Momusso, le emozioni che disegnano la nostra interiorità: I’m fine, thanks

La conosciamo da molto tempo, da prima delle sue collaborazioni con I-Days e Martini, da prima del Vocabolario Sentimentale. È una delle illustratrici più brave in circolazione: con un tratto semplice, quasi elementare, è capace di arrivare a emozionare qualsiasi animo gentile. Instancabile sul lavoro e disordinata nella vita privata, ama i cactus e la musica. Signori e signore siamo lieti di aver fatto due chiacchiere con Momusso, al secolo Martina Lorusso.

Vorrei partire da un tema particolarmente caldo in questo momento. Noi stessi siamo rimasti shockati dal vaso di Pandora scoperchiato da Fiumani. Episodi di sessismo tanto criminali non li avremmo mai immaginati in questo ambiente. Come hai reagito? Hai mai vissuto esperienze simili o quanto meno discriminatorie nel tuo ambiente di lavoro?

In tempi così difficili, nei quali la comunicazione è letteralmente manipolata e travisata, quando la parola scritta viene usata contro di te, bisogna prestare molta attenzione. Molti lupi si travestono da agnelli non ci rimane che costruire un senso più profondo di fiducia nell’altro, fare forza per riconoscere la cattiveria. La cattiveria e la violenza “umana” si nascondono ovunque perché noi siamo anche fatti di questo. C’è chi l’alimenta da tempo grazie alla paura e all’omertà. Quando sono venuta a conoscenza di alcune cose ho messo insieme dei tasselli e mi sono sentita offesa, triste ma non stupita. Le donne sono soggette e quasi abitate purtroppo a determinati messaggi che quotidianamente ricevono sui social o per strada. Possiamo cambiare la situazione parlandone con qualcuno. È importante la denuncia ma è ancora più importante istruire la gente ad usare i social, ad usare la parola, ad avere rispetto.

Come potete vedere e constatare siamo arrivati ad un periodo storico e politico pericoloso e a tratti agghiacciante alimentato da odio, intolleranza, violenza, indifferenza paura.

L’insegnamento del rispetto dell’altro ha tempi lunghi e diventa potere individuale. La presa di conoscenza va alimentata e sostenuta da motivazione nel corso della vita di una persona. Non ci stanno insegnando ad essere liberi, ci stanno insegnando ad accontentarci e a non porci domande. Ci stiamo allontanando da ciò che siamo: essere umani senza alcuna distinzione.

Non voglio più fare nomi, vorrei che non ci fosse più bisogno di farli. Quel poco che posso fare a dire questo: non abbiate paura perché l’amore che abbiamo dentro, come disse un personaggio che stimo, può cambiare il mondo intero, alimenta il coraggio e il rispetto e potremo essere davvero liberi un giorno. L’amore per se stessi e l’altra persona fa la differenza. Non è debolezza, è forza. “Girl power” per me non è solo una scritta su una maglietta o una mossa studiata a tavolino ma sostanza, dedizione, dialogo e unione quotidiana. Ovunque e con chiunque. Alla domanda se mi sia mai successo qualcosa di simile nel mio ambito di lavoro rispondo si ma in maniera moderata e ho saputo gestire bene la situazione prendendo la gusta distanza.

Ti abbiamo vista nel video del nuovo singolo di Liede. Come è stata l’esperienza di trovarti protagonista di un videoclip? Come hai conosciuto Liede?

Mi sono divertita molto e non è la prima volta che partecipo ad un video-clip. La prima volta è stata con i DON BOSKOV – La miseria dell’inverno. Liede l’ho conosciuto ad un evento a Torino qualche anno fa e siamo rimasti in contatto. Sicuramente non farò mia l’attrice ma mi piace molto fare nuove esperienze e stupirmi di cosa posso fare.

Quanto è importante “momentarti” per te e quanto invece è importante pianificare e programmare il futuro?

Ancora non mi è scesa dal cielo la capacità organizzativa e pianificatrice e vivo alla giornata la mia vita personale. Il lavoro è pianificato nei minimi dettagli grazie alle scadenze. Così mi divido in due: un’inguaribile romantica nella sfera sentimentale e sociale, una pianificatrice seriale nel lavoro. Una mia amica, Marta, mi ha insegnato a momentarmi. È diventato un rito indispensabile per la mia anima. Spesso mi momento davanti ai tramonti di casa, fuori dal finestrino del treno, sugli sconosciuti della metro immaginandomi le loro vite osservando i loro sguardi e sorrisi.

Quando sono innamorata, capita raramente, mi momento osservando lui che parla dei suoi progetti, delle sue paure o mentre rimaniamo in silenzio. Mi momento molto anche davanti alla tristezza che forgia costantemente la mia persona. Lo consiglio a tutti, si scoprono emozioni nuove e dettagli che prima ci sfuggivano. È sorprendente ascoltarsi e ascoltare il mondo che ci dice qualcosa.

Probabilmente ti chiederanno tutti del tuo Vocabolario sentimentale, come nasce? Sappiamo che presto uscirà un tuo libro, è legato a questo progetto?

Nasce dall’esigenza di trovare spiegazione e forma a delle emozioni che non ne hanno. Per farle mie, per non averne paura. Le emozioni disegnano la nostra interiorità, i sentimenti ci portano a compiere le grandi e piccole scelte della vita. La mia sensibilità l’ho sempre vista come una debolezza. Grazie a questo Vocabolario è diventata forza e carattere. È un gioco di “formule magiche” formate da parola inventata e disegno che mi hanno aiutata a superare una momento triste della mia vita.

La mancanza mi ha spinta a cercare come colmare quel vuoto che sentivo e nella ricerca, infinita, ho scoperto una miriade di emozioni che ritrovavo in me e ho imparato a riconoscere negli altri. Presto potremo toccarlo con mano, sarà un libro con pagine scritte e pagine illustrate. La casa editrice Giunti ha voluto rendere reale i miei sentimenti e ci stiamo lavorando. Ci crediamo e lo stiamo facendo insieme. È un viaggio sentimentale alla ricerca della felicità e lo potremo fare insieme.

Ogni tanto ci capita di leggere che metti dischi in qualche locale. Che stai ascoltando ultimamente? Consigliaci 5 brani: uno per svegliarsi la mattina, uno per pausa pranzo, uno mentre scegliamo cosa metterci prima di uscire, uno da cantare a squarciagola in auto e uno da fare ascoltare al nostro gatto.

Il format si chiama Discoteca Paradiso e si svolge all’Ohibò ogni sabato sera a Milano. I ragazzi hanno voluto coinvolgermi dato che condivido in ogni dove le mie playlist Spotify. Diamo un senso a questa specie di mania! Ultimamente ascolto l’ultimo album di Dutch Nazari – Ce lo chiede l’Europa. Mi rivedo molto nei testi.

Risveglio: Aretha Franklin – I say a little prayer – dalla playlist Caffè

Pausa pranzo: RJD2 – Good Times Roll Pt.2 – dalla playlist Cucinare

Prima di uscire: Ghemon – Uomo d’acqua dolce

Da cantare a squarcia gola: ovviamente Cesare Cremonini – Marmellata #25in quasi tutte le playlist

Non ho un gatto ma sicuramente gli farei ascoltare questa: 30 anni che non ci vediamo – Amari

Infine – si, altrimenti avremmo fatto bene a telefonarti e chiacchierare direttamente – immagina di rifare un’intervista con noi tra 10 anni. Come ti vedi?

Guarda prossima volta facciamo una diretta a due su Intagram così inizio ad usarle! Forse ho scritto troppo, spero di non aver annoiato. È una domanda che mi fanno spesso e la cosa bella della mia vita precaria da partita iva è che mi vedo sempre in maniera diversa.

Oggi mi vedo così: avrò un gatto che chiamerò Salem o un cane che chiamerò Fùcur ma entrambi neri, mi vedo in una casa luminosa (questa è una costante), avrò accumulato almeno altre 10 lampade strane (ho la passione di lampade strane o brutte che non vuole nessuno), avrò accumulato oltre 1.000 vinili. Con le piante grasse avrò chiuso perché saranno tutte morte quindi opterò per una bella pianta finta. Mi vedo serena e se mi chiedi dell’amore non so che dirti, amerò infinitamente i miei animali.

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