I Vergine debuttano con un disco che fa venire voglia d’estate

Da oltre un anno seguo il percorso dei Vergine. Posso dire di averli visti nascere e di aver osservato i loro primi passi fino all’uscita di quello che è il loro omonimo album d’esordio.

Vergine è un duo electro pop composto da Lucia Lareglia e Pierpaolo Ovarini, che ha esordito nel 2019 con il primo fortunatissimo singolo Contemporaneamente. Vergine è un progetto elegante e diretto: atmosfere elettroniche dal gusto vintage e moderno si mescolano ad una voce che con innocente leggerezza racconta la parte più nascosta della mente umana.

L’intro dell’album recita “Vergine blu come i miei occhi che ricorderai, Vergine mi sognerai” e ci porta nel vivo di questo viaggio onirico. Queste 8 tracce sono un mega trip, un unico flow che fa venire voglia di ballare fino a perdere il conto delle ore, fino a non sapere più se è ancora notte o è già l’alba.

Si parte con Gin Lemon, il racconto di una serata esagerata passata in discoteca, quel desiderio un desiderio pensato e vissuto nella mente, è libertà d’azione al gusto di inibizione.

La voce sensuale di Lucia segue i sintetizzatori decisi di Pierpaolo e ci perdiamo nelle Fragole, un pezzo  ipnotico, a tratti quasi graffiante: atmosfere notturne che si avvicinano alle produzioni internazionali. In alcuni brani come Amore mio e Viole, la produzione sovrasta la potenza dei testi e della voce di Lucia, ma volutamente. Il risultato è un concentrato di emotività, vibrazioni ed energia contagiante.

Vergine – Vergine [Ascolta Qui]
Doveroso un highlight su Caro caro, mia traccia preferita del disco. Un brano intenso, una lotta tra due esseri umani e alla fine chi vince? Vince lei che gli dice bye bye..

Un’ottima prima opera per i Vergine che mostrano di essere completamente a loro agio in questa nuova era della musica elettronica, che si mischia con il pop e ci fa venire voglia d’estate…

VERGINE è il vostro album d’esordio, raccontateci come è nato e come si è evoluto prima di vedere la luce…

VERGINE” il disco, come il progetto, nasce dopo un periodo di ricerca sonora e d’identità durata quasi due anni. Gran parte del disco nasce prima della pandemia ma cresce e muta durante. Prende spunto testualmente e musicalmente da una realtà ignara di ciò che sarebbe accaduto. Inizialmente pensavamo che la spensieratezza apparente dei nostri brani sarebbe stata equivocata in un periodo come questo ma adesso capiamo che non è assolutamente ciò che è successo dal momento in cui il disco è stato pubblicato.

È stato accolto e viene accolto con grande piacere. Ciò che ci rende più entusiasti è sentire che l’energia che trasmette è spiazzante. Non c’è cosa più bella, soprattutto in questo periodo. Siamo molto soddisfatti di come il disco suona nella sua totalità. C’è il nostro estro in tutte le sue forme: abbiamo scritto ciò che volevamo scrivere, suonato ciò che volevamo suonare nel modo in cui volevamo, totalmente liberi. Ciò che ascoltate nel disco siamo nel modo più assoluto noi, noi in quanto l’abbiamo creato insieme, nota su nota, melodia su melodia.

Vi definite un duo senza genere, o meglio la vostra musica non vuole identificarsi in un genere specifico. Questo ha un doppio significato, si può giocare sia sul femminile / maschile, sia sul genere che può essere indie, pop, elettronico.. cosa ci dite a riguardo?

Siamo indicizzati come electro pop. Electro perché siamo effettivamente “elettronici”, pop in quanto in nostri “hook” rimandano molto all’ideale pop. Ma noi non amiamo essere definiti con un singolo genere perché Vergine, progetto, non crea canzoni ruotando attorno ad un genere musicale ma lo fa mantenendo un filo conduttore quale quello concettuale, colorandolo poi dei suoni che al momento sembrano essere più adatti al contesto.

Il disco infatti è sicuramente elettronico ma contiene spunti di ogni tipo, di ogni epoca, di ogni genere. Per noi è importante contestualizzare il suono al concetto che vogliamo esprimere. Per noi i suoni, come le parole, sono il mezzo attraverso cui arrivare alla mente, al cuore e sulla pelle di chi ci sta ascoltando.

Questa varietà di suoni, di colori, di generi, si riflette anche sugli ascoltatori, che possono identificarsi come meglio vogliono nei nostri brani e captare e dare un significato personale ai testi. È uno dei concetti principali del nostro progetto, la libertà, libertà di interpretare, di essere, di esprimersi, di sentirsi come si è realmente, quindi di conseguenza di identificarsi liberamente come meglio si crede in ciò che si ascolta.

Vergine
Come vi immaginate il vostro live?

Stiamo costruendo il nostro concerto in modo da poterci divertire in primis, far divertire chi ci ascolta e trasmettere in modo più energico possibile ciò che portiamo sul palco. Abbiamo decostruito e ricostruito la nostra musica per poterla suonare in maniera più libera e autentica. Quando si potrà tornare a ballare e sudare, avremo tutti bisogno di emozioni forti, di energia, di libertà di movimento.

A tal proposito qual è il processo creativo che seguite nell’elaborazione della vostra musica?

Quando scriviamo musica non ci poniamo mai degli obiettivi predeterminati, costruiamo ogni volta la musica, il testo e il suono di un brano da zero. Noi collaboriamo da molti anni e musicalmente abbiamo un tipo di corrispondenza più diretta all’inizio, poi in un secondo momento più professionale.

Gli spunti, le intuizioni momentanee, le abbiamo anche da soli ma escludendo quel momento, la nostra musica nasce sempre sinergicamente e cresce sinergicamente.

Entrambi produciamo ciò che sentite, entrambi curiamo insieme nei dettagli ciò che plasmiamo. Per questo motivo Vergine è un duo che non vuole essere visto come l’insieme di due personalità bensì l’insieme di due personalità distinte che lavorano in modo sinergico e ne creano una terza identificata con il nome di Vergine.

Non ci poniamo mai degli obiettivi pregressi come dicevamo prima, costruiamo sempre la nostra musica da zero. Ci basiamo su un’intuizione momentanea, poi scolpiamo i dettagli nel tempo facendo respirare i brani, suonandoli, facendoli mutare, talvolta anche rivoltandoli.

Chiaramente cerchiamo sempre di mantenere quel seme iniziale intatto. Ad esempio in molti dei brani le voci originali delle demo sono rimaste fino alla versione finale proprio per lasciare intatta l’interpretazione originale del brano.

In un brano del disco c’è questa frase che mi ha colpito molto: “ti troverai tra le mie viole e le coglierai mettendole tra le tue rose”. I fiori come metafora di un rapporto a due…

“Viole” è il brano più profondo del disco, più introspettivo. Le viole sono un palliativo da inserire tra le rose, per evitare che le spine delle nostre rose possano far del male, possano pungere noi e chi ci sta intorno. Un mazzo di rose e viole una volta stretto in una mano potrebbe non pungere. Le viole mediano quello che potrebbe diventare causa di un dolore.

Il disco si apre con un’intro che è in qualche modo la sintesi del vostro progetto: “Vergine mi sognerai”, quanto di onorico c’è nella vostra musica?

Tanto, molto, adoriamo atmosfere rarefatte, sognanti, questo perché Vergine è un sogno, il sogno di esser liberi, liberi di essere se stessi, vergini, il sogno di un ritorno alla purezza della propria essenza.

1 Comment

  1. Vergine – rassegna stampa in tempo reale | Doppio Clic Promotions 20/04/2021 at 9:31 am

    […] “VERGINE”, il disco: TG3 Basilicata – Corriere Adriatico – Segnalazione DischiRotti – Slang Radio – Flat Circle radio – ReceIndie – Radiocoop – Indie Italia Magazine – Generazione Magazine – bollettino dischi Le Rane – Primo Ascolto – Indie For Bunnies – Intervista Le Rane […]


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *