Dianime: un power trio con un’anima che riesce ad andare Oltre

Dianime è una band abruzzese tutta al femminile, che non ha proprio nulla da invidiare ai colleghi uomini che dominano l’attuale scena pop (o, se siete dei nostalgici, indie-pop). Il 20 settembre è uscito per ALTI RecordsOltre”, il primo singolo che anticipa il nuovo lavoro al quale Sara, Stefania e Cristina stanno lavorando grazie anche al contributo dei fan raccolti attraverso Musicraiser. Il brano è accompagnato da un videoclip diretto da Idio, girato tra le splendide zone della Riserva Naturale Punta Aderci e i vigneti di Casale del Gigante, nel loro Abruzzo, dove  dicono  il progetto Dianime ha base, ma mira a raggiungere le nostre orecchie e il nostro cuore.

Oltre” è il pezzo perfetto per salutare definitivamente l’estate, abbandonarsi alla malinconia autunnale, cullare i ricordi, annusare la pelle che sa ancora di sale. È un punto di fine, ma soprattutto di partenza.
Parliamone con loro.

Ciao ragazze. Siete ripartite quest’anno dopo una lunga pausa, nella quale avete dovuto affrontare un importante cambio di line-up. Avete quindi dovuto andare oltre anche voi, com’è stata questa transizione e come ha influito sulla vostra musica? A chi è rivolto il vostro singolo?

Intanto questa premessa ci piace molto, “andare oltre” è la sintesi perfetta di tutto quello che abbiamo vissuto nell’ultimo anno e mezzo.

Siamo andate “oltre” davvero su tanti punti, a partire dal cambio di line-up che è una scelta scomoda che ti costringe a fermarti e ad accettare che le cose non stanno andando come vorresti. Sapevamo che sarebbe stato complicato ripartire da zero, soprattutto con un album in ballo, ma abbiamo rischiato ed ora eccoci qui. Siamo andate oltre anche musicalmente, con un nuovo approccio alla musica e con scelte che una volta non avremmo considerato. Il nostro singolo è una confessione, un dialogo intimo con te stesso, di quelli che fai solo quando la vita ti mette davanti a qualcosa di davvero estremo. Paradossalmente è proprio in quel momento, nel bel mezzo del caos, che fai davvero chiarezza e capisci cosa vuoi davvero. È un invito a non arrendersi, a rimettere insieme i pezzi e ripartire più forte di prima.

Musicalmente, il singolo mantiene l’identità che ben fonde rock ed elettronica presente già ai vostri esordi nell’EP “Rivoluzione dell’anima” del 2015. In un periodo in cui le influenze sono tantissime da tutti i generi e a fronte anche dei nuovi ingressi e della vostra crescita, è stato difficile rimanere fedeli a questo filone o si è rivelato un percorso naturale, senza forzature?

È molto bello che tu l’abbia notato, molte persone che ci conoscono bene hanno detto esattamente questo. “Siete cambiate tanto, ma la vostra essenza è rimasta la stessa”. Non è semplice cambiare senza snaturarsi.
Oggi abbiamo cambiato il modo di esprimere certe cose, rinunciando ai chitarroni distorti e a quella componente dark che veniva fuori un po’ in tutti i nostri vecchi brani. Questo non significa che non proviamo più quel tipo di emozioni, ma abbiamo capito che esistono modi alternativi per esprimerle. È stato molto naturale, non ci siamo imposte una direzione, non avrebbe senso darsi delle regole rigide nell’unico posto che ci resta per essere davvero noi stesse. Ogni canzone comunque ha una sua identità, una sua storia e un suo colore.

Avete collezionato vittorie a diversi contest musicali, nel 2017 avete partecipato alla finale regionale di Arezzo Wave, l’anno scorso avete vinto il premio nazionale FIM e il premio come miglior band emergente selezionate da Classic Rock Italia. Che rapporto avete con questi eventi e con i live in generale?

Quando si tratta di contest non diamo molta importanza alla gara in sé o ai premi, ci interessa di più fare rete e suonare in giro, ma sicuramente questi risultati sono il segnale che siamo riuscite a comunicare qualcosa.
Per noi questo è fondamentale. La dimensione live è quella che preferiamo, è lì che testi davvero il potenziale delle canzoni. L’energia che ti trasmette il pubblico dal vivo poi è impagabile, vale sicuramente di più di milioni di like.

Negli anni, avete diviso il palco con tantissimi artisti nazionali (Canali e Rossofuoco, Margherita Vicario, Il Teatro degli Orrori, Giuliano Palma, Marlene Kuntz, Sick Tamburo, Lacuna Coil, ecc) e internazionali (Clan of Xymox, Alcest). Il 31 Maggio avete pubblicato “Risposte”, brano prodotto da Marco Di Nardo dei Management. Com’è nata questa collaborazione?

Abbiamo conosciuto Marco tramite MArteLabel che ci suggerì di farci produrre un brano da lui. Gli abbiamo fatto ascoltare tre brani e dentro di noi sentivamo che Risposte sarebbe stata perfetta per lui. L’intuizione è stata buona e infatti lui ha scelto di lavorare su quella. Siamo molto felici di aver collaborato con lui perché ci ha aperto una strada completamente nuova a livello di sound. Era esattamente quello di cui avevamo bisogno: ripartire con qualcosa di veramente nuovo, tornare col botto. Risposte è piaciuta molto e ne siamo felicissime.

Come nascono i testi e la musica delle vostre canzoni e a cosa vi ispirate? Lavorate tutte insieme o qualcuna di voi si dedica alla composizione e qualcun’altra ai testi?

Testi e musica nascono in momenti diversi, ma poi lavoriamo tutte insieme per incastrarli al meglio. Stefania, la chitarrista, cura la parte strumentale, Sara scrive i testi e le melodie e io (Cristina, basso) rispondo alle interviste ahah! ( Scherzi a parte, do anch’io una mano sui testi e sulla musica. Per la produzione delle canzoni dell’album, a parte Risposte che abbiamo prodotto con Marco Di Nardo, stiamo lavorando insieme a Luigi e Federico, i ragazzi di ALTI Records.

Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro nuovo disco e quando potrebbe uscire?

Fare troppe previsioni non ci ha mai portato bene, quindi ci limitiamo a dire che uscirà presto. Cosa aspettarci non lo sappiamo neanche noi, devo essere sincera. Continuano a nascere canzoni e quando credi di aver finito non è mai davvero così. Al di là di questo, speriamo si possa respirare tutto quello che abbiamo vissuto nell’ultimo anno, e che qualcuno possa trovare un po’ di se stesso nella nostra musica.

Sentite le premesse, siamo curiosi e ansiosi di ascoltarlo, ci risentiremo presto. Nel frattempo, grazie e buon lavoro!

Grazie a voi per averci dato voce e spazio

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