Non so sinceramente, non andando a sviscerare i dati di ascolto (ammesso che ciò sia possibile), quante delle persone che guardano X Factor conoscano la discografia di Dargen D’Amico e di Fedez piuttosto che quella di Morgan (e dei Bluvertigo). Sicuramente, immagino, che la fascia più giovane possa non essere così esperta di musica italiana degli anni novanta; perché è proprio lì che dobbiamo volgere lo sguardo.

Morgan probabilmente in ogni anno domini riesce a far parlare di sé come personaggio, ma se dobbiamo collocarlo nella scena musicale siamo costretti, ahimè e ahi lui, a guardare al 2003, l’anno in cui pubblicò il suo primo (e indiscutibilmente migliore) album da solista: “Canzoni dell’appartamento”.
Da allora di tentativi ce ne sono stati tanti, probabilmente troppi forse, e quasi nessuno artisticamente valido ed interessante se non negli intenti (il rifacimento di un album di De Andrè, o la realizzazione di 2 album di cover).

Morgan, per tutta una serie di vicissitudini personali (di cui lui per primo ci ha sempre voluto tenere informati) sembra da allora aver esaurito la sua vis compositiva ed artistica.

Resta il profondo e probabilmente “imparagonabile” narratore e conoscitore di musica, della sua storia, della sua teoria, della bellezza… bellezza che però, quasi per un sortilegio, sembra non appartenere più alla sua di musica.

Diventa sempre più personaggio, buono per i salotti televisivi o per le esternazioni via social, ma di musica, di arte non c’è traccia. Essere più famoso per le esternazioni, per i colpi di teatro permette a Morgan di continuare ad esistere, nonostante io, personalmente, vorrei convincerlo a desistere da ciò.

Vorrei tornasse in quell’appartamento del 2003, e lì, lontano da tv e social scrivesse canzoni, perché mi è difficile pensare che non ne sia più capace.

Questo ultimo episodio ad X Factor che ha portato al suo licenziamento forse non fa nemmeno troppo notizia, o meglio, la fa, ma accompagnata a un poco utile “era prevedibile”.

La grande verità è che Morgan ha smesso di essere imprevedibile, recita un ruolo probabilmente da quella volta in cui si tolse la giacca e abbandonò X Factor nel 2014.

Tutto così prevedibile, come lo slittamento a domani, della presentazione del suo nuovo singolo (facente parte di un album coscritto con Panella) a Milano, durante la Music Week, 24 ore dopo il suo licenziamento e 24 ore prima (ora più, ora meno) della diretta della puntata di X Factor di lui orfana.

Il suo licenziamento purtroppo non produce nulla di buono né per X Factor (in evidente affanno già dalla scelta di rimetterlo sotto contratto), né di Morgan (tolte le ospitate in tv), né probabilmente della RAI, dove Morgan (potremmo azzardare un pronostico) andrà a condurre il suo programma per “palati fini” – StraMorgan – che non sposterà di un millimetro le sorti della musica italiana.

C’era una volta Morgan e non tutti, alla fine, vissero felici e contenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *