Rosa Chemical, “Forever”: una nuova concezione dell’immaginario trap

Chi è Rosa Chemical

Da un paio di anni Rosa Chemical ha cominciato a farsi spazio nella scena italiana, grazie all’eccentricità dei suoi testi e ad un immaginario estroso che in gran parte riesce a sfuggire alle etichette e alle peculiarità della trap convenzionale.

Rosa si fa strada dapprima con alcuni singoli, tra cui quello d’esordio “Kournikova” e “Rovesciata” prodotta da Greg Willen e poi con l’EP “Okay, okay”, pubblicato nel 2019, che contiene il feat “CEO” con Taxi B. Le interazioni con gli elementi della FSK trovano seguito anche nella traccia “4L”, successo collocato nell’album d’esordio del collettivo più chiacchierato di quel momento.

La crescita nei numeri e nelle visualizzazioni di Rosa Chemical da quel momento in poi è costante e l’artista dall’autunno 2019 inizia già a salire sui palchi di tutta Italia insieme a Radical, per promuovere il singolo “Tik Tok”, prodotto ancora una volta da Greg Willen. I risultati sono sorprendenti anche dal vivo, finchè l’emergenza Coronavirus ferma tutto. Ma il debutto di Rosa Chemical fra i grandi è solamente rimandato.

Forever, un disco poliedrico e varigato

Il 28 Maggio esce infatti, targato Thaurus, il suo primo album ufficiale intitolato “Forever”. Sono proprio la poliedricità e la bizzarria di Rosa, unite alla maestria e alla furbizia con cui sono stati ideati, sviluppati e gestiti tutti i tasselli che ne hanno formato il percorso, ad aver sviluppato un hype smisurato intorno all’uscita di questo lavoro, con cui possiamo dire che Rosa finalmente approda sull’isola felice dei “big” della scena trap italiana.

Forever” mette in luce la doppia anima di Rosa Chemical, tanto ironica quanto introspettiva, tanto coatta quanto romantica. Si spazia dal pop sentimentale delle frasi da scrivere sul muro, sfacciato e a tratti adolescenziale di “Londra”, alla trap più dura e aggressiva di “Slatt” costruita su termini difficili da comprendere a chi già non mastica un po’ del nuovo gergo generazionale, ormai sempre più in voga nei testi dei (t)rapper:

Fammi vedere che slatti (slatti) / Non puoi toccare il mio shlet (il mio shlet) / Fucko thot come slut (come slut) / Sopra a un fat ass rollo fluss (flu-Fluss)

In entrambi i brani entra in gioco una preziosa collaborazione, nel primo quella del compagno di scuderie Rkomi, nella seconda il machetiano Dani Faiv.

La multiformità è in ogni caso un elemento che permea il disco da cima a fondo e che ne rende complessa una definizione musicale rigida.

Le 13 tracce scorrono fluidamente e senza intoppi, grazie alle produzioni, variegate e tutte azzeccate, di Bdope (capace addirittura di accostare intimità e reggeaton senza sfigurare in “Boheme”), DBack, Nikeninja, il già citato Greg Willen e Mace (all’inizio di “Slime” si sentono le voci campionate di Venerus).

Le collaborazioni di Wayne Santana (“Slime”) e Boro Boro (“Tu Mi Fai”), oltre a quelle già citate, contribuiscono a rendere Forever un disco credibile nella sua ecletticità e a mettere in secondo piano qualche passaggio a vuoto, come “Rose e Rovi” e “Raf Simons”, le due tracce meno convincenti.

Il brano che più colpisce invece è anche quello che rappresenta il primo assaggio di Forever, il singolo che ha anticipato l’album, intitolato “Polka” e arricchito dalla partecipazione dei Thelonius B. Numeri da hit, da “danza dell’anno”, come si sente cantare in una strofa. E in effetti la base, affidata a Greg Willen. In effetti il brano prende vita da un sample di polka, genere musicale in voga all’est e nato in Russia, rivelandosi la parte più interessante e accattivante di tutto il disco. Uno di quei ritmi capaci di entrarti in testa e andarsene solo quando ne ha voglia.

La produzione, senza dubbio la protagonista di questo pezzo, è contornata da un testo semplice e senza pretese. Al centro i soliti temi della droga, delle armi e del sesso, trattati però con il goliardico humor che contraddistingue Rosa Chemical. Egli è capace di alternare espressioni che rimandano ad un immaginario tamarro e criminale ad altre che si propongono come veicolo per esprimere la propria ambigua sessualità.

“Mi piace la – ma sono frocio per Rosa”.

Un manifesto generazionale per una nuova concezione dell’immaginario trap

Quest’ultimo aspetto è predominante e trova la sua espressione finale in quello che rappresenta un vero e proprio manifesto generazionale. Rappresenta un elemento di rottura rispetto alla concezione patriarcale e al tutt’altro che velato sessismo che hanno sempre caratterizzato la trap italiana. Il titolo ne è la prova: “Nuovi Gay”.

Le sonorità stavolta sono inedite e ci avviciniamo ad una techno che ci trasporta nel bel mezzo di un concerto di Myss Keta (con cui l’affinità estetica e concettuale è lampante). Rosa ribadisce la necessità di non restare vincolato ad un genere musicale unico. Il testo è diretto, provocante, irriverente, proprio come l’autore.

La mia generazione è diversa / Abbiamo lo smalto rosa / Mhm, abbiamo la borsa, gli occhiali da donna / Stasera sono una puttana / Sono frocio coi miei perché siamo i nuovi gay

Un disco astutamente strutturato, riuscito e ben fatto

Forever è un album che vuole impressionare nei temi e nell’immaginario proposto e si capisce sin dalla copertina, che ritrae un Rosa Chemical in versione sia femminile, in piedi, che maschile, in ginocchio, altro indizio di una visione della vita atipica e meno maschia rispetto a quella dei colleghi.

Sicuramente non è un disco che possiamo annoverare tra quelli semplicemente trap, rap, né tanto meno tra quelli pop. Forever è una creatura capace di svelare a proprio piacimento la sua natura. È un simbolo di una fetta della nuova generazione e figlia di un’artista versatile, ambiguo e non convenzionale.

Ascolta qui “Forever”, album d’esordio di Rosa Chemical

Foto in copertina di Riccardo Cagnotto

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