“Paprika” è la conferma che Myss Keta è Pazzeska

A solo un anno di distanza da Una vita in capslock, l’angelo dall’occhiale da sole, alias Myss Keta, pubblica un nuovo album, Paprika. Questo nuovo lavoro, uscito il 29 Marzo scorso, è la testimonianza della maturità artistica di Myss Keta, che dà vita a un album più provocatorio (e provocante), più sperimentale, più musicalmente variegato ed accurato. Tutto questo, però, sempre in un contesto femminista potente e temerario, che racconta con spiccata ironia ciò che riguarda l’essere donna e, in particolar modo, ciò che riguarda la sessualità femminile.

Il primo singolo ad aver anticipato l’uscita del disco è Main Bitch.

Qui troviamo una Myss Keta versione gangstar, tra minacce e affermazione del proprio potere “Ho detto yen e non dollari, solo contanti e muoviti, non scherzare con la Main Bitch” e “io sono il CEO”, addirittura si definisce “arma di distruzione di maschi”.

Il secondo singolo è Pazzeska ft. Guè Pequeno. Dal punto di vista prettamente musicale, questo pezzo risulta uno dei più sperimentali dell’album perché sembra unire influenze musicali orientali con il reggaeton. Il riferimento a quest’ultimo genere è sottolineato dai ripetuti “dale dale oh” pronunciati da Myss Keta, espressioni abbondantemente usate dai cantanti del genere. Nel testo sono presenti anche due riferimenti a personaggi storici femminili: Myss Keta si paragona ad una moderna Cleopatra, ma non solo. Quando afferma “e se finisce il buffet che mangino la mia brioche” rimanda alla celebre “se non hanno più pane, mangino brioches” che la tradizione ha attribuito alla sovrana Maria Antonietta.

PAPRIKA
Ma entriamo nel vivo.

Paprika si apre con il brano Battere il ferro finchè è caldo, che risulta essere la dichiarazione d’intenti di questo nuovo lavoro “uno per i soldi, due per lo show tre per l’outfit di Christian Dior”. Myss Keta, inoltre, dimostra di non disdegnare né il rap game né i dissing “Battere il ferro finchè è caldo, vado avanti anche se l’hype morto” e “Mi hanno detto che il più babbo del pianeta rapperebbe cento volte meglio di Myss Keta, può esse tesò, ma tu quando suoni al Berghain?”. La cantate, infatti, si è esibita al noto locale di Berlino lo scorso 28 Novembre.

Paprika è ricco di featuring

Luchè, Quentin40, Gabry Ponte e Mahmood hanno collaborato per nuovi inediti, mentre con Gemitaiz è stato realizzato il remix di Botox, con Wayne Santana della DPG è stato realizzato il remix di Una donna che conta e Elodie, Joan Thiele e Priestess hanno dato vita al remix del celebre Le ragazze di Porta Venezia. Per quest’ultimo pezzo è stata modificata qualche frase rispetto alla versione precedente. Ad esempio “piazza al picchio, poi passa una gazzella” per la precedente versione “piazza al picchio, schiacciate di barella” e “faccio uno shot poi dritte a fare shopping” invece di “facciamo uno shot poi dritte al Brutto Posse” o ancora “occhi a cuoricino” invece di “occhi a cilindretto”.

Ottima la parte rappata di Priestess, dal contenuto carico di femminismo ed indipendenza “siamo il mistero e non ci dire cosa fare, noi non lo faremo”. Ad alzare, però, l’asticella del pezzo è il contributo di Joan Thiele che, per musica e testo in spagnolo, ci porta in un’atmosfera sudamericana etnica ma raffinata che, sorprendentemente, si sposa molto bene con la musica elettropop europea di Myss Keta.

Un capolavoro di trash e ironia è 100 rose per te ft. Quentin40. In questo brano Myss Keta si definisce “sugar mami” e paragona lei e il suo uomo a coppie come Anna Tatangelo e Gigi D’Alessio o Asia Argento e Fabrizio Corona. Quentin40, invece, accenna all’ironia sul mondo del rap con la frase “lei ride, si ricorda come rappavi” ma accenna anche ad una dichiarazione “galante” per Myss Keta in perfetto stile rap “cento rose per la mia Myss, l’abbiamo appena fatto e già mi chiede il feat, per lei pure il quentin41bis”.

L’album si chiude con Fa paura perché è vero ft. Mahmood.

Il brano, composto prima di Sanremo, è più profondo rispetto agli altri, sembra quasi che Myss Keta getti la maschera per rivelare la sua vera natura “Mi chiamano l’angelo dall’occhiale da sole ma sono una donna di umana natura, matura forse non troppo ma non ho troppa difficoltà nella ricerca del difetto”. Profonda e riflessiva anche la parete di Mahmood “ti nascondi nei ricordi ma fanno male pure quelli, ora dimmi tu quando potrò sentirmi libero con o senza te.”

La scalata verso il successo di Myss Keta sembra inarrestabile e ci auguriamo che ci regali il femminismo ironico ed audace e la sua musica d’avanguardia ancora per molto tempo.

Ascolta qui “Paprika”, il nuovo album di Myss Keta

1 Comment

  1. Andrea Vito 18/06/2019 at 9:27 am

    Ottimo stimolo per un discorso ricco di colore intellettuale e vivacità


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *