“A” come Ariete, “S” come Spazio

Septum, cappellino in testa e chitarra in mano: Arianna Del Giaccio, in arte ARIETE, è un piccolo astro nascente del panorama emergente nostrano. Entrata da poco nel roster di Bomba Dischi, a soli diciotto anni ARIETE ha pubblicato “SPAZIO”, suo EP d’esordio uscito in digitale lo scorso 14 maggio.

Caratterizzato da una componente testuale e da sonorità Lo-Fi tipicamente associate al Bedroom Pop, “Spazio” è un prodotto discografico volutamente intimo ed autobiografico, un’esplorazione in chiave musicale di ricordi adolescenziali e sentimenti generazionali che rimbalzano tra le pareti della cameretta dell’autrice, galleggiando sospesi in una dimensione profondamente introspettiva fino a sfiorare l’ascoltatore, prima fuori, poi dentro. Con questo suo primo EP, ARIETE ci regala uno “Spazio” prezioso: il suo.

Arianna Del Giaccio, in arte ARIETE
Con il tuo EP d’esordio hai mostrato diversi squarci della tua adolescenza, e lo hai fatto senza riserve, tra fragilità e significativi cambiamenti personali. Che effetto fa esporsi così intimamente attraverso le proprie canzoni?

Non è stato facile perché la maggior parte delle canzoni dell’EP è molto autobiografica. Non ero neanche sicura di pubblicarne alcune. Alla fine ho preso coraggio e ho deciso che forse condividere le mie esperienze con altre persone che potessero mettersi nei miei panni poteva avere valore formativo: per fare andare avanti me e per dare una mano a loro.

Sei sono le lettere che compongo la parola “spazio”, così come sei sono le tracce racchiuse nell’EP di ARIETE, ed è proprio grazie a questa fortunata coincidenza che ho deciso di raccontarvi “Spazio” lettera per lettera. Si, avete capito bene: esse, pi, a, zeta, i, o.

S come Sbaglio – “Avrei voluto dirti”

La verità è che tutti sono belli da lontano,
fino a che poi non li conosciamo.
E così mi è successo con te

Iniziamo questo spelling emozionale e semantico con “sbaglio”, parola chiave che guida la penna di ARIETE lungo il testo di “Avrei voluto dirti”, non soltanto un brano, ma una vera e propria lettera che la giovane cantautrice indirizza esplicitamente a una presenza nociva del suo passato. La canzone ha come punto di partenza il dolore, la paura, il bisogno d’amore di un’adolescente che si sentiva incompleta, per poi approdare all’odierna consapevolezza emotiva e al principio di autoconservazione di una ragazza che inizia a bastarsi. Le persone sbagliate e i rapporti malsani cambiano ciò che sei, ed è solo allora che impari a riconoscerli.

P come Promessa – “Solo te”

Si sa, l’adolescenza è fatta di proibizioni, di regole imposte dall’alto, e della costante, faticosa infrazione delle stesse dettata da uno spasmodico desiderio di libertà: nello spazio, nel tempo, nelle relazioni. E ancor più delle ore piccole, delle sigarette nascoste nello zaino e delle bugie dette ai genitori, l’amore cantato da ARIETE rimane la più potente delle trasgressioni e la più romantica delle promesse. “Solo te” è questo: la promessa di amare l’altra persona con tutte le proprie forze, aspettando di diventare grandi.

Essere giovani fa schifo,
e non poter rispondere fa tanto male.
Essere giovani non fa per me, non fa per te.
Per me che amo solo te, solo te, solo te.

A come Amanti – “Amianto”

A forza di legarci, un po’ ci spezziamo: questa è una realtà emotiva con cui fare i conti a qualunque età. Perché, nel momento in cui l’amore da chimica diventa scelta, decidiamo consapevolmente di prenderci cura di tutto ciò che di bello e brutto l’altro è e possiede, e fiduciosi, a nostra volta, ci affidiamo. Ecco, dunque, che la parola “amanti” prende le distanze da quella platonica, perfetta idea di relazione che tanto ci piace immaginare, leggere, guardare nelle serie tv. ARIETE nel brano “Amianto” descrive e denuda centimetro dopo centimetro la bellezza e l’imperfezione di un rapporto al contempo magnetico e pericoloso.

E non mi frega niente se poi ti perderò.
Siamo amianto pericoloso, non possiamo stare insieme però.
Sai, non mi frega niente se poi ci perderemo.
Siamo amianto dentro una stanza ed esploderemo.
Noi esploderemo. Si, esploderemo.

Era gennaio quando ho assistito dal vivo alla tua esecuzione acustica di “Amianto”, e ne rimasi colpita: mi sembrava una delicata, bellissima canzone d’amore. Solo a posteriori, riascoltandone le parole, ho capito che era un brano dal romanticismo decisamente anticonvenzionale, quasi esplosivo. Siamo abituati ad ascoltare storie di rapporti (apparentemente) perfetti o di cuori infranti, canzoni sull’amore agli antipodi. A metà strada, c’è “Amianto”. Raccontaci com’è nata.

Mi fa piacere sapere ti sia piaciuta la mia performance in acustico a gennaio.
Amianto è una canzone sincera, molto reale. Nessuna storia d’amore è mai sana al 100%: c’è sempre qualcosa che non va, qualcosa che la rende complicata. “Amianto” è la storia di una relazione che non può andare avanti, ma basata sulla consapevolezza che vale comunque la pena viverla. L’amianto è una sostanza tossica, quindi ho usato questo parallelismo per descrivere una storia d’amore destinata a finire.

Z come Zona d’ombra – “Pillole”

Nel linguaggio di uso comune, la zona d’ombra è un punto oscuro/sconosciuto/confuso di qualcosa, una zona non illuminata in cui non si vede nulla. In senso metaforico, la fine di un rapporto ci catapulta in una zona d’ombra, ossia quella dimensione psicologica di smarrimento e confusione in cui, fosse anche solo per un istante, ci sentiamo immensamente piccoli. “Pillole” è una canzone in cui ARIETE cerca di disegnare quel buio e di (ri)trovarsi dentro di esso.

Piccole, piccole, siamo piccole dentro la stanza
Sento qualche cosa che mi manca
E’ da quando tu mi hai detto “basta”
che giro Termini aspettando te

I come Ieri – “Insicuri”

Nel corso dell’EP, ARIETE fa scoppiare un ricordo dopo l’altro, come se ogni traccia fosse una bolla di sapone. Vi è, infatti, una costante oscillazione tra passato e presente, ed è in questo scenario che l’autrice ripercorre pensieri e sensazioni della sua adolescenza: nel brano “Insicuri” ARIETE volge lo sguardo indietro e canta con nostalgia della spensieratezza di ieri, di quel tempo che, benché vicino, sembra ormai inafferrabile. Perché una volta in alto, certe bolle di sapone non puoi più toccarle.

Durante una diretta su Instagram, hai spiegato che “Insicuri” parla di una condizione ambivalente della tua adolescenza: avere tutto, e non essere comunque felice. Tornassi indietro, cambieresti qualcosa di quegli anni?

“Insicuri” è una canzone molto personale in cui descrivo una situazione che non potrei cambiare, anche tornassi indietro. Ho avuto tutto ciò che poteva desiderare una ragazza adolescente, ma nonostante ciò mi sono sempre sentita un po’ “fuori”, come se non avessi il mio spazio. E’ grazie a questo mio nuovo progetto musicale che ho finalmente trovato uno “SPAZIO” nelle situazioni che mi stavano strette.

O come Oggi – “Riposa in pace” (feat. Drast)

Concludiamo questo spelling itinerante tra le lettere e i sentimenti racchiusi nell’EP di ARIETE focalizzandoci sul qui ed ora. “Riposa in pace” è un brano con cui la giovane autrice chiude un capitolo doloroso, un rapporto frustrante che appartiene al suo passato, e decide di farlo con una componente testuale che trasuda calma, equilibrio, consapevolezza: tre doti che ARIETE, l’Arianna di oggi, ha definitivamente interiorizzato, facendole sue.

Potremmo considerare questo tuo primo EP come il filo conduttore tra la vecchia e la nuova Arianna. Passato e presente diventano i punti cardinali del tuo universo emotivo e musicale. Se dovessi immaginare un’istantanea della tua vita tra dieci anni, cosa ci vedresti?

Sai che non lo so? “SPAZIO” è solo l’inizio di questo mio percorso. Sicuramente c’è già stata un’evoluzione e ce ne saranno tante altre. Tra dieci anni mi immagino più matura, con un progetto musicale che riesce a proseguire, ad andare avanti con me.

Foto di Ilaria Ieie

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