Blumosso – A pezzi il cuore [Anteprima Clip]

Ritorna il cantautore leccese Blumosso, e lo fa pubblicando due canzoni simultaneamente. Ripropone così l’idea in voga fino ai primi anni ’80: un singolo 45 giri con due brani (Lato A/ Lato B).

A pezzi il cuore (side A) è il brano di punta. Una canzone in perfetto stile british, dal ritmo incalzante, fatta di rif e motivi che rimangono all’orecchio di chi ascolta e un testo melanconico e accattivante con frasi ad effetto.

Mi sono fatto a pezzi il cuore e a ricomporlo adesso è più di un cuore.

Il brano è accompagnato da un side B: Universo statico, una vera e propria poesia, nello stile a cui Blumosso ci ha abituati nel suo passato recente e nelle sue ultime pubblicazioni.

Una canzone perfetta nella sua semplicità: un pianoforte, un basso, una chitarra acustica e il glockenspiel, suonati da Bemolle che ha anche arrangiato il brano scritto testo e musica dallo stesso Blumosso.

Anche qui, il testo è tutto da far proprio e interpretare:

Un amore vero è fatto di nulla.

 Un universo tutto da esplorare e conoscere quello di Blumosso che ci rivela:

Universo statico (side B) si collega indirettamente al mio nuovo romanzo perché è una canzone che ho composto a partire da una lettera che io stesso ho scritto, intitolata La seconda lettera di Emilio Godin a Silvia e che ho inserito come appendice alla fine del libro

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, prima di presentarvi il video di “A pezzi il cuore”, in anteprima sulle Rane.

Guarda in anteprima il video del nuovo singolo di Blumosso

LATO A e LATO B di una stessa medaglia. Come mai hai pensato di pubblicare i due nuovi brani in questo modo?

Sarò sincero: stiamo vivendo un’epoca musicale in cui la discografia subisce continuamente forti cambiamenti; addirittura sembra che non ci sia nemmeno più tanto spazio per gli album interi di 10 pezzi ed è meglio pubblicare soli singoli, a breve distanza l’uno dall’altro, da racchiudere poi in un disco finale.

In un tale scenario, vengono a scomparire i cosiddetti brani da album (che per me sono state sempre le canzoni più belle di ogni artista); mi sono quindi ritrovato con una canzone: “Universo statico (Side B)” che avevo molta voglia di pubblicare, ma consapevole fosse un brano da album e  non avesse la forza di un singolo vero e proprio. Quindi ho pensato di pubblicarla lo stesso, ma accostandola a un altro brano, più di impatto, “A pezzi il cuore (Side A)” come si faceva con i vecchi 45 giri fino agli anni ’80.

Chi ti ha spezzato il cuore? L’hai perdonata poi?

Nessuno e tutti mi hanno spezzato il cuore; ma non ci si piange addosso. Non per forza le canzoni raccontano quel che sembra. I cambiamenti, i dolori, non sempre sono legati all’amore o alla persona x che ti ha fatto soffrire; magari uno il cuore se lo fa a pezzi da solo e lo sa che non è colpa degli altri. È di questo che parlo in “A pezzi il cuore (Side A) “.

Invece Universo statico che storia racconta?

Mi piace definire “Universo statico (Side B)” una piccola poesia musicata, e credo proprio lo sia. Parla di una storia d’amore, questa volta sì. Parla di un amore, nella sua fase bella. Nella sua fase di speranza. È una canzone che ho scritto qualche tempo fa e a cui non sono mai riuscito a dare una vera propria collocazione perché si tratta di un brano davvero molto semplice e minimale, difficile da collocare in un mercato discografico, come ho su detto, tendente alla monopolizzazione delle canzoni-singolo.

Nel frattempo hai anche scritto un libro (non ti fai mancare proprio nulla eh). Si chiama “Schiena Cucita” ed è uscito per la casa editrice Kimerik. C’è qualche legame con l’aspetto musicale?

Un legame c’è. “Schiena Cucita” è il mio secondo romanzo, dopo “Spremuta d’arancia a mezzogiorno”; con questi miei primi due lavori letterari ho iniziato a dare vita a questo mio obbiettivo: creare un mio universo narrativo fatto di personaggi che vanno e ritornano da libro in libro. Sul finale di “Schiena Cucita” appare una breve lettera, “ La prima lettera di Emilio Godìn a Silvia”. Ho scritto “Universo Statico” dopo aver scritto questa lettera e ispirandomi alla tale. Mi sono autocitato, se si può dire così.

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