Pinguini Tattici Nucleari, “Fake News: il nostro rito apotropaico per difenderci dalla finzione

Siamo stati alla conferenza stampa di presentazione del nuovo lavoro discografico di una delle band italiane del momento. Dopo il sold out a San Siro torna con un disco di inediti a parlare di unione e di cosa significa essere un gruppo musicale in un Paese come l’Italia che prova ogni giorno (o quasi) a scioglierti.

Eccomi qui, sono Carmen Pupo, ancora una volta col mio bel costume da Rana a saltare da una parte all’altra di Milano per seguire la musica, i suoi ritmi, i volti, le voci, i suoni e gli arrangiamenti che la alimentano. In realtà il mio viaggio è partito proprio da Bergamo città natale della band italiana più acclamata del momento: i Pinguini Tattici Nucleari.

Sì, sì, va bene ci sono pure i Måneskin, gli intoccabili, gli iconici, i dilaganti, gli inarrestabili. Tant’è che ci hanno provato pure i giornalisti in sala a metterci un po’ di pepe, a cavalcare l’onda della polemica con domande tipo «E cosa ne pensate Måneskin?»

Però Riccardo si è riparato bene, spiegando che sono colleghi, che li stimano perché come loro sono una band, ascoltiamo la loro musica e che la loro immagine è molto più potente della loro:

«Bene che un progetto del genere sia riuscito ad arrivare dove nessuno prima. Dall’altro lato quando ci guardiamo allo specchio, ci rendiamo conto che non siamo i Maneskin e questa cosa ci fa sorridere. È anche bello e necessario che ci siano modi diversi di concepire la musica e l’estetica.»

Ma torniamo a noi, anzi a me che col mio costume da Rana mi sono trovata nella fredda Milano.

Per seguire e inseguire quelli che sono a tutti gli effetti miei concittadini che hanno parlato con una gentilezza enorme, con educazione e pazienza, del loro ultimo progetto discografico, il cui titolo “Fake news” nasce provocatoriamente dalla diffusione di una notizia falsa che aveva come protagonista il frontman della band: “I Pinguini Tattici Nucleari si sciolgono, Riccardo Zanotti lascia la band per intraprendere la carriera da solista”

«I giornalisti e il ruolo che ricoprono, rivestono un ruolo enorme, nella società. Posso dire che c’è quasi una similitudine con quello che fa la musica. Ma le fake news sono l’esempio concreto, reale di come una notizia falsa può inquinare il dibattito sociale, politico e di qualsiasi natura in quest’epoca.

Sembra quasi surreale che noi stessi ricorriamo alle bugie quando scriviamo canzoni. Ci racconta una storia un amico e noi la mettiamo dentro ad una canzone. Lo stesso principio vale con le fake news: ripeti una cosa una, due, cento volte finché non diventa vera.

Da questo punto di vista abbiamo cercato di raccontare una storia, la nostra, che fosse il più possibile vera. E come tale inevitabilmente è diventata anche auto-referenziale in certi punti, ascoltando il disco lo si capisce.»

Il disco comincia con un’open-track dal titolo “Zen” su cui Riccardo spiega:

«Parla di quanto a volte può essere difficile fare questo mestiere anche se siamo dei privilegiati. Facciamo il lavoro dei nostri sogni ma inevitabilmente dobbiamo fare  conti con la pressione che viene dall’esterno, la competizione sembra schiacciarci, almeno noi ci sentiamo così.

Il rap e la trap ci hanno insegnato che parlare tanto di se stessi può essere terapeutico per l’artista ma anche interessante per il pubblico.

Con questo intento sono nate anche “Non sono cool”Barfly”. Dall’altra parte c’è inevitabilmente l’influenza del periodo in cui questo disco è stato scritto, ovvero la pandemia che ha obbligato anche i Pinguini a confrontarsi con il confinamento, l’isolamento che derivavano dalla pandemia.»

A proposito del famigerato scioglimento Riccardo ha invece dichiarato:

«Avremmo potuto decidere già qualche anno fa di condurre carriere separate ma ci piace pensare che un giorno qualche ragazzino possa vedere una band e aver voglia di crearne una. Si può anche paragonare questo meccanismo a ciò che avviene negli sport, da questo punto di vista. Ti insegna il valore della squadra che è importante per affrontare la vita, quindi la solitudine del periodo pandemico per noi è stata micidiale, ci siamo un po’ sentiti preda dello sconforto.»

Pinguini Tattici Nucleari – Fake News [Ascolta qui]

Sull’onda di questo sentimento comunemente condiviso da tutti i componenti della band trovano spazio anche canzoni più intimiste “Forse” (presente solo nei dischi fisici e nei vinili) e “Hikikomori” che parlano proprio di questa desolata solitudine.

«Ci sembrava ipocrita, dopo anni del genere passati lontani dai palchi che sono il nostro bioma naturale, non parlarne come se non fosse successo niente tirando fuori solo canzoni d’amore, anche magari spassionate che potevano difettare di quel pizzico di onestà e verità che volevamo mettere dentro un album che ossimoricamente si chiama Fake news.»

Elio lo parla di un disco ampio:

«Sono tanti i pezzi perché siamo riusciti ad andare in tante direzioni diverse, creando qualcosa di sperimentale pur rimanendo in un solco di comprensibilità generale.

Una canzone come “Cena di classe”, fa un po’ capire come la nostra generazione vive la crescita, l’andare avanti e incontrare gli ostacoli della vita. C’è l’hip hop ma c’è anche molto più rock rispetto al nostro ultimo ep.»

Il tastierista rispetto al momento positivo che stanno attraversando, dichiara con una certa presunzione:

«Semplicemente la nostra peculiarità risiede nella capacità di riempire uno spazio non così tanto solcato percorrendo terreni ancora poco dibattuti e poco frequentati. Di conseguenza il tipo di mainstream e di musica che i Pinguini propongono è quasi una nicchia, il che diventa anche in questo caso un ossimoro.

Infatti, Riccardo interviene subito per correggere il tiro:

«Anche il solo fatto di essere una band in qualche modo comunica cose differenti. Non so se arriverei a definirci generazionali ma sicuramente siamo una proposta che ha dei paletti e differenze rispetto a tante cose che escono.

Il nostro obiettivo è anche di resistere nel tempo. Cioè va bene rimanere al numero 1, al secondo posto e nelle classifiche di qualsiasi tipo ma l’idea è:

Generazionale lo diventi solo se ci stai un po’ di anni dove siamo noi ora. Dobbiamo dimostrare ancora molto. Non so se siamo un fenomeno generazionale, lo vorremmo diventare, chiaramente come tutti quelli che fanno questo mestiere, però fondamentalmente il tema è quello: cercare di differenziarsi per rimanere il più a lungo possibile, anche perché siamo diversi in partenza, siamo qualcosa di totalmente atipico nel panorama italiano e non lo dico con boria.»

Si definiscono più che un luogo comune un luogo “comunitario”:

Pensiamo che sia uno spreco che ci siano poche band in Italia perché il linguaggio, soprattutto quello musicale, parla di progetti che sono portati avanti dalle band, in un equilibrio dinamico in cui ogni strumento conta e ogni strumento lotta per far sentire la sua melodia e questa sinfonia armonica e in particolare il suo valore, vengono inevitabilmente riconosciuti, percepiti e apprezzati dal pubblico.»

Dal mio punto di vista, non lo so se effettivamente i Pinguini hanno il tenore per diventare generazionali.

Riccardo Zanotti ha esattamente la mia età e in una delle canzoni contenute nel nuovo album “Dentista Croazia” che ricalca la storia della band dagli esordi fino ad oggi dice “a 27 o muori o diventi un po’ più pop”.

Se non fossi stata surclassata dal poco tempo a disposizione e dalle domande degli altri giornalisti, la mia domanda sarebbe stata provocatoriamente: Cosa intendi con “pop”?

In realtà ascoltando quella frase per la prima volta nelle cuffie mentre aspettavo il bus di ritorno dal lavoro nella fermata di fronte ai Propilei di Bergamo, ho avuto un brivido alla schiena perché sentivo che non solo stavano parlando a me ma stavano parlando di me e so bene cosa significa diventare “pop”.

Significa crescere, significa assumersi le proprie responsabilità, significa aprirsi all’idea che gli altri non sono sempre disposti a capire, anzi, non lo sono quasi mai.

Vuol dire comprendere che per farsi capire dagli altri, ma anche e soprattutto da chi ci ama, da chi tiene a noi e ci segue nonostante tutto, bisogna scendere a compromessi. Significa accettare che le persone possano diffondere notizie false sul tuo conto, illazioni, solo per il gusto di farlo.

Per alimentare il germe del pettegolezzo, della cattiveria di cui si nutrono le chiacchiere moderne e con esse i propositi di notiziabilità che di fronte ad un titolo tendenzioso, all’anteprima di un messaggio di un tuo amico che “sparla di qualcuno” ti spinge a volerne sapere di più. A mollare tutto e a soddisfare la tua sete di curiosità, a volerne sapere di più, dando assolutamente credito a quello che leggiamo.

In questa narrazione di cui siamo tutti preda, rane comprese, ci sono un però e un per fortuna. A incidere sulle nostre scelte e sul modellamento delle nostre priorità contano, però non l’intelligenza o i fattori anagrafici, o ancora peggio, l’istruzione. Ciò che conta è la consapevolezza ma non solo, per fortuna.

Perché per fortuna, di fronte all’egoismo, di fronte alla cattiveria, di fronte all’edonismo di chi spera di primeggiare mettendo zizzania, di chi persegue il proprio interesse personale facendo terra bruciata attorno, c’è ancora chi ha il coraggio di essere gentile, di restare unito, di compattarsi di fare gruppo, di fare band.

Allora, ma solo allora, ben vengano le “Fake news” se poi da queste nascono malintesi che danno nuova vita e linfa alle band.

Del resto lo diceva pure Fabrizio De Andrè, dai fiori non nasce niente, dalle fake news (ri)nascono le band… più o meno.

“Fake News”: il tour negli stadi 2023

07.07.2023 – VENEZIA PARCO SAN GIULIANO MESTRE – DATA ZERO

11.07.2023 – MILANO STADIO SAN SIRO – SOLD OUT

12.07.2023 – MILANO STADIO SAN SIRO – NUOVA DATA

15.07.2023 – FIRENZE STADIO ARTEMIO FRANCHI – NUOVA DATA

19.07.2023 – TORINO STADIO OLIMPICO – NUOVA DATA

23.07.2023 – ROMA STADIO OLIMPICO – SOLD OUT

24.07.2023 –  ROMA STADIO OLIMPICO – NUOVA DATA

27.07.2023 – BARI STADIO SAN NICOLA – NUOVA DATA

30.07.2023 – MESSINA STADIO SAN FILIPPO – NUOVA DATA

13.08.2023 – OLBIA RED VALLEY FESTIVAL – NUOVA DATA

Prevendite già attive sui circuiti Ticketone e Ticketmaster

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