Abbiamo bisogno di più “Rock Contest” in Italia

La scorsa settimana si è conclusa la trentacinquesima edizione di Rock Contest, un concorso per band e artist* emergenti prodotto da Controradio, realtà fiorentina molto affermata sul territorio. Ad aggiudicarsi il primo premio sono stati i Duck Baleno: la formazione pop rock psichedelico proveniente da Verona avrà a disposizione 3.000 € da investire nel progetto. Al culmine della serata hanno infuocato il palco come special guest i New Candys, punta di diamante del rock psichedelico nostrano “da esportazione”. Con loro sul palco anche Bugo per interpretare insieme la loro cover di “Io mi rompo i coglioni”, diventata “Everything’s Fucking Boring”.

Sono stato lì, al Viper Theatre di Firenze e ho avuto modo di respirare l’aria che tira in un contesto del genere.

Duck Baleno, vincitori del Rock Contest 2023
Fin dalle prime note ci si rende conto che Rock Contest non è un concorso di genere.

“Rock” è un’attitudine, una vecchia etichetta data all’epoca della sua fondazione quando l’underground musicale italiano pullulava principalmente di rock band. Il rock, quindi, resta solo nello spirito controcorrente di una manifestazione che oggi abbraccia ogni genere musicale e che fa della musica in sé l’unica ragion d’essere.

Pur avendo la struttura e l’organizzazione di un contest a tutti gli effetti (fasi e premi) non lo sembra affatto. Rock Contest, da un lato, cerca di smorzare il più possibile la dimensione competitiva; dall’altro, coadiuvata dal lavoro quotidiano di Controradio, di essere anche una vetrina.

La competizione è, per questo, sana e talvolta le band arrivano anche a collaborare tra loro o addirittura con i giudici. Non c’è dubbio che il contatto con una giuria di esperienza – quest’anno c’erano Piero Pelù, Andy dei Bluvertigo, Alessandro Nutini della Bandabardò, Bugo, ecc. – permetta a progetti spesso in fase embrionale di crescere e arricchire il proprio bagaglio.

Rock Contest fa, inoltre, una cosa semplice, ma oggi per nulla scontata: dà un palco su cui suonare a progetti che nella maggior parte dei casi farebbero fatica a trovarne uno.

Ho avuto modo di parlare con Giuseppe Barone, direttore artistico del contest e responsabile musicale di Controradio. Durante la chiacchierata ha precisato come molte delle realtà emergenti di oggi nascendo in cameretta spesso si ritrovino ad aver prodotto brani e a volte dischi senza aver mai sperimentato la dimensione live della loro musica.

Giuseppe si dice preoccupato per la situazione dei palchi in Italia: una volta le band avevano modo prima di provare il proprio materiale sul palcoscenico e solo dopo, nel caso, investivano nella produzione di un disco. Oggi la penuria di palchi rende complicato far acquisire a molti progetti emergenti la giusta esperienza.

Bugo & New Candys ospiti della serata finale del contest
In questi anni post Covid, abbiamo assistito alla chiusura forzata di numerosissimi club e luoghi in cui band emergenti solitamente muovevano i primi passi.

In molte città italiane mancano ancora oggi locali medio-piccoli in cui suonare. Dopo la pandemia se le grandi produzioni hanno ripreso bene o male a programmare eventi, i piccoli circuiti hanno fatto più fatica sia per difficoltà economiche che per mancanza di palchi.

Per questo una realtà come Rock Contest diventa fondamentale sia nel contesto della sua città che in quello nazionale, come esempio. E diventa importante non solo per chi suona ma anche per i locali stessi. Infatti, mi racconta Giuseppe, il contest prova ogni anno a coinvolgere più locali possibile della città di Firenze durante le varie fasi live del concorso. In questo modo si valorizzano non solo i progetti artistici, ma anche gli stessi luoghi e di conseguenza ci si dà una mano reciprocamente.

Il sostegno istituzionale

Importante se non fondamentale per Rock Contest è la collaborazione della Regione Toscana e del Comune di Firenze, del contributo del Fondo Sociale Europeo Plus – Giovanisì e di Publiacqua. Questo tipo di sostegno economico permette al contest la giusta libertà di movimento sulle scelte artistiche e di non gravare sulle spalle dei partecipanti. Anzi, un fitto numero di premi – quest’anno ben 8 – mira a sostenere economicamente quanti più progetti meritevoli possibile.

Viper Theatre

Uscito dal Viper, frastornato e felice, ero conscio di aver conosciuto persone che mangiano quotidianamente pane e musica. Ne parlano continuamente, la respirano, la vivono, si fanno in quattro per portare avanti i loro progetti e per condividerli con gli altri. Mi ha rincuorato tutto questo, sapere che nonostante le più ardue difficoltà sopravvivono realtà come questa, capaci di portare valore culturale alla propria comunità.

Dovrebbero esserci più Rock Contest in Italia

Bisognerebbe sostenere di più le realtà appassionate come questa, andando ai concerti anche quando non conosciamo l’artista, o quando siamo soli e nessuno ci accompagna. Dovremmo ritrovare il gusto di scoprire la musica come si faceva una volta, direttamente dal vivo; e magari tornare a scambiarci un feedback faccia a faccia alla vecchia maniera. In fondo cosa c’è di meglio di una birra, una transenna sotto un palco e un discorso infervorato su chi sia stato più influente in Italia negli ultimi 10 anni tra Calcutta e Niccolò Contessa?

Maggiori info su www.rockcontest.it

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