Sottozero come Amundsen: il viaggio non organizzato di Leo Pari

Amundsen, il nuovo lavoro di Leo Pari, è la narrazione di un viaggio. Non solo perché, banalmente, l’artista romano sceglie il noto esploratore norvegese come titolo del disco (e come title track) ma, e soprattutto, per l’eterogeneo percorso delle dieci tracce.

L’amore, il senso di smarrimento, lo scorrere quotidiano (e difficile) della vita quando i capelli iniziano a tingersi di bianco: l’artista romano non si tira certo indietro nel riempire il disco con riflessioni e agrodolci speranze. Ed è proprio questo difficile camminare a rendere giustizia al titolo del disco. Leonardo si muove tra i ghiacci, in bilico tra il necessario costrutto musicale e la difficoltà dell’impresa stessa.

La title track è una dichiarazione d’intenti.

Nella semplicità strumentale, Leo Pari ci ricorda la passione che lo spinge a creare (e raccontare) musica: piccolo testamento a uso e consumo delle generazioni a venire. Paura, smarrimento ma bisogna continuare a camminare. La solitudine che diviene testo di canzoni, le notti insonni e i giorni no.

Leo Pari – Amundsen [Ascolta qui]

Leonardo è uomo fatto e finito, all’anagrafe perfettamente compiuto: ha superato la fase delle (inclassificabili) incertezze e delle favolette post-adolescenziali. Conosce il significato dell’amicizia e il valore della perdita. Ne ha attraversate tante e sta dicendo “Io ho l’autorità per raccontare”.

Ha il lasciapassare di una carriera che ha attraversato diverse rivoluzioni (musicali e non), geografie (romane e non), situazioni su cui non ha avuto il controllo (familiari e non). Il disco ne è intriso in maniera costante e dignitosa: non ha punti deboli in tal senso.

Brani come Roma Est ed Un anno freddo certificano questo “lasciapassare” ad un livello superiore: la dedica ai genitori è clamorosamente delicata e toccante, meritando una menzione ed un abbraccio virtuale. Il disco, in ultima e riassuntiva analisi, come già sottolineato in tantissime altre recensioni ed interviste, appare come una sorta di medicina per le tante sfaccettature della vita di Leonardo.

Tutto corretto e condivisibile.

Non va però considerata come una condizione di “debolezza” questo suo appiglio alla musica: non è un aiuto esterno. Leonardo e la sua musica sono intimamente interconnessi. Non vi è fine o confine nella narrazione. Amundsen è la narrazione di un viaggio: un appuntamento necessario ed ineluttabile. Nulla di preparato, niente scarpe da trekking o scaldamani d’emergenza.

Brano consigliato: “Amundsen“, la title track.

Live di presentazione

01/04 @ Monk – Roma

27/04 @ Arci Bellezza, Milano – Biglietti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *