“Alle Onde”, cartolina post-grunge dalle Sacerdotesse dell’Isola del Piacere

Sul muro, ho appeso da poco una cartolina raffigurante un disegno della Costa Basca, souvenir di una vacanza estiva. La terra frastagliata lascia spazio al mare, calmo all’orizzonte, ma impetuoso a riva. Immagino che l’oceano mi attragga per questo, poca civiltà e magnifici paesaggi, indomabili e irruenti. La natura e il mare, diventano i protagonisti del nuovo album del Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere, “Alle Onde“, uscito all’inizio di ottobre per V4V-Records e Cloudhead Records.

La Band piacentina, con una carriera decennale alle spalle, ci presenta un disco denso di riferimenti artistici, sia letterari che musicali. “Alle Onde“, infatti, si compone di nove brani che riprendono le sonorità alternative rock e grunge anni ’90, tutti registrati in presa diretta. I testi, invece, guardano alle opere letterarie di autori come Virginia Woolf (Al faro), Shakespeare, Conrad e Mallarmé.

Il brano d’apertura, Biarritz, porta subito l’ascoltatore nella dimensione introspettiva del ricordo, in cui immagini sfuocate scorrono come correnti marine, sulle note del riff di chitarra elettrica. Solaris, invece, ci fa entrare nel vivo del Disco, con suoni più decisi e un ritornello che reclama a gran voce il concept dell’album: Alle onde. I pezzi si susseguono a ritmo sostenuto e la ricezione è immediata e diretta. Uno dei miei brani preferiti è Veloce come il vento, delicato e intenso. Inoltre, degno di nota si rivela anche la canzone conclusiva, Racconti di Mare e di Costa.

Le Sacerdotesse ci presentano un disco interessante e ben costruito. Penso che, se da un lato Alle Onde possa essere approvato a pieni voti dagli amanti del genere shoegaze e alternative, dall’altro si presti all’ascolto anche a chi strizza l’occhio all’indie più commerciale. Versatilità e scorrevolezza sono i punti di forza di questo lavoro che, insieme ai vari rimandi letterari, lo rendono un’opera per riflettere, ascoltare e cedere alle onde dei pensieri più inconsci.

Alle Onde – Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere [Ascolta Qui]

Abbiamo fatto una chiacchierata con Fabrizio Lusitani, voce e chitarra della Band. Qui di seguito trovate l’intervista.

“Alle Onde” esce dopo circa quattro anni dalla pubblicazione di ”Interpretazione dei sogni”, periodo di grande cambiamento all’interno del panorama musicale italiano. Siete cambiati anche voi?

Dall’uscita di Interpretazione dei Sogni è passata molta acqua sotto i ponti. Abbiamo fatto un periodo live piuttosto intenso, e poi una lunga pausa. Dopo questa lunga pausa ci siamo ritrovati, con la dovuta calma, per lavorare su qualcosa di completamente nuovo. Questo nel 2019. Nel giro di alcuni mesi abbiamo messo insieme le canzoni che sentite nel nuovo album, “Alle onde”. Lo abbiamo registrato all’inizio di quest’anno 2020.

Qual è il filo conduttore che lega i brani del vostro nuovo Album? L’ordine dei pezzi segue un concept preciso?

Il concept viene sempre fuori strada facendo, durante la composizione. Dal punto di vista dei testi cerchiamo sempre di evidenziare con un tema preciso i riferimenti che i brani hanno in comune, mettendoli in risalto. È stato così che è venuta l’idea del mare, molte canzoni hanno questo tema, e più in generale suggestioni legate alla natura. Da un punto di vista musicale invece l’idea era quella di riportare in studio il nostro approccio LIVE che ultimamente avevamo sviluppato con una certa intesa.

I testi dei vostri pezzi brulicano di citazioni, dalla letteratura alla cinematografia. Tuttavia la rielaborazione personale lascia trasparire delle immagini di vissuto personale, penso a Biarritz, il brano d’apertura. Come avviene il processo di scrittura?

Le citazioni sono una cosa divertente che serve a comunicare meglio quello che ho in mente con i testi. Quando scrivo un concetto c’è sempre qualcuno che lo ha già espresso meglio di me. A volte mi rendo conto solo a posteriori di avere usato parole prese da qualche autore, e quindi cerco di mettere in risalto questo meccanismo, di renderlo più esplicito. Tutte le canzoni quindi sono legate principalmente a un vissuto personale, i vari riferimenti vengono dopo.

Quali sono state le principali influenze culturali nella composizione della musica?

Tutto quello che leggiamo e ascoltiamo ci influenza, ma c’è anche molta disillusione nei confronti della cultura, cosa che ho provato a esprimere in “Sogno di una notte di mezza estate” o anche più esplicitamente nella canzone “Erba voglio” con le parole “ho letto tutti i libri, ma tutta la cultura è come l’erba voglio”, cioè un correre dietro al vento.

C’è un brano, o più, che pensate sia particolarmente rappresentativo del Disco?

Personalmente mi viene il nodo alla gola ogni volta che riascolto “Biarritz” e “Veloce come il vento”.

Alle onde è stato registrato in presa diretta, in tipico stile post-grunge. Ce ne parlate?

Insieme a Camillo Crippa, che ci ha registrato e mixato, abbiamo “adattato” per l’occasione il suo studio proprio per poter registrare in presa diretta tutti gli strumenti. In due giorni abbiamo suonato tutti i pezzi, più qualche sessione successiva per registrare la voce. Siamo molto soddisfatti del lavoro perché suonare tutti insieme è più bello e rende meglio l’attitudine “live” dell’esecuzione.

Ho trovato il video di “Solaris”, uscito in anteprima a luglio, davvero azzeccato nel mettere in scena le atmosfere oniriche e suggestive del Disco. Chi l’ha curato?

Già da tempo avevo in mente di fare un video sul “green screen” perché mi piacciono le sovrapposizioni imprecise delle immagini, tipiche di tanti vecchi video musicali. Abbiamo fatto le riprese proprio durante le sessioni di registrazione di “Alle onde”, e poi le abbiamo sovrapposte alle immagini dei mostri marini. Io ho fatto le riprese e Chiara Granata ha curato totalmente la post produzione.

Covid-19 e musica, un binomio che si è rilevato alquanto infelice. Come ve la siete cavata con i live e la promozione dell’Album? Che programmi avete per l’immediato futuro?

Eravamo già fermi con i live, e il periodo di quarantena ci è servito per mixare il disco e montare il video. Ora che il disco è uscito bisogna accontentarsi di ascoltarlo comodamente a casa propria.

Per quanto riguarda l’attività live, avevamo già deciso da molto prima del Covid-19 che non avremmo più suonato dal vivo. Dopo il periodo di promozione di “Interpretazione dei sogni” ci siamo resi conto che in Italia, per una realtà piccola come la nostra, stanno venendo meno le condizioni per suonare dal vivo e certamente la situazione che stiamo vivendo ha messo una pietra sopra al discorso.

Abbiamo stampato vinili e cassette in edizioni limitatissime grazie agli amici di Cloudhead e V4V e grazie a realtà come la vostra cerchiamo di promuovere la nostra musica. Grazie per il supporto.

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