Glamour, colto e senza sovrastrutture: Duilio, essenza distillata de I Giocattoli

Duilio è Duilio Scalici, frontman dei Giocattoli, uno dei progetti più interessanti degli ultimi mesi. Personaggio poliedrico, con un curriculum di tutto rispetto come film maker, lasciava intendere un bisogno insito di libertà umana e stilistica già in tracce come Astronauta e Aquilone (I Giocattoli, Machepretendi, 2019, Giungla Dischi). Necessità che prende forma nel progetto solista DUILIO che dopo aver esordito con “Comunque io voglio te”, brano dai sussurri vellutatamente sensuali, torna con Abramovic, in compagnia di Sem&Stenn.

La presenza del duo risulta la scelta migliore per un brano esteticamente baroccheggiante. Sembra di assistere ad una piece teatrale dannunziana in cui un superuomo si intererroga sulle libertà personali e sull’integrazione (spesso difficile) che il singolo ha con le comunità umane e le loro espressioni come cinema ed arte. Il bisogno di quiete, di estraneazione dalle brutture del mondo, tipicamente fine ottocentesco, è reso ai giorni nostri con una struttura musicale moderna e anche in questo caso sensuale e ricca di sfumature eleganti. Il cantato è vibrante, smooth, anche in passaggi complessi come il rapporto con concetti come l’anarchia e la iconoclastia artistica. Lo abbiamo incontrato per una intervista.

Hai scelto di utilizzare solo il tuo nome per il progetto solista. È una scelta egocentrica o una dichiarazione d’intenti?

Se pur italiano come nome non è molto comune e suona bene. Quindi semplicemente mi sono detto: perché no?

Come si rapporta il progetto Duilio con I Giocattoli? Cosa hai messo nella valigia e cosa hai tolto?

Il progetto “DUILIO” nasce prevalentemente per pubblicare musica priva di “regole” ma I Giocattoli e Duilio camminano di pari passo. Magari con questo progetto solista cerco di produrre (in maniera testarda) quello che viene rifiutato dalla band, semplicemente per questione di gusti soggettivi, ma che sento comunque il bisogno raccontare in un modo o nell’altro.

Abramovic affronta il tema complesso delle libertà personali, di una libertà che si esprime anche attraverso una sorta di isolamento. Pensi siano tempi in cui è necessario ritrovarsi contro l’iperconnesione che ci avvolge?

Assolutamente si. Questa “iperconnessione” in realtà dovrebbe avere soltanto dei pregi ma il problema sta nell’uso che facciamo dei social network e simili. Semplicemente esageriamo. Esageriamo sempre come al solito. Viviamo in un epoca totalmente consumista in cui se una cosa non va meglio buttarla piuttosto che aggiustarla. Facciamo cosi con le relazioni, con le cose e con gli amori. Ed i social non fanno altro che aiutare tutto ciò. Ormai basta anche soltanto un messaggio su whatsapp per eliminare qualcosa. Non diamo più importanza “al prossimo” trattando gli altri con sufficienza. Si è persa anche la privacy.

Ad esempio per chi è un libero professionista come me, non esistono orari. Tutti si sentono autorizzati a contattarti in qualsiasi ora del giorno perché con whatsapp o simili è semplice ed è immediato. Dimenticando che ognuno di noi ha una vita anche privata e che anche una notifica o un “suono” in più può causare stress. Ed inoltre per via di questa “facilità” di comunicazione tutti si sentono geni (come dice Cremonini) pensando di poter sempre dire la propria ed offendere il prossimo pubblicamente senza nessun rispetto… D’altronde come diceva un tempo De Andrè: Si sa che la gente da buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio. Si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare cattivo esempio.

Quindi di base penso sarebbe utile per tutti alzare lo sguardo e godersi quello che abbiamo intorno ogni tanto lasciando il cellulare altrove, per evitare di far venir fuori l’uomo schizoide del 21esimo secolo che raccontavano i King Crimson già nel 1969!

Sem&Stenn incarnano perfettamente il featuring di cui avevi bisogno nella canzone. È stato facile lavorare con loro? Sono artisti dalla forte personalità…

Sono senza dubbio artisti dalla forte personalità (fortunatamente). Ma cosa più importante sono delle persone meravigliose. Dopo questo feat abbiamo instaurato un rapporto di amicizia unico. Ci aiutiamo sempre a vicenda per qualsiasi cosa e c’è tanta stima reciproca! Quindi oltre che facile è stato bellissimo lavorare con loro!

Domanda provocatoria: chi avresti scelto, tra gli artisti del passato, come spalla per Abramovic? Motivazioni.

Onestamente del passato in questo momento non mi viene in mente nessuno. Ma sicuramente mi piacerebbe un collaborazione tra Marina Abramović e David Lynch. Penso che potrebbe uscire fuori qualcosa di veramente folle!

Marina Abramovic. Beh, artista scottante. Come mai hai scelto lei per rappresentare l’iconoclastia del buen refugio?

Per un motivo in realtà semplice. Sono rimasto molto colpito dalla notizia di Firenze: Un fan dell’Abramović le rompe una tela in testa. Subito ho pensato che quel gesto incarnava la follia di questo ventunesimo secolo. Distruggere l’arte sull’arte penso sia tra le massime manifestazioni di stress/ansia/pazzia causata dalla società che ci circonda!

Il tuo brano sembra la trama di un romanzo decadente. La letteratura c’entra qualcosa? È una dichiarazione d’amore verso qualcuno/qualcosa?

È più un auto avvertimento in realtà. “Voglio solo dormire sereno, rompere una tela in testa a Marina Abramović” come per dire a me stesso: “Dormi Duilio, statti un po’ sereno lasciando ogni tanto la società fuori dalle pareti di casa tua per evitare di impazzire come quell’uomo che ha rotto una tela in testa a Marina Abramović”.

Il video è strutturato con colori pastello e espressioni rassicuranti. Perché hai riservato per te il colore viola…non sei superstizioso?

Volevamo dare un impostazione molto classica, simile alle vecchie foto di famiglia. Inizialmente senza niente fuori posto e successivamente con degli occhi bianchi, senza pupille. Per far capire che dietro ogni sorriso c’è un anima logorata da qualcuno o qualcosa. Il vestito viola l’ha Stenn! Comunque sono superstizioso soltanto a volte!

C’è una nuova ondata “indipendente” in Sicilia. Quale è il tuo rapporto con le influenze multietniche di cui siete fieri alfieri? La Sicilia cosa può aggiungere al dualismo Roma-Milano?

Ad essere sincero non lo so. Penso che nella scrittura l’influenza venga più dal vissuto e dal cuore di una persona piuttosto che dal contesto in cui vive (che certamente anch’esso può influenzare ma non pienamente). Per quanto riguarda il “sound” la Sicilia è davvero eterogenea dal punto di vista musicale quindi non saprei dirti realmente cosa possiamo dare in più musicalmente. Quello che so è che in un certo senso ci si contagia giornalmente con l’altra musica. Con le nuove e con le vecchie uscite.

Cosa ci aspetta in un prossimo futuro? Cambi stilistici o ripercorrerai sentireri già battuti?

A settembre daremo novità con I Giocattoli e posso dirti che cambiare ci piace!
Per quanto riguarda il mio progetto solista per adesso lo terrò un po’ in pausa per dedicarmi nuovamente a I Giocattoli. Abbiamo davvero tante cose da dire e non vediamo l’ora!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *