Diario di una quarantena con la musica a palla

La quarantena mi sta facendo impazzire ma la musica mi ha salvato, mi ha sempre presa per mano, nei momenti bui come in quelli di luce, e anche adesso che sono rinchiusa in quattro mura di casa. Io ci lavoro con la musica, il mio compito è quello di promuovere gli artisti, soprattutto quelli emergenti, quelli che stanno muovendo i primi passi in questo mondo e a volte si sentono smarriti.

Scherzando mi piace definirmi “la psicologa degli artisti” perché a volte trascorro ore a parlare con loro, a tranquillizzarli sull’uscita del nuovo singolo, a smontare ansie da numeri e playlist Spotify e a convincerli del fatto che l’autenticità è già un bel valore da portare avanti. Questa pandemia ha colpito anche il mio lavoro, mi ritengo comunque una privilegiata, sia chiaro. Ma è innegabile che l’intero settore artistico sarà l’ultimo a ripartire, che per un bel po’ di tempo ci dovremo dimenticare dei concerti dal vivo (almeno di quelli nella modalità classica) e che cambieremo forse il nostro modo di concepire e ascoltare le canzoni.

Ma voi come state?

La quarantena è un momento significativo, mai come adesso è importante che ce lo diciamo. Che ci diciamo che stiamo male, che siamo felici, che siamo tristi, che siamo frustrati, che ci manca l’aria o che uno spiraglio di sole ci ha reso la giornata migliore oggi. Insomma c’è bisogno di parlarsi, ora più che mai. Ogni giorno mi trovo a parlare con almeno una trentina di persone per lavoro e non, e non mi limito a mandare la solita email veloce, mi interessa anche sapere il prossimo come sta, come il mio interlocutore sta cercando di sopravvivere in questa rivoluzione che ci ha momentaneamente cambiato la vita.

E che musica ascoltate?

La quarantena per esempio mi costringe a fare le pulizie di casa e mentre le faccio devo per forza attaccare Alexa e mettere su una delle mie playlist. Oppure musica nuova, qualche uscita del venerdì. Sto cercando di mantenere alta la mia curiosità nell’ascoltare nuovi brani, anche se poi mi rifugio sempre nei porti sicuri come Futura di Dalla o Capelli di Fabi. L’altra notte guardavo la luna dalla finestra e ascoltavo la discografia di Giorgia, ma quanti bei pezzi che ha fatto. Poi ho dato il bacio più dolce del mondo e ho capito che in fondo la musica e l’amore ci salveranno sempre.

Durante il giorno mentre lavoro invece cerco di lasciarmi trasportare da melodie nuove, ascolto anche cose che di base non ascolterei, mi piace dedicare il tempo giusto per l’ascolto di album o ep per immaginare storie che forse nemmeno gli autori stessi hanno immaginato mentre li scrivevano. Ad esempio oggi mi sono imbattuta nell’ascolto dell’album d’esordio di Calabi, si chiama Viaggio post maturità e ve lo consiglio molto. Ma non mi va in questa sede di fare una lista di preferenze, una classifica o una selezione di cui forse a nessuno importerebbe, mi preme invece far passare questo messaggio: la musica bella troverà sempre il proprio spazio, anche se sono tempi duri.

Scrivete? Vi appuntate tutto quello che vi passa per la testa?

La quarantena ci costringe a stare molto tempo in casa e allora io scrivo e scrivo molto. Ieri ho scoperto che era tantissimo tempo che non usavo una penna sul foglio, ma che bella sensazione. Quanto può essere terapeutico buttare tutti i pensieri su un pezzo di carta, me ne ero quasi dimenticata. E invece questa quarantena me l’ha fatto riscoprire.

E allora, nonostante molti artisti stiano rimandando l’uscita di album o di ep per la difficoltà di non poter suonare live, allora io vi invito a fare il contrario. Se avete lavorato per mesi alle vostre canzoni, se la musica è l’unico piano che avete nella vita, continuate a far uscire tutto quello che avete dentro. Troveremo nuovi modi per fare promozione, in attesa di tempi migliore. Ma le persone hanno bisogno di parole, canzoni, emozioni, stimoli. Non fermiamo questa cosa bellissima. Le dirette hanno stancato anche me, preferirei di gran lunga trovarmi in mezzo agli altri con una birra in mano a pogare sotto il palco, ma torneremo a farlo. Non ora. Intanto inventiamoci nuovi modi, chiediamo il supporto delle istituzioni o almeno facciamo rete tra di noi.

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