Intervista a Hygge

Hygge è il progetto solista di Antonio Pietrapertosa, artista di Potenza classe ’99. Tutto è iniziato nel giorno in cui gli è squillato il telefono in classe, quando al liceo la più bella dell’istituto non ha ricambiato il follow su Instagram o quando ha scritto a quella ragazza su Messenger. Scrive canzoni da quando era bambino, ora vuole il futuro, un futuro in VHS. Jacopo è il singolo di debutto in uscita il 15 novembre.

“Jacopo” è un pezzo che racconta una storia, ma prima di tutto racconta di una persona. Con Jacopo a 15 anni provavamo 2 giorni a settimana nel garage di suo nonno, a 16 preparavamo la scaletta del nostro primo concerto d’avanti a 4 pizze kebab. A 17 anni mangiò una settimana intera a pranzo e cena da me, arrivati i 18 salimmo a Bologna per la prima volta dove incontrò una ragazza con cui aveva pianto mesi prima sempre d’avanti al garage del nonno. La saracinesca era chiusa e dentro i nostri strumenti sentirono tutto il discorso fino a filtrarlo poi tramite le nostre mani. Ancora adesso, qualche volta piange con sconosciuti mezzo sbronzo, ma vabbè ci sta. 20 anni, 5 anni insieme al liceo, 2 band, qualche calcetto e ora una canzone.

Sogni un futuro in VHS, spiegaci meglio questa cosa…

Le VHS alla fine sono state il simbolo della mia infanzia, ne ho migliaia a casa, questo futuro in VHS é un po’ legato all’idea di voler reagire a cose che mi capiteranno con l’emozione di quando ero piccolo. Poi mi piace l’atmosfera che crea attorno al progetto.

Quando hai capito che fare musica era per te un’esigenza?

Presto, ma più che un’esigenza per me é un piacere, non ho urgenza di raccontare nulla di straordinario, molte volte parlo di altro, a volte di me, a volte di quello che vedo, io mi sento bene quando scrivo, quando sono in studio, quando sono soddisfatto di ció che dico, non voglio mai essere banale, mi piace fare questo e lo faccio senza fatica ma con tanto impegno.

Ti sei trasferito a Bologna quando avevi 18 anni, come è stato questo passaggio e come ti ha influenzato dal punto di vista musicale?

A Bologna ho conosciuto i ragazzi che mi accompagneranno nelle date live in giro per l’Italia, sono i migliori, insieme ci troviamo alla grande ed é stata una gran bella fortuna incontrarli. In generale poi é stato bello, avevo voglia di staccare un po’ da Potenza (la mia città), anche se ci ritorno spesso, forse proprio il fatto di stare lontano da casa mi ha aperto gli occhi su certe cose, su certi dettagli della provincia che rivedo poi nelle canzoni che scrivo. Poi casa é sempre casa e a volte manca tanto.

Ti chiami Antonio, in arte Hygge. Ma “Jacopo” chi è?

Ahah Jacopo é un mio amico, un grande, abbiamo fatto 5 anni di liceo assieme, ci sono tante storie assurde che gli son capitate, una di queste l’ho messa in una canzone che ha preso il suo nome e adesso é diventata il mio primo singolo, un po’ gliela dovevo. Insomma eravamo a Bologna per la prima volta nella nostra vita, camminavamo per via Rizzoli e Jacopo incontra una ragazza con cui aveva pianto l’estate prima in un parco di Potenza, 650km più a sud, pazzesco, si erano ripromessi di non piangere piú, é stata una bella scena, anche se la promessa non credo andó a buon fine.

Chi sono i tuoi autori di riferimento?

Per quanto riguarda i testi stimo moltissimo Contessa, mi piace, lo ascolto da anni, anche Maria Antonietta mi piace tantissimo, soprattutto l’ultimo disco, il testo per me é la parte piú importante della canzone, cerco di prenderli come esempio. Sul classico ti dico Dalla, Venditti, Caputo e Battisti. Stranieri invece ascolto tantissimo Bon Iver e Joji.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Suonare il più possibile.

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