamo ascoltare la sconfitta della provincia, l’esagerazione, ma soprattutto la scossa che si dà alla propria esistenza quando si decide di vivere. Riccardo non vuole essere un vincente, ma decide di affrontare i suoi avversari: sceglie di essere chiamato Acaro, come il responsabile della sua allergia, e di combattere la provincia passando dei mesi in Giappone.

Appassionato di scrittura in varie forme, passa la vita a scrivere canzoni e a dar loro voce, a volte da solista, altre volte in compagnia di una band. La svolta definitiva avviene, comunque, di ritorno dal Giappone, quando avvia il progetto musicale Acaro, appunto.
Da dicembre al mese scorso abbiamo potuto ascoltare tre singoli: Mangio, Katane e I Ghepardi, ultimo ad essere rilasciato.

Ho provato a scoprire qualcosa in più sul prossimo album, ma per il momento ci tocca attendere: tranquilli, nell’intervista Acaro ci lascia qualche suggerimento su come passare il tempo, dai videogiochi ad un eventuale fumetto…

ph: Silvia Violante Rouge
Ho letto che hai scritto la tua prima canzone a 8 anni, parto con questa domanda perché sono curiosissima: di cosa parlava?

È semplicissimo, la mia prima canzone era solamente una frase che si ripete all’infinito, te la canto: con gli occhi posso guardare, con gli occhi posso guardare... E poi l’ho fatta anche in versione francese, avec les yeux je peux voir, ecc ecc.
Poi ne ho scritte anche di più articolate però questa è quella che mi ricordo di più sinceramente…

Da quel momento non hai più smesso: potremo mai ascoltare le canzoni che ci sono state nel mezzo?

Beh, a parte tutti i vari progetti in cui ho comunque scritto canzoni, ho iniziato a cantare nelle band quando avevo 15 anni, quindi negli ultimi 10 anni ho scritto davvero tante tante tante canzoni. Ho scritto canzoni anche alle medie, ne ho davvero tantissime. Ne ho perse tante, ma ho sempre avuto l’idea di poterle registrare, poter rendere carine anche le canzoni che ho fatto da piccolo. Certo ci vuole tempo, ci vogliono i mezzi, altre persone… magari un giorno. Con Gli Occhi Posso Guardare sicuramente!

Passando alle canzoni di Acaro: Chi sono i Ghepardi?

Siamo un piccolo gruppo di amici cresciuti praticamente insieme, siamo tutti della stessa zona della provincia di Bergamo, un paese molto piccolo di 4000 abitanti. Il nome arriva da uno dei lunghissimi aperitivi in cui uno dei nostri inizia a sostenere che lui riuscirebbe ad uccidere a mani nude un ghepardo, era convintissimo. L’abbiamo preso per il culo per giorni e abbiamo portato avanti la cosa tanto da definirci ghepardi.
La canzone è una dedica al nostro modo d’essere e al luogo in cui siamo cresciuti, che non è un luogo così ospitale e felice, però siamo riusciti a trovare sempre un sacco di modi per divertirci e per esagerare.
Poi c’è tutta la questione del fallimento, gli incidenti di quasi tutti senza patente, insomma gli eccessi che un paese così noioso ti porta ad avere.

I Ghepardi
Quindi quanto c’è di Bergamo nelle tue canzoni?

Sono cresciuto in un paese piccolo, adesso vivo a Bergamo, ma da circa un anno e mezzo. Ritrovo molto il mio percorso, sono cresciuto in un posto molto noioso circondato da persone bigotte, il classico paesino della provincia, quindi c’è quella sensazione di freddo e di vuoto.
Mi sono ritrovato spesso a chiedermi “cosa devo fare? Se io rimango qui finisce come tutte le altre persone che vedo al bar e che faranno questa vita: vivere al bar, avere un mutuo da pagare e fare la vita di paese, magari fare l’operaio”. C’è questo, la nebbia del luogo in cui sono cresciuto…

Hai svoltato andando in Giappone, mi sono chiesta: Se non ci fossi stato, come sarebbe andata la tua storia? Avresti pubblicato comunque qualcosa?

Sicuramente sì, il Giappone ha aperto qualcosa che dentro avevo. Ero già in contatto con Giorgio, qualche mese prima di partire per il Giappone avevo pensato di programmare qualcosa con lui, Ghepardi l’ho anche scritta prima del Giappone. L’idea di ACARO c’è sempre stata, la porto avanti da parecchio, sicuramente il Giappone è riuscito ad ampliare tutto quanto, ad aggiungere colore e un sacco di sensazioni e di esperienza che sicuramente non avrei potuto dare al mio progetto, insomma mi ha aiutato ad ampliare un pochino il mio essere.

Suoni da solo o c’è qualcuno che ti accompagna, oltre al produttore?

Sì, live suono con una band: c’è il mio produttore Giorgio Assi che suona i synth, la chitarra e tutto quanto e poi ho anche un batterista. Questa è la formazione live, nella scrittura invece scrivo sempre con Giorgio Assi, quasi tutto quello che ho scritto è stato fatto con lui. È una sorta di jam session, poi escono le canzoni.

Leggevo che hai prodotto molto sia come scrittore che come sceneggiatore. Di cosa ti piace scrivere?

Ho scritto poesie, anche se chiamarle poesie non è correttissimo, sono dei pensieri, è sempre una cosa interiore: è la stessa cosa di Acaro però ristretta in pochi versi. Mentre invece per quanto riguarda la sceneggiatura ho scritto parecchi racconti, sempre abbastanza bizzarri, un po’ iperbolici. Gli unici che ho scritto per qualcun altro sono quelli che ho scritto per un mio amico fumettista. Infatti, a breve (cioè l’obiettivo era quello, adesso le scadenze… va be) c’è in programma di preparare il fumetto di Acaro!

Wow! E chi è il tuo amico?

Cambia costantemente nome, è Simone Margiotta, si fa chiamare Margio. Non so se quando uscirà il fumetto avrà un altro nome, ahahah.

Prossime canzoni? A quando un album?

L’album non si sa ancora, ci sono parecchie canzoni in cantiere che ho già portato ai miei live e molti hanno già sentito. C’è un distacco dal Giappone, rimane sempre l’idea e la sonorità e qualche riferimento, però a parlare della mia vita e di quello che arriva dopo l’esperienza giapponese. C’è sempre quella sfumatura un po’ triste e un po’ sarcastica.

Volevo chiederti tre dischi da ascoltare in quarantena, però tu sei un nerd, quindi ti chiederò tre giochi da fare in quarantena.

Wow! Che bello grazie! Allora ti dico come la sto passando io: sto giocando ad Apex Legends, che è un battle royale per playstation, in alternativa è appena uscito il battle royale di Call of Duty che è comunque valido. Poi sto giocando – e questo è proprio nerd tanto – in videochiamata a Magic the Gathering, con gli amici. Altri consigli: è uscito adesso Doom Eternal, assolutamente consigliato. E mmh basta? Doom era d’obbligo, sono super fan.

Ah! Riccardo ci ha tenuto a specificare a tutti gli appassionati che:

Postilla
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