Si va bene lo ammetto, adoro Auroro Borealo

Partiamo da un presupposto: se siete dei tradizionalisti integralisti della musica e poco inclini alle sperimentazioni e al nuovo, Auroro Borealo non fa per voi. Niente canto intonato, niente genere ben definito, niente testi tradizionali ma un forte e costante uso dell’ironia. Auroro è un artista “sui generis”. All’attivo ha due partecipazioni di fila al Mi Ami Festival, nelle edizioni del 2018 e 2019: un risultato più che notevole. Ha pubblicato tre album, l’ultimo dei quali, Adoro Borealo, è uscito lo scorso aprile.

Non è facile recensire un album come Adoro Borealo: il disco, infatti, si muove su più piani e presenta caratteristiche alquanto insolite. Innanzitutto, il filo conduttore è sicuramente l’eclettismo: si passa da un genere all’altro senza sforzo, dal punk al reggae, dal rondò veneziano al funk e all’elettronica. È un esperimento un po’ atipico, ma il risultato è davvero vincente.

Per quanto riguarda i testi, le tematiche affrontante sono decisamente pop: temi di vita quotidiana, che riguardano tutti noi. Si parla di lavoro precario, di temi amorosi, di ipocondria, di scelte sbagliate e molto altro. Un’altra particolarità rilevante è costituita dal fatto che l’album sia costellato di featuring: Angelica, Johnson Righeira, Annie Mazzola, Punkreas, Ruggero dei Timidi sono solo alcuni dei nomi che hanno preso parte a questo stravagante progetto

Ascolta qui Adoro Borealo, nuovo disco di Auroro Borealo

L’album si apre con Di che cosa parlano i miei testi, una sorta di manifesto dell’artista: su base hard rock l’artista elenca una serie di temi, alquanto atipici e bizzarri, come “elfi, draghi, spade, solite cose insomma”. Parte la disco music e parte il secondo pezzo dell’album, Atti pubblici in luogo osceno. Un testo che ironicamente parla di una banale serata in un locale con dj che fa schifo, cocktail che fa schifo, ambiente che fa schifo: insomma una situazione in cui ci si imbatte spesso. Il terzo brano è Polpette Reggae. La canzone tratta della fine di una relazione in chiave comica : “Non devi piangere lo sai, sono stregata da un vudù, devi avvisare mamma rai e puoi disdire Sky TV” e la risposta “non andare via polpettina mia, non andare via, chiamo polizia”.

Si prosegue con Venezia è una città bellissima (ma non ci vivrei mai) in cui Auroro si fa accompagnare da Johnson Righeira. Sulle note di un rondò veneziano parte un testo pseudoriflessivo e super comico, con dichiarazioni del tipo “siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le borse di Prada” e “la tua vita dissoluta fila come una fonduta”. Si continua con Pomeridiana, feat. Annie Mazzola. Si tratta di un simpatico dialogo sensuale tra due amanti “io sono il califfo e tu la sultana” e “fai lo sciocco, io ti aspetto; passa dal divano al letto”. Non mancano riferimenti “pop” a Rete4 e Vanna Marchi. Segue il brano Avrò sbagliato qualcosa: un pezzo punk di 1 minuto e 18 secondi che vede la partecipazione dei Punkreas. Il testo del pezzo è un elenco di possibili errori commessi nella propria vita, con i genitori, con gli amici, con il lavoro e perfino con il mojito e la paella.

Ma eccoci al pezzo forte dell’album, Mio figlio è ipocondriaco.

La canzone è interamente cantata dalla super favolosa mamma di Auroro Borealo. La canzone inizia con “crescere un figlio, gli anni novanta, non sono una donna, sono una santa”, una dichiarazione universale, che riguarda un po’ tutte le mamme. Segue un elenco di paturnie e paure che caratterizzano Auroro (e un po’ tutti noi) fino ad arrivare alla dichiarazione da standing ovation “ ha tanti difetti, ne ha una lunga lista ma meglio ipocondriaco che leghista”.

Il pezzo che segue è Urlando CTRL-C e che tratta del mondo del lavoro, soprattutto quello precario ”professionisti nel settore dei media, tuo padre non capisce ma è solo invidia” , “professionista nel settore dei media tua nonna pensa che scaldi la sedia” e “aspetta che segno sul calendario quando mi hanno promosso al lavoro precario”. Seguono Sessone, feat. Ruggero dei Timidi, e Gli occhi del mio ex, due dei brani più spassosi e che trattano di attrazione fisica in maniera ironica e scanzonata.

Infine, l’album di conclude con Stay Hungry, Stay Foolish, Stay Home, canzone che ironizza sui giovani d’oggi. “I giovani d’oggi hanno in media quarant’anni, nascono single, restano single ma si sposano coi loro genitori finchè morte non li separi”. Non vengono risparimate nemmeno le mode: “i giovani di oggi si dividono tra nerd e sud, tra hipster e ovest; vai a trovare l’orientamento”.

Insomma, Adoro Borealo si conferma un super disco ironico e sperimentale, un progetto fatto veramente bene per contenuti e arrangiamenti. Non è possibile fare pronostici su un artista del genere, ma se è vero il detto “non c’è due senza tre” speriamo di rivederlo al Mi Ami anche l’anno prossimo.

Intanto il 18 Ottobre – Uffizio Borealo – La mostra di Auroro Borealo – Special Concert

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