Cardo: un’estate all’insegna dei gelati alla frutta

In un afoso pomeriggio bolognese, io e Vicky abbiamo incontrato CARDO nel parco della Montagnola, a Bologna. Non abbiamo bevuto un amaro, bensì una bella coca cola ghiaccio e limone. Lui all’anagrafe è Mirko Di Fonso, nato tra le colline del beneventano ma da poco trapiantato nella città dei portici. Racconta ciò che vive sulla sua pelle: storie d’amore e di vita, storia per chi alla soglia dei trent’anni vive l’incertezza del Paese in cui viviamo.

L’abbiamo intervistato l’ultima volta per l’uscita del suo primo singolo, era il 31 agosto del 2018, il brano in questione si chiama “Portami al mare” e segnava il punto di svolta di CARDO dopo anni passati come voce dei Botanici. Da quel giorno sono usciti altri 3 brani e vista la stagione, la prima cosa che gli ho chiesto è stata quella di associare ogni singolo ad un gusto di gelato:

Mai miss you = gusto mora

Dammi da bere = gusto arancia

Radiosveglia = gusto kiwi

Portami al mare = gusto limone

foto di Vicky Torresi
Hai scelto tutti gusti alla frutta, bene. “Dammi da bere” è il tuo nuovo singolo. Di cosa parla e cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta?

Vuole essere un pezzo rock ed estivo. L’idea era di far passare il concetto di un’estate ironica dove potersi lasciare andare, bere, ballare e divertirsi. Ognuno ci può dare il senso che vuole. Le canzoni devono lasciare aperta la porta senza dire tutto…

Tempo fa hai dichiarato che vuoi trattare ogni brano che hai scritto come un singolo effettivo. Si sa che le canzoni sono come dei figli, difficile dire a chi si vuole più bene. Ma se dovessi scegliere la canzone che hai scritto a cui sei più legato, quale sceglieresti?

Radiosveglia è quella che tratta un tema intimo e attuale. Sicuramente è la più introspettiva.

C’è un momento in particolare della giornata in cui ti riesce meglio scrivere canzoni?

Come ogni figlio, ogni canzone nasce in una maniera diversa. Ci sono canzoni che nascono in un’ora, altre in un mese perché le prendi poi le butti via, poi le riprendi. Ogni canzone ha una vita propria. Sicuramente scrivo quando ho qualcosa da comunicare a chi mi ascolta.

foto di Vicky Torresi
Sei passato dal suonare in una band ad avere un progetta da solista, cosa ti ha spinto a questo cambiamento?

Esigenza di scrittura, di confrontarmi con un nuovo modo di fare musica. Viaggio in scozia a scrivere canzoni da solo.

Quali sono i tuoi riferimenti musicali?

Sicuramente se parliamo di cantautori italiani, ti direi quelli più rock e fuori dalle righe, quelli che hanno osato dire delle cose: Rino gaetano, Vasco rossi, Carboni, Grignani. Se parliamo di riferimenti internazionali, praticamente ho ascoltato per anni tutto il filone anni 90, i Rolling Stones sopra tutti.

Parliamo ora di “Mai miss you”, c’è stato un evento in particolare che ti ha ispirato per il testo?

Mai miss you non è una canzone d’amore ma si ispira ad una storia d’amore che non si sa se è finita, diciamo che è una storia in cui non ci sono paletti. Nasce da una situazione intima tra le coperte, una mattina che mi ero svegliato per andare a lavoro e ho lasciato quella ragazza tra le lenzuola. Da lì l’immagine delle coperte tra cui si può affogare, un po’ come a mare tra le onde..

Cosa pensi del cantautorato in Italia e di questo grande calderone di artisti emergenti che ogni venerdì esce con un nuovo singolo? Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la tua strada?

Ci sono molte cose interessanti che mi piacciono e che ritengo di qualità. Ci sono altrettante cose poco interessanti, a volte banali che ricalcano sempre cose gia dette. Ognuno è libero di fare quello che vuole, non bisogna cavalcare troppo la moda dell’it pop. Va bene considerarla, va bene considerare che c’è un pubblico legato a questo genere ma non per forza. Ogni artista può fare quello che vuole, considerando che c’è un punto di riferimento, ma considerando te stesso.

foto di Vicky Torresi
Ci sono artisti con cui ti piacere collaborare?

Ma sicuramente del mio giro mi piacerebbe collaborare con i Segreti, Lemandorle, ma ti confido che ultimamente non ascolto molto roba italiana . Mi sono fermato all’indie di due anni fa.  Mi piacerebbe anche fare un pezzo con Calcutta, Grignani, Bugo

Come affronti il rapporto con il pubblico, in particolare la dimensione del live?

In maniera molto diretta, così come viene. Il live vorrei sempre che fosse catartico e spontaneo..

Sei originario di Benevento ma vivi a Bologna, quanto ha influito sulla tua musica il posto in cui sei nato e quanto ti influenza adesso una città così viva come il capoluogo romagnolo?

Beh a Bologna ci sono più giri, gli amici, le influenze musicali che ti arrivano. Anche se oggi l’influenza più grande viene dal web e con un computer puoi stare in qualsiasi parte del mondo. Bologna mi offre possibilità di collaborare con altri artisti, ho scelto questa città perchè è anche un punto strategico e mi permette di muovermi più facilmente di quando abitavo a Benevento.

Cosa avrebbe fatto Cardo se non fosse stato cantautore?

Beh, mi sono laureato in Economia per la cultura e l’ambiente, qujndi probabilmente avrei cercato lavoro in quel settore.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Il progetto è un disco che uscirà entro la fine del 2019. Probabilmente ci sarà un altro singolo..

Un saluto per i lettori delle Rane..

Ciao amici, grazie per aver creduto in me fin dall’inizio!

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