L’esordio di Ale tra urban, cantautorato e chiaroscuri blues

È da qualche giorno disponibile Come Fanno i Grandi, l’EP d’esordio di ALE, la giovanissima artista partenopea, per LaTarma Records. ALE si era già fatta conoscere con qualche singolo e delle partecipazioni ai talent. Quello di ALE è un disco e diretto e sincero, che racconta i sentimenti, i chiaroscuri, le speranze e le delusioni e le gioie del suo quotidiano, provando con la mente e con la penna ad andare anche oltre immaginando a volte di essere di fare “come fanno i grandi”.

Dalle sue istantanee, nelle sue foto di momenti della quotidianità, da quei piccoli racconti che girano intorno all’amore attraverso varie sfumature, si notano gli umori e i colori che variano anche seguendo le stagioni che si susseguono. Le relazioni sentimentali felici (Pe me sta appriess) subiscono però anche gli alti e bassi del filtro della tecnologia, incluso il ghosting (Particolare), o la voglia di non lasciar andai mai definitivamente anche le storie importanti passate (Come fanno i grandi).

Alessandra Ciccariello, questo il suo vero nome, pur essendo musicalmente figlia del suo tempo, di sonorità urban, elettroniche, che riecheggiano nelle sei tracce, lascia trasparire anche il suo lato più cantautorale.

Con sfumature blues, portandosi appresso un po’ anche l’anima più storica di Napoli, la rimescola sempre a quella più giovane e contemporanea degli anni di Liberato. Unici e azzeccati ospiti in questo lavoro i Voga che duettano con ALE nel brano Senz ‘e te, con Eduardo De Crescenzo sullo sfondo. Par nu suonn invece è un po’ una sintesi esistenziale di tutte le peripezie grandi e piccole che la cosiddetta generazione Z affronta per affermarsi.

Con molta disinvoltura e una naturalezza che arriva certamente anche dai suoi tanti ascolti e influenze, ALE è completamente a suo agio nel mischiare l’italiano al napoletano, dando così una maggiore forza a tanti passaggi testuali. Insomma in attesa di vederla sui palchi, per uno step ulteriore e importante della sua crescita e del suo percorso, ne approfittiamo per fare due chiacchiere con lei, per conoscere un po’ meglio la sua musica e il suo mondo.

ALE come fanno i grandi
ALE – Come Fanno i Grandi [Ascolta qui]
Nel tuo disco, “Come Fanno i Grandi”, ci sono delle sonorità prevalentemente urban, ma spesso si notano sfumature verso il blues, il pop e aggiungerei anche un bel piglio cantautorale nell’approccio ai testi. Mi sembra che riesci a muoverti bene sul confine di più generi musicali, esplori più strade mantenendo salda la direzione…

Ti ringrazio per averlo notato, perché è proprio il mio obiettivo. Mi piace sperimentare con diversi generi e mettermi alla prova, ma sempre mantenendo un’identità riconoscibile e coerente. Per me è fondamentale che, indipendentemente dal sound, chi ascolta percepisca chiaramente che sono io, che c’è un filo conduttore nella mia musica. Se il riscontro è questo, significa che sto riuscendo a fare quello che mi sono prefissata, e questo mi rende davvero felice.

Anche nell’alternare l’italiano e il napoletano mi sembri molto a tuo agio. Questo incrocio di lingue, tra l’altro, specie a Napoli, ha una storia e una tradizione che arriva da lontano.

Sì, ho iniziato ad alternare italiano e napoletano solo un paio di anni fa e mi sono subito appassionata a questo tipo di scrittura, perché la trovo stimolante e ricca di sfumature. Mischiare lingue diverse non è solo una scelta stilistica, ma anche un modo per esprimere al meglio quello che voglio dire. A Napoli abbiamo una lunga tradizione in questo senso. Penso a Pino Daniele, che univa italiano, napoletano e inglese; o a Liberato, che ha reso il napoletano parte integrante del suo linguaggio musicale. Per me è un processo naturale, perché sono cresciuta ascoltando Pino Daniele, quindi questo mix di codici linguistici mi appartiene e lo utilizzo con grande spontaneità.

Quali sono i tuoi gusti musicali? Non so, gli artisti di cui hai provato a fare in cameretta le prime cover, quelli che sei andata a vedere in concerto…

I miei gusti musicali sono molto vari. Ascolto tanta musica italiana, in particolare il cantautorato, da Lucio Battisti a Pino Daniele. Il mio primo concerto è stato quello di Enzo Avitabile: avevo undici anni, ero sotto la transenna, completamente immersa nella sua musica, ed è stato un momento speciale per me. Sono ancora una sua grande fan. Poi ascolto molto rap italiano, come i Co’Sang e i progetti solisti di Luche e Ntò.

Mi piace esplorare sia le nuove uscite che la musica del passato, perché credo che capire le radici di un brano o di un artista sia fondamentale per trovare ispirazione. Spesso mi chiedo cosa stesse pensando un autore mentre scriveva una determinata canzone, qual era il contesto in cui è nata, e questo mi aiuta ad approfondire la mia visione musicale.

ALE
ALE
Nel disco c’è un racconto molto onesto e sincero dei rapporti e delle relazioni, nelle loro varie fasi. Per esempio, in “Come Fanno i Grandi” parli di un amore che, seppur finito, resta nei pensieri; in “Pe me sta appriess” si accenna al cosiddetto ghosting o nella più personale “Particolare”… Ci hai pensato mentre scrivevi queste storie?

Quando scrivo, metto sempre in primo piano le mie emozioni e cerco di raccontarle nel modo più sincero possibile. I miei testi riflettono quello che vivo, le sensazioni di un determinato momento o periodo della mia vita. Penso che siano uno specchio della mia generazione perché, alla fine, io faccio parte di questa generazione: vivo le stesse esperienze, tra università, amicizie, social network e tutto il resto. Non scrivo con l’intento di rappresentare i ragazzi della mia età, ma semplicemente racconto ciò che mi accade. Poi, se chi ascolta si riconosce nei miei testi, significa che sto raccontando qualcosa di autentico e universale.

Nei sei brani del disco c’è una collaborazione con il duo napoletano Voga. Come nasce questo incontro e la canzone “Senz’ e te”?

La collaborazione con i Voga è nata in modo molto spontaneo. Ci siamo scritti, poi ci siamo incontrati nel loro studio e abbiamo iniziato a lavorare su questo brano, che inizialmente doveva far parte del loro disco. Poi mi hanno fatto questo bellissimo regalo cedendomi la canzone, e così è diventata un mio pezzo con la loro collaborazione. Fin da subito c’è stata grande sintonia tra di noi: abbiamo unito le nostre idee e i nostri mondi musicali, e il risultato è un brano che racconta in modo autentico come i ragazzi della nostra età vivono le relazioni oggi. Sono davvero felice di aver lavorato con loro.

Ti aspettiamo live con il tuo “Come Fanno i Grandi” allora…

Non vedo l’ora di portare questo EP dal vivo e di far ascoltare la mia musica a più persone possibile. Il live è il momento in cui tutto prende vita: vedere le reazioni del pubblico, incrociare gli sguardi di chi mi ascolta, sentire l’energia della gente: è un’esperienza unica. Ogni volta che salgo su un palco è come entrare in un’altra dimensione, è un’emozione fortissima. Spero davvero di fare tanti concerti e di vivere questa magia più spesso possibile.

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